Avrei dovuto preparare
qualcosa in più per voi, ragazzi.
È tutto un po'
"insubordinato".
Sì, proprio lì su...
sulla stessa linea, proprio lì.
Ho questo profondo interesse
non solo per gli oggetti
singoli, indipendenti,
ma per le intere collezioni di oggetti.
Credo di essere attratto
dalle collezioni, in parte perché
esse costituiscono
il modo in cui una persona,
o un'istituzione...
vedono il mondo.
Ed è come se fossero
capsule del tempo, fatte di oggetti
che sono stati
importanti per qualcuno.
E così spendo un sacco di tempo
cercando di scovare le diverse
personalità all'interno delle collezioni.
E poi magari riuscire a capire
in una collezione
perché quegli oggetti
sono importanti.
La prima collezione che ho ottenuto
è quella del Prairie Avenue Bookstore,
che era una libreria
specializzata in storia dell'architettura,
nel centro di Chicago.
La seconda collezione che ho acquistato
è stata quella della Dr. Wax.
Era un negozio di dischi
all' Hyde Park,
che è una zona del lato sud di Chicago.
Non so quanti album siano...
6.000...
8.000...
Un sacco di album.
Come terze, le diapositive per Lanterna
Magica dell'Università di Chicago.
Alle volte utilizzo i vetrini dipinti
per spiegare la storia dell'arte.
Alle volte poi le includo
come parte delle opere d'arte,
o diventano loro stesse opera d'arte...
come nel caso delle rivista "Jet".
Ho preso un fantastico corpus di riviste
della Johnson Publishing.
Questa è la rivista "Jet".
Avevamo all'incira 12.000
periodici non rilegati.
Sono stato un decennio a rilegarli e
ad assegnare loro un codice colore.
È stimolante questa opera
perché fa scaturire domande
sulla pittura monocroma.
Quando fanno da tavola monocromatica,
non hanno necessariamente
funzione di archivio.
Ma, in effetti, quello che mi figuro è...
che la storia e i contenuti
all'interno di questi volumi
siano in attesa delle persone
che li riporteranno alla luce.
In quanto rivista,
svolgeva il suo ruolo nel presente.
Non si stava cercando
di creare un archivio.
Ma è così incredibile che questi
volumi costituiscano gli anni '90.
Ed è uno spaccato particolare dell'
esperienza afroamericana negli anni '90.
Mi sento davvero fortunato ad aver avuto
la possibilità di metterli insieme
per poi presentarli di nuovo al mondo.
Proprio ora lavoriamo all'archiviazione
di questo negozio di hardware.
Il negozio di hardware è, ancora,
una specie di Dr. Wax.
Questo formidabile ragazzo, Ken,
l'ha posseduto per 30 anni,
e stava andando in pensione.
Amavamo quel fabbricato,
ma più di tutto la merce.
E così abbiamo comprato
l'intero negozio di hardware.
In un quartiere mutevole,
una zona povera,
una zona dove un colosso come
"Home Depot" avrebbe potuto trasferirsi.
cosa ci fai con
l'eredità di Ken?
Come cataloghi il quotidiano?
Specialmente se i fenomeni del quotidiano
sono in cambiamento...
È forse questo un altro modo
di intercettare lo spazio nero?
Nero, non necessariamente
perché riguarda le persone nere,
ma perché riguarda
quelle dimenticate.
È uno spazio dove le cose
hanno smesso di crescere.
Ed è forse anche
come il vuoto.
Come le risorse che entrano
e poi non sai dove finiscano.
Spazio nero.
Come...
Spazio galattico.
Questo è ciò con cui sto lavorando.
Mi sto divertendo molto
ad esaminare questi oggetti,
sia come oggetti scultorei,
sia come elementi che possono
potenzialmente creare nuove sculture.
È la cosa,
ed è la cosa che crea la cosa.