capitolo 1 L'incontro nel deserto
Mi chiamo Antoine e quando ero bambino volevo diventare
un grande artista Un giorno a 6 anni ho disegnato
un serpente boa che digeriva un elefante Era un
disegno molto semplice ma gli adulti non lo
capivano Dicevano che sembrava un cappello
Così ho smesso di disegnare Sono cresciuto e
sono diventato pilota Mi piaceva volare sopra
il mondo tra le nuvole lontano dalla confusione
della vita Ma un giorno il mio aereo si è rotto
Ero nel mezzo del deserto del Sahara da solo
Nessun telefono nessun villaggio solo sabbia
Dovevo riparare il motore da solo e avevo acqua
per appena una settimana La prima sera mi sono
addormentato sotto le stelle Era tutto silenzioso
ma al mattino qualcosa di incredibile è successo
Una voce dolce mi ha svegliato Per favore mi
disegni una pecora mi sono girato di scatto
Davanti a me c'era un bambino Era biondo con occhi
seri vestito in modo strano Non sembrava né perso
né spaventato Sembrava calmo curioso Che cosa ho
chiesto pensando di sognare Mi disegni una pecora
per favore ha ripetuto Io non sapevo cosa dire
Ero nel deserto con un motore da riparare e questo
bambino mi chiedeva un disegno ma c'era qualcosa
in lui che mi faceva dire di sì Ho tirato fuori
carta e penna e ho provato a disegnare una pecora
ma il primo disegno non gli è piaciuto No questa
è malata Il secondo no è troppo vecchia Il terzo
no questa ha le corna Io voglio una pecora Alla
fine ho disegnato una scatola con dei buchi Qui
dentro c'è la tua pecora ho detto un po' stanco
Il bambino ha sorriso È perfetta È proprio come la
volevo E così è cominciata la nostra amicizia Quel
giorno ho capito una cosa importante I bambini
capiscono cose che gli adulti hanno dimenticato
Capitolo 2 Il pianeta del Piccolo Principe Col
passare dei giorni io e il Piccolo principe
diventammo amici Ogni mattina mentre cercavo
di riparare il motore dell'aereo lui mi faceva
domande Non erano domande comuni come quelle che
fanno i grandi erano strane piccole poetiche e non
rispondeva mai subito Sembrava riflettere molto
prima di parlare Un giorno mi chiese "Che cos'è
quella cosa?" indicava l'aereo "È un aereo vola
nel cielo" risposi "Allora sei caduto dal cielo?"
"Esatto." "Che buffo!" esclamò e scoppiò a ridere
Mi sentì un po' offeso ma la sua risata era così
contagiosa che finì per ridere anch'io Poi mi
guardò serio anche tu vieni da un altro pianeta
quella domanda mi colpì Aveva detto "Anche tu
allora tu vieni davvero da un altro pianeta?" gli
chiesi Il piccolo principe non rispose subito ma
da quel momento iniziò a raccontarmi la sua storia
Poco a poco giorno dopo giorno come se ogni parola
fosse un piccolo seme che doveva germogliare Mi
raccontò che veniva da un piccolo pianeta molto
piccolo così piccolo che bastava spostare una
sedia per vedere il tramonto di nuovo A volte
guardava il sole calare 44 volte in un giorno
solo perché si sentiva triste Sul suo pianeta
c'erano tre piccoli vulcani due attivi e uno
spento "Ma non si sa mai," mi disse "Anche quello
spento lo pulisco ogni settimana" Mi sembrava così
strano pulire vulcani come si puliscono i denti
ma lui parlava con una serietà disarmante Oltre ai
vulcani sul suo pianeta cresceva una pianta molto
particolare Non era una pianta qualsiasi era una
rosa Una rosa bellissima con petali delicati e
spine orgogliose ma di quella mi avrebbe parlato
meglio più avanti Mi spiegò anche che doveva
stare attento ai Baobab Se non li strappi da
piccoli mi disse diventano enormi e distruggono
tutto il pianeta disegnò per me un baubab e io
capì quanto fosse importante fare attenzione Sul
suo pianeta ogni giorno faceva pulizia toglieva
i germogli pericolosi puliva i vulcani annaffiava
la rosa Era tutto un rituale un modo per prendersi
cura del suo mondo Il Piccolo Principe parlava con
amore del suo pianeta Anche se era solo sembrava
che ogni cosa lì fosse viva e importante Il fuoco
dei vulcani i venti la luce del sole la silenziosa
compagnia della sua rosa Una volta mi chiese: "Se
una persona ama un fiore che si trova su un solo
pianeta tra milioni di stelle non è felice solo a
guardare il cielo sapendo che il suo fiore è lì?"
Non sapevo cosa rispondere ma sì aveva ragione Era
una delle cose più belle che avessi mai sentito
Il piccolo principe non era solo un bambino era
qualcosa di più un cuore che vedeva con gli occhi
dell'anima Capitolo 3 La rosa e la partenza Il
piccolo principe parlava spesso della sua rosa ma
all'inizio non diceva molto solo piccoli accenni
è molto bella è un po' complicata sa essere molto
orgogliosa Io ascoltavo in silenzio e capivo che
quella rosa per lui non era solo una pianta era la
rosa l'unica la sua Mi raccontò che era spuntata
un giorno all'improvviso in mezzo a tante piantine
banali era diversa elegante misteriosa Prima di
aprire i suoi petali la rosa aveva impiegato molto
tempo a prepararsi Aveva scelto con cura i suoi
colori Voleva apparire perfetta Quando finalmente
sbocciò fu uno spettacolo Il piccolo principe ne
rimase incantato "Com'è bella!" le disse "Sì ma
non ti sembra che ho bisogno di essere protetta
il vento potrebbe rovinarmi e anche il freddo
Vuoi che ti copra con una campana di vetro magari
e ricordati di annaffiarmi La rosa parlava con
dolcezza ma anche con un tono vanitoso Sembrava
volere sempre attenzioni Un giorno disse: "Ci
sono le tigri sul tuo pianeta?" "No non ci sono
tigri Allora non ho paura Ma se ci fossero le mie
spine servirebbero a qualcosa Il piccolo principe
si prendeva cura di lei ogni giorno la copriva
con il vetro quando faceva freddo la proteggeva
dal vento l'ascoltava ma con il tempo cominciò a
sentirsi triste Non capiva bene perché la rosa
sembrava non essere mai soddisfatta A volte
era gentile a volte troppo orgogliosa per dire
"Grazie o scusa." "Avrei dovuto capirla meglio""
mi disse con malinconia "Ma ero troppo giovane
nonostante tutto le voleva bene." Ma un giorno
sentì il bisogno di partire Voleva scoprire altri
mondi altri cuori forse anche capire meglio se
stesso La mattina della partenza mise in ordine il
pianeta pulì i vulcani strappò gli ultimi germogli
di Baobab e si prese ancora una volta cura della
rosa Lei per la prima volta fu dolce senza essere
orgogliosa Scusami" gli disse "Sono stata stupida
ma ti voglio bene" "Anch'io" rispose il piccolo
principe con gli occhi lucidi Lei aggiunse:
"Non portare la campana non ne ho più bisogno"
Era cresciuta anche lei In silenzio il piccolo
principe la guardò ancora una volta poi partì
Con l'aiuto di alcuni uccelli migratori lasciò il
suo piccolo pianeta per iniziare un viaggio pieno
di incontri e riflessioni E fu così che cominciò
l'avventura del Piccolo Principe tra le stelle
Capitolo 4 Il re il vanitoso e l'ubriacone
Il piccolo principe lasciato il suo pianeta
iniziò a visitare altri mondi I pianeti che
incontrava erano minuscoli ognuno abitato da
una sola persona Il primo che incontrò fu un
re Il re sedeva su un trono enorme anche se
era completamente solo "Ah un suddito!" esclamò
vedendo il piccolo principe "Buongiorno" disse il
bambino con educazione "Ti ordino di salutarmi"
disse il re con voce solenne "Ehm l'ho appena
fatto" rispose il piccolo principe un po' confuso
Il re era felice di avere qualcuno da comandare ma
dava solo ordini che potevano essere eseguiti
comando al sole di tramontare ma solo questa
sera verso le 7:00 quando sarà il momento giusto
il piccolo principe trovava tutto questo un po'
buffo "E tuoi sudditi?" chiese "Li comando tutti"
disse il re "anche le stelle obbediscono sempre"
Il piccolo principe capì che il re non era cattivo
solo molto solo e credeva di comandare tutto per
sentirsi importante "Devo andare" disse il piccolo
principe "Ti nomino mio ambasciatore!" gridò il re
con orgoglio Sul pianeta successivo incontrò
un vanitoso Appena lo vide l'uomo esclamò:
"Ah un ammiratore." "Buongiorno" disse il piccolo
principe "Mi ammiri vero cosa significa ammirare?"
"Significa riconoscere che sono l'uomo più bello
più elegante e più intelligente del pianeta Ma
sei l'unico sul pianeta non importa ammirami lo
stesso Il piccolo principe non capiva Gli adulti
sembravano così strani sempre desiderosi di essere
notati anche se erano soli Il terzo pianeta era
abitato da un ubriacone Teneva delle bottiglie
vuote e altre piene Sembrava triste "Cosa fai?"
chiese il piccolo principe Bevo perché per
dimenticare Dimenticare cosa di vergognarmi
Vergognarti di cosa di bere Il piccolo principe
non sapeva cosa dire Quell'uomo era intrappolato
in un cerchio senza fine e sembrava che non
ci fosse nessuno a cui importasse Dopo aver
lasciato anche quel pianeta il piccolo principe
cominciò a sentirsi un po' più solo Tutti questi
adulti pensava sono strani vivono in un mondo
tutto loro fatto di apparenze e abitudini senza
senso ma non si fermò C'erano altri pianeti
da scoprire e forse prima o poi qualcuno che
potesse davvero capire Capitolo 5 L'uomo d'affari
e il lampionaio Il viaggio del Piccolo Principe
continuava Ogni nuovo pianeta era una sorpresa
Sul quinto pianeta incontrò un uomo d'affari
molto occupato Era seduto alla sua scrivania
e faceva dei calcoli su grandi fogli di carta
Buongiorno" disse il piccolo principe "Non
ho tempo sono molto occupato Che fai conto
le stelle." "Le stelle?" "Sì le possiedo tutte"
Il piccolo principe era sorpreso "E che te ne
fai delle stelle?" "Le metto nei miei registri
poi chiudo i registri a chiave in un cassetto
così so di averle" Il bambino non capiva È come
dire che possiedi fiori ma non li curi oppure che
hai delle conchiglie e non le ascolti mai A cosa
serve possedere se non ti prendi cura di ciò che
hai l'uomo d'affari lo guardò ma non rispose Era
troppo preso dai suoi numeri Il piccolo principe
se ne andò un po' triste I grandi pensava non
sanno vedere Davvero sul pianeta successivo
incontrò un lampionaio Era un uomo semplice ma
con una missione precisa accendere il lampione
la sera e spegnerlo la mattina "Buongiorno"
disse il piccolo principe "Buongiorno" rispose
l'uomo mentre accendeva il lampione "Perché lo
accendi?" Perché è il mio lavoro il pianeta era
così piccolo che il giorno durava un minuto Ogni
60 secondi il sole tramontava e risorgeva Così il
lampionaio doveva accendere e spegnere il
lampione continuamente senza mai fermarsi
È faticoso" disse il piccolo principe "Sì ma
è il mio dovere e mi piace sapere che quando
accendo la luce da qualche parte nasce un po'
di bellezza" Il piccolo principe lo guardò con
ammirazione Finalmente un adulto che non
pensa solo a sé fa qualcosa per gli altri
anche se nessuno lo vede Salutò il lampionaio
con rispetto Era stanco ma non si lamentava
faceva il suo lavoro con dedizione "Quell'uomo"
pensò il piccolo principe "potrei diventare suo
amico?" Ma doveva continuare il suo viaggio Altri
pianeti lo aspettavano e dentro di sé sentiva
crescere tante domande Capitolo 6 Il geografo e il
senso del viaggio Il settimo pianeta era abitato
da un geografo un vecchio signore con una grande
barba bianca e degli enormi libri aperti davanti
a sé "Buongiorno" disse il piccolo principe
"Buongiorno" rispose il geografo senza alzare lo
sguardo "Che lavoro fai?" "Sono un geografo Studio
dove si trovano mari montagne fiumi e deserti"
Oh interessante Hai viaggiato molto allora
Viaggiare no io resto qui Aspetto che arrivino
gli esploratori e mi raccontino cosa vedono Poi
lo scrivo nei miei libri Il piccolo principe
era perplesso Ma come fai a sapere se gli
esploratori dicono la verità li interrogo
bene e se vedo che mentono non prendo nota
Però non prendo mai nota di cose effimere
Cosa vuol dire effimere?" chiese il piccolo
principe "Vuol dire destinate a sparire" Un
fiore per esempio è effimero un vulcano spento
pure Il piccolo principe rimase in silenzio
Pensava al suo fiore quel fiore così fragile con
le spine sottili che lasciava da solo sul suo
pianeta E se qualcosa è effimero non è importante
chiese piano "Non lo è per la geografia" rispose
il vecchio Il bambino si sentì stringere il
cuore "Il mio fiore è effimero" pensò "e io l'ho
lasciato solo Forse è in pericolo forse si sente
abbandonato "Mi consigli di visitare la terra?"
chiese al geografo Sì rispose lui Ha una buona
reputazione è molto interessante Il piccolo
principe lo salutò e riprese il suo viaggio ma
questa volta qualcosa era cambiato Non era più
solo curioso Ora aveva nostalgia Aveva conosciuto
adulti strani buffi tristi o troppo occupati Aveva
imparato tanto ma più andava lontano più sentiva
quanto fosse importante ciò che aveva lasciato
Capitolo 7 l'atterraggio sulla terra e l'incontro
con la volpe Il piccolo principe arrivò finalmente
sulla Terra un pianeta molto più grande di tutti
gli altri che aveva visitato Atterrò nel mezzo
del deserto dove non c'era nessuno Camminò a
lungo finché un giorno in mezzo a un campo di
grano vide una volpe "Buongiorno" disse il piccolo
principe Buongiorno rispose la volpe "Vuoi giocare
con me?" chiese il bambino "Non posso" rispose
la volpe "Non sono addomesticata" Cosa vuol dire
addomesticare vuol dire creare un legame Per
ora tu sei per me solo un bambino come tanti
Ma se mi addomestichi io sarò per te unica al
mondo e tu lo sarai per me Il piccolo principe
non aveva mai sentito nulla del genere Ho un fiore
lo ho lasciato su un pianeta lontano Credo che mi
abbia addomesticato La volpe sorrise È possibile
quando qualcuno ti addomestica il mondo cambia
Guarda per me il grano non significa nulla ma
se tu mi addomestichi il grano sarà speciale
perché ha il colore dei tuoi capelli Che devo
fare chiese il bambino Devi avere pazienza
Ti siederai un po' lontano da me Ogni giorno
ti siederai un po' più vicino Così nascerà la
fiducia Il piccolo principe fece come diceva
la volpe ogni giorno si avvicinava un po' di
più e ogni giorno il silenzio tra loro diventava
più dolce Alla fine la volpe disse: "È arrivato
il momento di dirsi addio" Il piccolo principe
era triste "È colpa tua" disse "Ora soffrirò"
Sì" disse la volpe "ma grazie a te la
mia vita sarà stata bella e ti regalo un
segreto." Il bambino la guardò con attenzione
Si vede bene solo con il cuore l'essenziale è
invisibile agli occhi Il piccolo principe restò
in silenzio Quelle parole gli entravano nell'anima
La gente dimentica questa verità" continuò la
volpe "Ma tu non dimenticarla sei responsabile
per sempre di ciò che hai addomesticato."
Il piccolo principe pensò al suo fiore Forse
era fragile forse era vanitoso ma era il suo
fiore e lui lo aveva addomesticato Capitolo 8
il serpente l'eco e il giardino di rose Dopo
l'addio alla volpe il piccolo principe continuò
a camminare sulla terra Il deserto sembrava
infinito e intorno a lui non c'era anima viva
Ad un tratto vide qualcosa muoversi tra le
rocce Era un serpente sottile come un filo
d'oro "Buongiorno" disse il piccolo principe
"Buongiorno" sussurrò il serpente "Chi sei?"
"Sono un serpente Posso riportarti da dove sei
venuto?" "Non capisco Chi tocco ritorna alla terra
da cui è venuto." "Ma tu sembri puro hai un cuore
leggero." Il piccolo principe non aveva paura
Quel serpente non sembrava cattivo solo misterioso
Sei potente più di un re rispose il serpente Ma
non faccio male a chi porta l'amore nel cuore il
piccolo principe lo salutò e continuò il cammino
Pensieroso arrivò in cima a una montagna e
gridò: "Ciao!" Ma una voce lontana rispose:
"Ciao ciao era un eco Il piccolo principe si sentì
solo Che strano pianeta pensò È duro è secco e la
gente non parla ripete solo ciò che dici Scese
dalla montagna e dopo molto camminare trovò un
giardino pieno di rose Erano tantissime belle
profumate tutte uguali al suo fiore Il piccolo
principe si sedette a terra triste Credevo che
il mio fiore fosse unico al mondo e invece ce
ne sono migliaia come lui E iniziò a piangere
In quel momento ricordò le parole della volpe:
"Il tuo fiore è unico perché tu te ne sei preso
cura hai perso tempo con lui lo hai amato Questo
lo rende speciale." Le rose del giardino erano
bellissime sì ma non avevano la voce del suo
fiore non ridevano come il suo fiore non erano
state addomesticate da lui e allora capì non si è
mai davvero soli quando si ama Capitolo 9 l'aereo
nel deserto e la sete Il narratore cioè il pilota
si trovava nel deserto perché il suo aereo si
era agguastato Stava cercando di ripararlo da
solo senza aiuto senza acqua e senza sapere
quanto avrebbe resistito Fu lì che incontrò
il piccolo principe Il bambino apparve come
dal nulla silenzioso con il suo sguardo calmo
Per favore" disse "mi disegni una pecora?" E da
lì iniziò la loro amicizia Erano passati otto
giorni da quando il pilota era caduto nel deserto
L'acqua era finita Era stanco sudato e preoccupato
Il piccolo principe lo guardò "Anche tu hai sete?"
"Sì" disse il pilota Andiamo a cercare un pozzo"
propose il bambino Camminarono nel silenzio del
deserto fianco a fianco Il sole bruciava e la
sabbia sembrava infinita ma il piccolo principe
sorrideva "Il deserto è bello" disse "Sai perché?"
"Perché?" chiese il pilota "Perché da qualche
parte nasconde un pozzo?" Il pilota lo guardò
stupito In effetti anche il silenzio e il vuoto
del deserto avevano una loro poesia Camminarono
ancora Poi nel buio della notte videro un piccolo
muro di pietra e accanto a quello un pozzo vero Il
pilota si chinò e tirò su l'acqua fresca e limpida
Il piccolo principe bevve I suoi occhi brillarono
Questa acqua è diversa disse Non è solo acqua
è come un regalo Ha il canto della carruola la
fatica del cercarla la gioia di trovarla Il pilota
si fermò a riflettere Il bambino aveva ragione
Quando qualcosa è cercato con il cuore diventa
prezioso Poi il piccolo principe disse piano:
"Domani è l'anniversario del mio arrivo sulla
terra È passato un anno" Il pilota lo guardò
sentì dentro di sé una strana tristezza Sapeva che
il loro tempo insieme stava per finire Capitolo 10
il ritorno e l'invisibile presenza dell'amore Il
piccolo principe era molto serio guardava il cielo
come se aspettasse qualcosa Il pilota era riuscito
finalmente ad aggiustare il suo aereo Era felice
certo ma anche preoccupato Il piccolo principe gli
aveva detto: "Oggi è il giorno devo tornare al mio
pianeta" Il pilota non voleva lasciarlo andare Non
sei solo un bambino sei diventato il mio amico Non
posso perderti Il piccolo principe sorrise
dolcemente Se ami qualcuno non lo perdi mai
anche se non lo vedi più Poi si avvicinò al muro
di pietra dove il giorno prima avevano trovato il
pozzo Lì ad aspettarlo c'era il serpente giallo
Il pilota capì Il serpente lo avrebbe aiutato a
tornare a casa ma a un prezzo Il piccolo principe
parlò piano Sembra terribile ma non è nulla Il mio
corpo è solo un involucro È troppo pesante per
il viaggio Il vero me è invisibile Il pilota si
inginocchiò Aveva gli occhi pieni di lacrime
Mi mancherai Il piccolo principe lo guardò
Quando guarderai il cielo la notte vedrai le
stelle ma una di quelle stelle riderà perché io
sarò lì e sarà come se tutte le stelle ridessero
Tu mi sentirai ridere in ogni angolo del cielo
Poi si stese dolcemente sulla sabbia il serpente
lo sfiorò e il piccolo corpo cadde silenzioso Ma
il pilota sapeva che non era finita Il piccolo
principe era tornato a casa Forse dalla sua rosa
forse nel suo minuscolo pianeta Ogni volta che
alzava gli occhi al cielo sorrideva perché una
stella rideva per lui E ancora oggi se ascolti il
silenzio della notte forse puoi sentirla anche tu