WEBVTT 00:00:05.120 --> 00:00:07.760 Il Gattopardo 00:00:07.760 --> 00:00:12.031 Capitolo 1 Il principe e la Sicilia che cambia. 00:00:12.031 --> 00:00:15.480 Ogni mattina inizia allo stesso modo:   00:00:15.480 --> 00:00:21.400 il suono delle preghiere, l'odore di cera e  fiori nella cappella di casa. Le mie sorelle   00:00:21.400 --> 00:00:27.160 recitano il rosario con devozione, mentre  io, seduto al mio posto, penso ad altro.  00:00:27.160 --> 00:00:34.280 Fuori il sole siciliano brucia la terra come  sempre, ma qualcosa è diverso nell’aria. La   00:00:34.280 --> 00:00:41.200 mia terra, così lenta a cambiare, sembra  ora correre verso qualcosa che non conosco.  00:00:41.200 --> 00:00:48.200 Le notizie arrivano da Palermo, da Napoli, da  oltremare. Garibaldi è sbarcato in Sicilia. La   00:00:48.200 --> 00:00:55.680 monarchia vacilla, e con essa la nostra vita. I servi sussurrano, i nobili fingono di   00:00:55.680 --> 00:01:01.240 essere calmi e padroni della situazione,  anche se sono palesemente preoccupati.  00:01:01.240 --> 00:01:06.200 Ma io lo sento: il mondo come  lo conosciamo sta finendo.  00:01:06.200 --> 00:01:11.720 Tancredi, mio nipote, mi guarda con occhi  pieni di fuoco. Vuole partire e unirsi a quei   00:01:11.720 --> 00:01:19.800 liberatori. Dice che è giusto, che è il futuro. Io sorrido, ma dentro sento un morso gelido.   00:01:19.800 --> 00:01:26.000 È giovane, sì, ma non stupido. Ha capito  prima di me che il potere si sta spostando.  00:01:26.000 --> 00:01:34.520 E io, principe Fabrizio di Salina, uomo di stelle  e silenzi, resto fermo mentre tutto cambia.  00:01:34.520 --> 00:01:41.120 Quella notte, guardando il cielo, ho visto  una stella cadere. Un presagio, forse.  00:01:41.120 --> 00:01:48.320 O forse solo l’inizio della fine. Ma non lo sapevo ancora. Non del tutto. 00:01:48.320 --> 00:01:53.160 Capitolo 2 Don Fabrizio e il tempo che passa.  00:01:53.160 --> 00:01:57.840 A volte mi sveglio nel cuore della notte  senza sapere perché. Cammino piano per   00:01:57.840 --> 00:02:03.760 i corridoi bui della villa, ascolto i  miei passi sul marmo e penso al tempo.  00:02:03.760 --> 00:02:10.480 Il tempo è un animale silenzioso: ti cammina  accanto e poi, senza avviso, ti supera.  00:02:10.480 --> 00:02:14.480 Rivedo la mia giovinezza come  in uno specchio appannato:   00:02:14.480 --> 00:02:20.320 le cacce con gli amici, i viaggi,  gli studi. Tutto sembra così lontano.  00:02:20.320 --> 00:02:27.480 Ora ogni gesto è lento, ogni pensiero pesante. La mia famiglia mi guarda ancora con rispetto,   00:02:27.480 --> 00:02:33.120 ma sento che non capisce più chi  sono. Neanche io, forse, lo so.  00:02:33.120 --> 00:02:38.680 Vivo tra riti e abitudini che non  cambiano mai: il pranzo alle 2:00,   00:02:38.680 --> 00:02:45.360 la passeggiata in giardino, le serate nel  salotto mentre mia moglie ricama in silenzio.  00:02:45.360 --> 00:02:52.560 Ma fuori il mondo corre. Le città esplodono.  La gente vuole votare, urlare, combattere.  00:02:52.560 --> 00:02:58.920 E noi, i nobili, restiamo chiusi nei  nostri palazzi a contare le ombre.  00:02:58.920 --> 00:03:03.840 A volte mi chiedo se tutto questo  ordine serva a qualcosa, se non sia   00:03:03.840 --> 00:03:10.400 solo un modo elegante per nascondere la paura. E mentre l’isola si risveglia, io continuo a   00:03:10.400 --> 00:03:18.520 osservare come un leone stanco che sente, nella  polvere, l’odore del nemico che si avvicina. 00:03:18.520 --> 00:03:23.440 Capitolo 3 Tancredi è la nuova generazione.  00:03:23.440 --> 00:03:29.560 Tancredi è come il vento: non lo fermi, non  lo segui. Lo guardi passare e speri che torni.  00:03:29.560 --> 00:03:32.720 Quando mi ha detto che  voleva unirsi ai garibaldini,   00:03:32.720 --> 00:03:39.480 ho sorriso. Non per gioia, ma per rispetto. Lui sa dove va il mondo. Io, invece,   00:03:39.480 --> 00:03:43.320 lo sto lasciando andare. «Zio, se non cambiamo,   00:03:43.320 --> 00:03:48.720 ci cancellano», mi ha detto, con quegli  occhi brillanti e quella voce sicura.  00:03:48.720 --> 00:03:55.000 Parlava di patria, libertà, futuro.  Io vedevo solo polvere e disordine.  00:03:55.000 --> 00:04:01.880 Ma ho taciuto, perché in fondo ha ragione:  bisogna cambiare tutto per restare com'è.   00:04:01.880 --> 00:04:06.280 È la nostra unica speranza. Tancredi porta con sé qualcosa   00:04:06.280 --> 00:04:12.960 che io ho perso: la voglia di vivere.  Ride, scherza, si innamora con facilità.  00:04:12.960 --> 00:04:18.520 Le donne lo adorano, gli uomini lo seguono. È figlio di un mondo nuovo,   00:04:18.520 --> 00:04:22.600 nato sulle rovine del nostro. Quando è partito con la divisa   00:04:22.600 --> 00:04:30.400 storta e la spada di scena, l’ho abbracciato. Ho  sentito il profumo del tabacco e della giovinezza.  00:04:30.400 --> 00:04:37.160 E ho avuto paura. Non per lui. Per me. Per quello che rappresenta.  00:04:37.160 --> 00:04:40.680 Ora siedo nel mio studio,  guardando il suo ritratto.  00:04:40.680 --> 00:04:49.200 Il silenzio è profondo, e il futuro — il suo  futuro — galoppa lontano da me, senza voltarsi. 00:04:49.920 --> 00:04:54.200 Capitolo 4 L’incontro con Angelica.  00:04:54.200 --> 00:04:58.480 Quando Angelica è entrata nella  sala, il tempo si è fermato.  00:04:58.480 --> 00:05:03.640 La sua bellezza non era solo nei lineamenti:  era nei gesti, nello sguardo sicuro,   00:05:03.640 --> 00:05:09.040 nel silenzio che portava con sé. Anche io, vecchio principe ormai stanco,   00:05:09.040 --> 00:05:15.160 ho sentito un brivido, come se qualcosa di  potente fosse entrato nella nostra vita.  00:05:15.160 --> 00:05:19.080 Tancredi l’ha vista e ha  dimenticato tutto: guerre,   00:05:19.080 --> 00:05:27.080 ideali, futuro. Era lì, davanti a lui, e bastava  uno sguardo per sapere che sarebbe stata sua.  00:05:27.080 --> 00:05:33.920 Non gliel’ho detto, ma l’ho capito subito. E anche se lei è figlia di don Calogero Sedara,   00:05:33.920 --> 00:05:40.760 un uomo rozzo e arricchito, ho taciuto. Perché Angelica non è come lui.  00:05:40.760 --> 00:05:47.000 È fuoco sotto il ghiaccio. La nobiltà si stringeva nelle sue sete consumate   00:05:47.000 --> 00:05:53.280 cercando di ignorarla, ma lei brillava troppo. Rappresentava quello che sta arrivando:   00:05:53.280 --> 00:05:58.440 una borghesia elegante, affamata,  pronta a conquistare tutto.  00:05:58.440 --> 00:06:04.960 Li ho osservati parlare, ridere, sfiorarsi appena. E ho sentito una fitta dentro.  00:06:04.960 --> 00:06:08.360 Non di gelosia. Di nostalgia.  00:06:08.360 --> 00:06:14.160 Angelica è il futuro mascherato da sogno. E io, che conosco i sogni e le loro trappole,   00:06:14.160 --> 00:06:21.040 ho capito subito che niente sarà più come prima. Quella sera ho alzato il calice e ho brindato,   00:06:21.040 --> 00:06:25.840 senza dire a nessuno che il  nostro mondo stava morendo. 00:06:25.840 --> 00:06:31.600 Capitolo 5 Il ballo e il tramonto dell’aristocrazia.  00:06:31.600 --> 00:06:38.720 Il salone era pieno di luci, risate e profumi. I ventagli si muovevano come ali di farfalla.  00:06:38.720 --> 00:06:44.080 I violini suonavano valzer senza fine. Palermo voleva dimenticare la guerra,   00:06:44.080 --> 00:06:48.480 le tensioni, le notizie confuse  che arrivavano dal continente.  00:06:48.480 --> 00:06:52.120 Ma io non dimentico. Io osservo.  00:06:52.120 --> 00:06:59.560 Tutti erano lì: nobili vestiti d’oro, borghesi in  cerca di gloria, ufficiali con le divise lucide.  00:06:59.560 --> 00:07:05.200 Angelica dominava la sala. In ogni  suo passo c’era grazia e conquista.  00:07:05.200 --> 00:07:10.920 Tancredi le sorrideva, orgoglioso.  Era la sua notte, la loro vittoria.  00:07:10.920 --> 00:07:16.560 Io sedevo in disparte, come un re in esilio. Le dame mi salutavano, i giovani   00:07:16.560 --> 00:07:21.760 venivano a baciarmi la mano. Ma era cortesia, non rispetto.  00:07:21.760 --> 00:07:28.640 Lo sentivo nelle voci, nei gesti troppo  rapidi, negli sguardi che passavano oltre.  00:07:28.640 --> 00:07:35.360 Camminando tra gli specchi e i lampadari, ho  rivisto tutto ciò che siamo stati — e tutto   00:07:35.360 --> 00:07:39.440 ciò che non saremo più. I muri ridevano di noi,   00:07:39.440 --> 00:07:45.520 dei nostri titoli, delle nostre medaglie. A un certo punto ho chiesto un bicchiere   00:07:45.520 --> 00:07:51.880 d’acqua. Solo acqua, perché il vino  quella sera avrebbe bruciato troppo.  00:07:51.880 --> 00:07:58.200 Poi l’ho visto: il mio riflesso. Stanco, grigio, fuori tempo.  00:07:58.200 --> 00:08:04.840 E ho capito che non ero più un principe. E forse non lo ero mai stato davvero. 00:08:04.840 --> 00:08:09.160 Capitolo 6 Il matrimonio e la nuova realtà.  00:08:09.880 --> 00:08:15.720 Il giorno del matrimonio di Tancredi  e Angelica fu splendido. Eppure amaro.  00:08:15.720 --> 00:08:19.680 Il cielo era chiaro, i fiori  freschi, gli abiti brillanti.  00:08:19.680 --> 00:08:25.800 La gente applaudiva, le campane suonavano. Tutto era come doveva essere.  00:08:25.800 --> 00:08:29.760 Eppure, dentro di me, qualcosa si spezzava.  00:08:29.760 --> 00:08:36.240 Tancredi era raggiante, Angelica, in  abito avorio, sembrava una regina.  00:08:36.240 --> 00:08:42.000 Ma io sapevo che non era solo un’unione  d’amore: era un’alleanza tra il sangue   00:08:42.000 --> 00:08:49.440 antico dei Salina e il denaro nuovo dei Sedara. Un compromesso necessario. Una resa elegante.  00:08:49.440 --> 00:08:54.240 Don Calogero, il padre della  sposa, sorrideva troppo.  00:08:54.240 --> 00:08:58.120 Guardava ogni invitato come  se stesse contando monete.  00:08:58.120 --> 00:09:03.160 Ogni parola che diceva era fuori  luogo, ma nessuno osava correggerlo.  00:09:03.160 --> 00:09:08.920 Ora anche lui faceva parte del nostro mondo. O almeno così credeva.  00:09:08.920 --> 00:09:14.240 Durante la cerimonia, ho guardato le mani  di Tancredi stringere quelle di Angelica.   00:09:14.240 --> 00:09:17.400 Giovani, sicure. Le mie, nascoste   00:09:17.400 --> 00:09:22.480 dietro la schiena, tremavano appena. Perché quello che vedevo era il futuro.  00:09:22.480 --> 00:09:27.680 E io non ci appartenevo. A tavola, tra brindisi e risate,   00:09:27.680 --> 00:09:33.760 ho alzato il calice ai nuovi tempi, ho detto. Tutti hanno applaudito.  00:09:33.760 --> 00:09:38.920 Ma io pensavo solo a una cosa: avevamo aperto la porta al cambiamento,   00:09:38.920 --> 00:09:43.800 e il cambiamento non chiede  mai il permesso per entrare. 00:09:43.800 --> 00:09:48.560 Capitolo 7 Solitudine e fine del principe.  00:09:48.560 --> 00:09:52.720 La casa è più silenziosa, ora. I figli sono lontani.  00:09:52.720 --> 00:09:58.400 Tancredi vive a Palermo, Angelica  organizza ricevimenti, partecipa a salotti.  00:09:58.400 --> 00:10:02.440 Io resto qui, nella villa di  Donnafugata, tra mobili antichi   00:10:02.440 --> 00:10:08.440 e abitudini che non servono più a nulla. Ogni mattina cammino lentamente nel giardino.  00:10:08.440 --> 00:10:14.000 Gli alberi sono gli stessi, ma io no. Il corpo si piega, la mente vaga.  00:10:14.000 --> 00:10:19.880 Non ho più desideri, solo ricordi. E ogni tanto un pensiero fisso:   00:10:19.880 --> 00:10:24.680 quando verrà il momento? La politica non mi interessa più.  00:10:24.680 --> 00:10:30.080 I nuovi governanti parlano tanto,  promettono tutto. Ma io non ci credo.  00:10:30.080 --> 00:10:34.920 Non è davvero cambiato niente. Solo le facce. Il popolo resta povero.  00:10:34.920 --> 00:10:41.560 La Sicilia resta immobile sotto il sole. La verità è semplice: qui tutto cambia   00:10:41.560 --> 00:10:46.400 per non cambiare mai davvero. Passo i pomeriggi a osservare il   00:10:46.400 --> 00:10:53.560 cielo che si fa rosso come una fiamma lenta. Sento la morte vicina, ma non con paura.  00:10:53.560 --> 00:10:57.600 La guardo come si guarda  un vecchio amico in arrivo.  00:10:57.600 --> 00:11:04.000 Una sera, mentre il sole calava dietro le  colline, ho sentito un sollievo profondo.  00:11:04.000 --> 00:11:09.920 Come se tutto avesse finalmente un senso. E per la prima volta ho capito che   00:11:09.920 --> 00:11:16.800 non siamo padroni della nostra fine. Ma possiamo almeno sceglierne il silenzio. 00:11:16.800 --> 00:11:20.920 Capitolo 8 Tutto deve cambiare per restare com'è.  00:11:21.560 --> 00:11:26.480 Ora che non ci sono più, forse  qualcuno parlerà ancora di me.  00:11:26.480 --> 00:11:31.320 Diranno che ero un uomo d’onore, un  principe colto, un sognatore stanco.  00:11:31.320 --> 00:11:37.240 Ma la verità è un’altra: ho solo  osservato il tempo scivolarmi tra le dita,   00:11:37.240 --> 00:11:41.240 come sabbia calda in una mano che non stringe più.  00:11:41.240 --> 00:11:47.720 Dopo la mia morte, la vita è andata avanti. Tancredi è diventato deputato, poi senatore.  00:11:47.720 --> 00:11:53.040 Angelica è diventata una figura  brillante della nuova società siciliana.  00:11:53.040 --> 00:11:59.560 Hanno figli, feste, fotografie. Parlano di progresso, di modernità.  00:11:59.560 --> 00:12:03.320 Eppure, se si guarda bene,  tutto è rimasto com’era.  00:12:03.320 --> 00:12:08.040 I contadini sono ancora poveri. I palazzi antichi cadono a pezzi.  00:12:08.040 --> 00:12:14.760 I potenti cambiano nome, ma non abitudini. La Sicilia si lascia cambiare in superficie, ma   00:12:14.760 --> 00:12:23.680 dentro resta uguale: orgogliosa, ferita, immobile. Un giorno, molti anni dopo, una delle mie figlie   00:12:23.680 --> 00:12:28.440 trovò il mio vecchio cane, morto,  dimenticato in una stanza chiusa.  00:12:28.440 --> 00:12:33.360 Nessuno lo aveva più cercato. Lo seppellirono in silenzio,   00:12:33.360 --> 00:12:37.640 come una reliquia del passato. Forse fu quello, davvero,   00:12:37.640 --> 00:12:43.640 il funerale del mio mondo. Ora il mio nome è inciso su una lapide fredda.  00:12:43.640 --> 00:12:48.200 Ma se qualcuno mi chiedesse cosa ho  imparato, risponderei solo questo:  00:12:48.200 --> 00:12:51.480 perché le cose restino com’erano,  bisogna che tutto cambi.