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Béatrice Coron: Storie ritagliate nella carta

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    (Applausi)
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    (Applausi)
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    Sono una taglierina.
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    (Risate)
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    Ritaglio storie.
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    Il mio procedimento è molto semplice.
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    Prendo un pezzo di carta,
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    Visualizzo la mia storia,
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    qualche volta ne faccio uno schizzo, qualche volta no.
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    E dato che l'immagine
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    è già nella carta,
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    devo solo rimuovere
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    quello che non fa parte della storia.
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    Non sono quindi giunta a ritagliare
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    in linea retta.
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    Di fatto,
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    lo vedo più come una spirale.
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    Non sono nata
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    con una lama in mano.
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    E non ricordo di aver ritagliato carta da piccola.
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    Da adolescente,
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    abbozzavo, disegnavo,
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    e volevo essere un'artista.
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    Ma ero anche una ribelle.
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    Ho lasciato tutto
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    e sono passata per tutta una serie di strani lavori.
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    Tra questi,
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    ho accudito le pecore,
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    ho fatto la camionista,
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    l'operaia in fabbrica,
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    la donna delle pulizie.
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    Ho lavorato nel turismo per un anno
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    in Messico,
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    un anno in Egitto.
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    Mi sono trasferita per due anni
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    a Taiwan.
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    E poi mi sono stabilita a New York
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    dove sono diventata una guida turistica.
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    E facevo ancora l'accompagnatrice turistica,
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    viaggiavo avanti e indietro
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    in Cina, Tibet e Asia Centrale.
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    Ovviamente, mi ci è voluto tempo; mi avvicinavo ai 40,
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    e ho deciso che era venuto il momento
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    di diventare un'artista.
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    (Applausi)
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    Ho scelto di ritagliare la carta
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    perché la carta è economica,
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    è leggera,
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    e la si può usare
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    in molti modi diversi.
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    E ho scelto il linguaggio della silhouette
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    perché graficamente è molto efficace.
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    Ed è anche un modo per arrivare dritti al punto.
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    La parola "silhouette"
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    viene da un ministro delle finanze,
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    Etienne de Silhouette.
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    Egli aveva tagliato tanti di quei budget
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    che la gente diceva di non potersi più permettere
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    i dipinti,
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    e di doversi far fare i ritratti
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    "à la silhouette."
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    (Risate)
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    Ho fatto quindi una serie di immagini, ritagli,
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    e li ho assemblati in cartelline.
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    E la gente mi diceva --
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    come queste vedute surreali dell'Empire State Building --
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    mi diceva: "Fai libri d'artista".
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    I libri d'artista hanno molte definizioni.
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    Hanno tante forme diverse.
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    Ma secondo me,
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    sono oggetti affascinanti
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    per narrare visivamente una storia.
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    Possono essere con le parole
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    o senza le parole.
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    Io ho una passione
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    per le immagini e le parole.
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    Adoro i giochi di parole
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    e la loro relazione con l'inconscio.
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    Mi piacciono le stranezze della lingua.
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    In ogni luogo in cui ho vissuto ho imparato le lingue,
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    ma non le ho mai padroneggiate.
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    Quindi cerco sempre
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    i falsi amici
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    o parole identiche in lingue diverse.
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    Come avrete capito, la mia lingua madre è il francese.
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    E la mia lingua di tutti i giorni è l'Inglese.
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    Ho fatto una serie di lavori
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    dove c'erano parole identiche
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    in francese e in inglese.
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    Uno di questi lavori
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    è il Ragno Ortografico.
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    Il Ragno Ortografico
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    è un cugino dell'Ape Ortografica.
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    (Risate)
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    Ma è molto più connesso alla Rete.
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    (Risate)
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    E il ragno
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    tesse un alfabeto bilingue.
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    Quindi leggete "architettura attiva"
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    o "attiva architettura".
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    Questo ragno percorre tutto l'alfabeto
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    con aggettivi e sostantivi identici.
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    Se non conoscete una di queste lingue,
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    è un apprendimento istantaneo.
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    E un'antica forma di libro
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    sono le pergamene.
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    Le pergamene sono molto comode,
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    perché si possono creare grandi immagini
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    su un tavolo molto piccolo.
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    La conseguenza inattesa di tutto questo
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    è che vedete solo una parte della vostra immagine,
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    anche se crea un'architettura di stile molto libero.
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    E sto facendo tutte queste finestre.
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    È come guardare oltre la superficie.
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    È come guardare
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    mondi diversi.
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    Io sono stata molto spesso una outsider.
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    Voglio capire come funzionano le cose
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    e cosa accade.
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    Quindi ogni finestra
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    è un'immagine
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    ed è un mondo
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    che ripercorro spesso.
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    E ripercorro questo mondo
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    pensando all'immagine
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    o al cliché di quello che vogliamo fare,
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    e quali sono le parole, le espressioni colloquiali,
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    che pronunciamo.
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    È tutto un "se",
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    E "se" vivessimo in case su un pallone?
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    Sarebbe un mondo molto sollevato.
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    E lasceremmo una piccola impronta sul pianeta.
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    Sarebbe così leggera.
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    Qualche volta lo vedo dall'interno,
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    vedo l'egocentrismo
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    e i circoli ristretti.
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    Qualche volta è una visione globale,
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    per vedere le nostre radici comuni
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    e come possiamo usarle per intrappolare i sogni.
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    le possiamo usare anche
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    come rete di sicurezza.
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    La mia ispirazione
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    è molto eclettica.
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    Sono influenzata da tutto quello che leggo,
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    tutto quello che vedo.
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    Ho creato delle storie umoristiche,
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    come "Il battito dei morti".
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    (Risate)
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    Altre sono storiche.
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    Ecco que "La Città Caramella".
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    È la storia non zuccherata
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    dello zucchero.
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    Va dalla tratta degli schiavi
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    all'eccesso di consumo di zucchero
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    con alcuni momenti dolci nel mezzo.
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    Qualche volta ho una risposta emozionale alle notizie,
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    come per il terremoto di Haiti nel 2010.
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    Altre volte, non sono neanche mie storie.
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    Le persone mi raccontano le loro vite,
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    i loro ricordi, le loro aspirazioni,
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    e io creo una mappa mentale.
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    Incanalo la loro storia
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    perché abbiano un posto in cui tornare
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    per osservare la loro vita e le loro opportunità.
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    Le chiamo città Freudiane.
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    Non posso parlare per tutte le mie immagini,
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    percorrerò quindi alcuni dei miei mondi
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    solo con il titolo.
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    "Modicit[t]à"
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    "Elettricit[t]à"
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    "Crescita pazza su Columbus Circle"
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    "La Città Scoglio"
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    "Una Rete del Tempo"
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    "Città del Caos"
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    "Battaglie quotidiane"
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    "Felicità"
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    "Isole galleggianti"
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    A un certo punto,
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    ho dovuto fare la storia tutta intera.
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    Che in realtà è un ritaglio lungo più di 8 metri.
  • 9:06 - 9:08
    (Risate)
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    Quindi, nella vita e nel ritagliare carta,
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    tutto è connesso.
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    Una storia porta ad un'altra.
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    Ero anche interessata
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    alla fisicità di questo formato,
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    perché bisogna camminare per vederlo.
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    E il mio ritaglio è parallelo
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    al mio percorso.
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    Ho cominciato con piccole immagini,
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    Ho cominciato con pochi chilometri.
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    Immagini più grandi, ho cominciato a correre maratone.
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    Poi sono passata a correre 50 km, poi 60 km.
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    Poi ho corso 80 km -- ultramaratone.
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    E mi sembra ancora di correre;
  • 9:44 - 9:46
    è solo allenamento
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    per diventare una ritagliatrice di lunga distanza.
  • 9:49 - 9:51
    (Risate)
  • 9:51 - 9:55
    E correre mi dà molto energia.
  • 9:55 - 9:58
    Questa è una maratona di ritaglio di tre settimane
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    al Museum of Arts and Design
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    a New York.
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    Il risultato è "Inferni e Paradisi".
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    Sono due pannelli di 4 metri di altezza.
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    Sono stati installati nel museo su due piani,
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    ma in realtà, è un'immagine continua.
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    E l'ho intitolata "Inferni e Paradisi"
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    perché sono gli inferni e i paradisi quotidiani.
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    Non ci sono confini tra l'uno e l'altro.
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    Qualcuno è nato all'inferno,
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    e contro ogni previsione, raggiunge il paradiso.
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    Altri fanno il percorso inverso.
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    Ecco il confine.
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    Laboratori infernali sfruttano il lavoro minorile,
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    mentre altra gente presta le loro ali in paradiso.
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    E poi ci sono tutte queste storie individuali
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    dove talvolta addirittura la stessa azione,
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    ha come risultato di portarvi in inferno o in paradiso.
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    Nel complesso "Inferni e Paradisi"
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    riguarda il libero arbitrio
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    e il determinismo.
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    E nel ritagliare,
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    il disegno è la struttura stessa.
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    Quindi lo si può staccare dal muro.
  • 11:07 - 11:10
    Questa è l'installazione di un libro d'artista
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    intitolato "Progetto Identità".
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    Non sono identità autobiografiche.
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    Sono più che altro le nostre identità sociali.
  • 11:21 - 11:23
    E potete semplicemente camminarci dietro
  • 11:23 - 11:25
    e provarle.
  • 11:25 - 11:27
    È come una serie di strati
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    di ciò di cui siamo fatti
  • 11:29 - 11:31
    e che presentiamo al mondo
  • 11:31 - 11:33
    come identità.
  • 11:33 - 11:36
    Questo è un altro progetto di libro d'artista.
  • 11:36 - 11:40
    Di fatto, nell'immagine, ce ne sono due.
  • 11:40 - 11:42
    Uno che sto indossando
  • 11:42 - 11:44
    e uno che è nella mostra
  • 11:44 - 11:46
    al Center for Books Arts a New York.
  • 11:46 - 11:48
    Perché dico che è un libro?
  • 11:48 - 11:50
    Si intitola "Dichiarazione di Moda"
  • 11:50 - 11:52
    e ci sono citazioni sulla moda,
  • 11:52 - 11:54
    che potete leggere,
  • 11:54 - 11:56
    e anche,
  • 11:56 - 11:59
    perché la definizione di libro d'artista
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    è molto generosa.
  • 12:02 - 12:04
    Quindi i libri d'artista, si possono staccare dal muro.
  • 12:04 - 12:06
    Ve li portate in giro.
  • 12:06 - 12:09
    Si possono anche installare come arte pubblica.
  • 12:09 - 12:12
    Qui siamo a Scottsdale, in Arizona,
  • 12:12 - 12:15
    e si intitola "Memorie Galleggianti".
  • 12:15 - 12:18
    Sono memorie regionali,
  • 12:18 - 12:21
    e si muovono casualmente seguendo il vento.
  • 12:23 - 12:25
    Adoro l'arte pubblica.
  • 12:25 - 12:28
    E mi sono iscritta a gare
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    per un lungo periodo.
  • 12:30 - 12:33
    Dopo otto anni di bocciature,
  • 12:33 - 12:36
    Mi sono emozionata quando ho avuto il mio primo incarico
  • 12:36 - 12:39
    con il Percent for Art a New York.
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    Era per una sede comune
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    per i lavoratori del pronto soccorso e i pompieri.
  • 12:45 - 12:48
    Ho fatto un libro d'artista
  • 12:48 - 12:50
    in acciaio inossidabile
  • 12:50 - 12:52
    invece che in carta.
  • 12:52 - 12:56
    L'ho intitolato "Lavorare nella stessa direzione".
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    Ma ho aggiunto delle banderuole sui due lati
  • 12:58 - 13:02
    per mostrare che coprono tutte le direzioni.
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    Con l'arte pubblica,
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    ho anche ritagliato il vetro.
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    Questo è vetro ritagliato nel Bronx.
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    E ogni volta che faccio arte pubblica,
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    voglio qualcosa che sia veramente rilevante
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    nel posto in cui viene installata.
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    Quindi per la metropolitana di New York,
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    ho visto una corrispondenza
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    tra viaggiare in metropolitana
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    e leggere.
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    È viaggiare nel tempo, viaggiare in tempo.
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    E la letteratura del Bronx,
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    è tutta fatta da scrittori del Bronx
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    e dalle loro storie.
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    Un altro progettoini vetro
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    è in una biblioteca pubblica
  • 13:41 - 13:44
    a San Jose, in California.
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    Ho fatto un punto di vista di un vegetale
  • 13:47 - 13:49
    della crescita di San Jose.
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    Ho cominciato nel centro
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    con una ghianda
  • 13:53 - 13:57
    per la civiltà indiana degli Ohlone.
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    Poi c'è il frutto dall'Europa
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    per i proprietari di ranch.
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    E poi il frutto del mondo per la Silicon Valley di oggi.
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    E sta ancora crescendo.
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    La tecnica consiste nel taglio,
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    nella sabbiatura, nell'incisione
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    e nella stampa su vetro, arrivando a un'architettura di vetro.
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    E fuori dalla biblioteca,
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    volevo che ci fosse un luogo in cui nutrire la mente.
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    Ho preso del materiale dalla biblioteca
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    che aveva "frutta" nel titolo
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    e l'ho usato per fare un percorso in un frutteto
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    con questi frutti della conoscenza.
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    Ho anche piantato il biblio-albero.
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    È un albero,
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    e nel tronco ci sono le radici delle lingue.
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    Riguarda i sistemi di scrittura internazionali.
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    Sui rami
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    cresce il materiale della biblioteca.
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    Si possono anche fondere funzione e forma
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    nell'arte pubblica.
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    Quindi ad Aurora, Colorado è una panchina.
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    Ma c'è un bonus con questa panchina.
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    Se in estate vi ci sedete per un po' in pantaloncini,
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    vi alzerete
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    con un marchio temporaneo
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    della storia degli elementi sulle cosce.
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    (Risate)
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    Un altro lavoro funzionale,
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    è nella parte sud di Chicago
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    per una stazione della metropolitana.
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    Si intitola "I semi del futuro si piantano oggi".
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    È una storia di trasformazione
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    e di connessioni.
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    Funziona come uno schermo
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    per proteggere i binari e i pendolari,
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    per non avere oggetti che cadono sui binari.
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    Essere in grado di trasformare le recinzioni
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    e le inferriate in fiori,
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    è fantastico.
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    E qui ci sto lavorando da tre anni
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    con uno sviluppatore del sud del Bronx
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    per portare l'arte nella vita
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    degli edifici popolari
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    e delle abitazioni accessibili.
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    Ogni edificio ha la propria personalità.
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    Qualche volta è un'eredità del vicinato,
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    come a Morrisania, sulla storia del jazz.
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    Per altri progetti, come a Parigi,
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    richiama il nome della strada.
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    Si chiama Rue des Prairies -- Via delle Praterie.
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    Quindi ho riportato il coniglio,
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    la libellula,
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    nella strada.
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    Nel 2009,
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    mi è stato chiesto di ideare un poster
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    da posizionare nei vagoni della metropolitana di New York
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    per un anno.
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    Quello era un pubblico inconsapevole.
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    E volevo dare loro una via d'uscita.
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    Ho creato "In giro per la città."
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    Si tratta di carta ritagliata,
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    a cui in seguito ho aggiunto i colori al computer.
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    Si può chiamare tecno-artigianato.
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    E già che ci sono,
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    ritaglio la carta
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    e aggiungo altre tecniche.
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    Ma il risultato sono sempre delle storie.
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    Per le storie ci sono molte possibilità.
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    Hanno molti scenari.
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    Non conosco le storie.
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    Prendo le immagini dalla nostra immaginazione globale,
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    dai cliché, da quello che stiamo pensando,
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    dalla storia.
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    E siamo tutti narratori,
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    perché tutti abbiamo una storia da raccontare.
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    Ma ancor più importante
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    è che tutti devono creare una storia
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    per dare un senso al mondo.
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    E in tutti questi universi,
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    è come se l'immaginazione fosse il mezzo
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    di trasporto,
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    ma la destinazione sono le nostre menti
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    e il modo in cui riconnetterci
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    con ciò che è essenziale e con la magia.
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    Ecco cosa significa ritagliare la carta.
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    (Applausi)
Title:
Béatrice Coron: Storie ritagliate nella carta
Speaker:
Béatrice Coron
Description:

Con carta e forbici, l'artista Béatrice Coron crea mondi intricati, città e paesi, paradisi e inferni. Sfilando sul palco con un glorioso mantello ritagliato nel Tyvek, descrive il proprio processo creativo e il modo in cui le proprie storie si sviluppano tra tagli e sforbiciate.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:55
Anna Cristiana Minoli added a translation

Italian subtitles

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