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Learn Italian with Gulliver's Travels (A2–B1) | Simplified Italian text with English Translation

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    I viaggi di Gulliver 
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    Capitolo 1 – Un medico in mare
    Mi chiamo Lemuel Gulliver e ho  
  • 0:14 - 0:19
    sempre amato viaggiare. Dopo aver studiato 
    medicina, ho lavorato su varie navi come  
  • 0:19 - 0:24
    medico di bordo. La vita in mare non 
    è facile, ma io l’ho sempre trovata  
  • 0:24 - 0:31
    affascinante. Ho visto tempeste, porti lontani, 
    animali strani e persone con usanze diverse. 
  • 0:31 - 0:39
    Il mio ultimo viaggio è partito da Londra. La 
    nave era grande e l’equipaggio esperto. All’inizio  
  • 0:39 - 0:46
    tutto è andato bene, ma dopo alcune settimane 
    il tempo è cambiato. Il cielo è diventato nero,  
  • 0:46 - 0:52
    il vento ha cominciato a urlare, 
    e le onde sembravano montagne. 
  • 0:52 - 0:57
    La tempesta ci ha colpiti in pieno. Abbiamo 
    perso il controllo della nave. Un’onda enorme  
  • 0:57 - 1:03
    ha distrutto parte del ponte e molti uomini sono 
    caduti in mare. Io sono riuscito a salire su una  
  • 1:03 - 1:09
    scialuppa, ma poco dopo sono stato spinto in 
    acqua. Ho nuotato il più possibile, anche se  
  • 1:09 - 1:16
    avevo paura e non vedevo nulla davanti a me.
    Quando mi sono svegliato, ero su una spiaggia.  
  • 1:16 - 1:25
    Ero stanco, bagnato, confuso… ma vivo. Ho cercato 
    di muovermi, ma non potevo. Le mie braccia e le  
  • 1:25 - 1:32
    mie gambe erano bloccate. Ho sentito qualcosa 
    camminarmi sul petto. Ho girato leggermente la  
  • 1:32 - 1:38
    testa e… non potevo credere ai miei occhi.
    Un minuscolo uomo, alto quanto un mio dito,  
  • 1:38 - 1:44
    stava camminando sopra di me.
    Poi ne ho visti altri. Dieci. Venti.  
  • 1:44 - 1:49
    Forse cinquanta. Tutti piccoli, 
    tutti armati di arco e frecce. 
  • 1:49 - 1:53
    Ho provato a urlare, ma uno di loro ha 
    lanciato una freccia che mi ha punto sul viso. 
  • 1:53 - 2:00
    Era chiaro che non ero il benvenuto. Ma dove 
    mi trovavo? E chi erano quei minuscoli soldati? 
  • 2:00 - 2:04
    Non lo sapevo ancora, ma la mia 
    avventura era appena cominciata.
  • 2:05 - 2:11
    Capitolo 2 – Il gigante tra i lillipuziani 
  • 2:11 - 2:17
    I piccoli uomini mi hanno legato con delle corde 
    sottili ma resistenti. Non riuscivo a liberarmi,  
  • 2:17 - 2:22
    ma ho cercato di restare calmo. Dopo qualche 
    ora, mi hanno dato da bere un liquido  
  • 2:22 - 2:28
    strano e dolce, e poi sono svenuto.
    Quando mi sono svegliato di nuovo,  
  • 2:28 - 2:32
    mi trovavo dentro a un enorme carro di 
    legno, trainato da centinaia di cavalli  
  • 2:32 - 2:40
    minuscoli. Mi stavano portando nella 
    loro città. Il viaggio è durato ore.  
  • 2:40 - 2:48
    La gente usciva dalle case per vedermi: bambini, 
    donne, soldati… tutti piccoli, ma molto curiosi. 
  • 2:48 - 2:55
    Mi hanno messo in un tempio abbandonato, che 
    per loro era gigantesco. Lì ho potuto riposare.  
  • 2:55 - 3:00
    Ogni giorno mi portavano da mangiare: 
    carne, pane, vino, tutto in miniatura.  
  • 3:00 - 3:07
    Io cercavo di essere gentile. Sorridevo, 
    parlavo piano e non facevo movimenti bruschi. 
  • 3:07 - 3:12
    Dopo qualche giorno, hanno deciso che non 
    ero pericoloso. Il re di Lilliput ha voluto  
  • 3:12 - 3:19
    incontrarmi. È arrivato con grande cerimonia, 
    seduto su un piccolo trono portatile. Mi ha  
  • 3:19 - 3:24
    parlato con voce forte e sicura, ma io 
    non capivo la sua lingua. Per fortuna,  
  • 3:24 - 3:29
    alcuni studiosi hanno iniziato a insegnarmi 
    parole e frasi. Imparavo in fretta. 
  • 3:30 - 3:35
    Dopo alcune settimane, parlavo abbastanza bene 
    da capire cosa voleva il re. Mi ha chiesto di  
  • 3:35 - 3:43
    aiutare il suo regno. Lilliput era in guerra con 
    l’isola vicina, Blefuscu. Il re voleva usare me,  
  • 3:43 - 3:48
    il gigante buono, come arma segreta.
    Io non sapevo cosa rispondere. Volevo  
  • 3:48 - 3:52
    essere grato, ma non volevo nemmeno 
    diventare uno strumento di guerra. 
  • 3:53 - 3:58
    Una notte, mentre tutti dormivano, ho 
    sentito dei passi leggeri vicino al  
  • 3:58 - 4:06
    mio letto. Una voce piccola ha sussurrato:
    “Attento… c’è un complotto contro di te.” 
  • 4:06 - 4:13
    Mi sono bloccato. Chi voleva 
    farmi del male? E perché?
  • 4:13 - 4:16
    Capitolo 3 – Tradimento e fuga 
  • 4:18 - 4:24
    Quella notte non ho dormito. Le parole 
    che avevo sentito mi giravano in testa:  
  • 4:24 - 4:28
    “C’è un complotto contro di te.”
    La mattina dopo ho visto la giovane persona  
  • 4:28 - 4:36
    che mi aveva avvertito. Si chiamava Frelia, una 
    studiosa curiosa che parlava bene la mia lingua.  
  • 4:36 - 4:42
    Mi ha spiegato tutto: alcuni ministri del 
    re erano gelosi di me. Pensavano che fossi  
  • 4:42 - 4:47
    troppo potente. Dicevano che un giorno mi 
    sarei ribellato e avrei distrutto Lilliput. 
  • 4:47 - 4:55
    Il re non sapeva che fare. Io ero utile, sì, 
    ma anche pericoloso. Così i ministri avevano  
  • 4:55 - 5:01
    convinto il re a firmare un piano segreto: 
    mi avrebbero accecato. E poi, lentamente,  
  • 5:01 - 5:05
    mi avrebbero fatto morire di fame.
    Quando ho sentito queste parole,  
  • 5:05 - 5:12
    ho provato rabbia, ma anche tristezza. Avevo 
    sempre aiutato i lillipuziani. Avevo salvato  
  • 5:12 - 5:18
    la città da un incendio. Avevo portato via 
    le navi nemiche con una sola corda. E ora,  
  • 5:18 - 5:24
    questo era il loro ringraziamento?
    Ho capito che dovevo andarmene. Ma come? E dove? 
  • 5:24 - 5:30
    Per fortuna, avevo visto il mare. In lontananza, 
    c’era l’isola di Blefuscu, il nemico dei  
  • 5:30 - 5:36
    lillipuziani. Forse lì avrei trovato rifugio.
    Una notte, con l’aiuto di Frelia, mi sono  
  • 5:36 - 5:43
    liberato. Lei ha tagliato le corde che bloccavano 
    la mia porta e mi ha lasciato una piccola bussola. 
  • 5:44 - 5:50
    Ho camminato lentamente verso la costa, nascosto 
    tra gli alberi. Quando sono arrivato al mare,  
  • 5:50 - 5:56
    ho trovato una barchetta costruita 
    per me dai blefuscani: mi aspettavano. 
  • 5:56 - 6:04
    Sono salito a bordo e ho iniziato a remare, 
    lontano da Lilliput, lontano dal tradimento.
  • 6:04 - 6:12
    Capitolo 4 – Nel paese dei giganti
    Ho navigato per giorni, spinto dal vento  
  • 6:12 - 6:18
    e dalla speranza. Avevo poco cibo, e la mia 
    piccola barca ballava sulle onde. Finalmente,  
  • 6:18 - 6:21
    una mattina, ho visto terra. Era un’isola verde,  
  • 6:21 - 6:27
    piena di alberi altissimi e campi enormi.
    Sono sceso a riva e ho cominciato a camminare.  
  • 6:27 - 6:32
    Tutto intorno a me sembrava... troppo 
    grande. L’erba mi arrivava alla cintura,  
  • 6:32 - 6:37
    gli insetti erano enormi, e ogni 
    fiore era grande quanto la mia testa. 
  • 6:37 - 6:43
    Poi ho capito. Non era solo l’isola a 
    essere grande. Era tutto gigantesco…  
  • 6:43 - 6:47
    e io, minuscolo in confronto.
    Ho sentito dei passi pesanti,  
  • 6:47 - 6:53
    come tamburi. Mi sono nascosto tra le 
    radici di un albero. Poco dopo, è passato  
  • 6:53 - 7:00
    un contadino. Era alto come un campanile. In 
    mano teneva una zappa grande quanto una barca. 
  • 7:00 - 7:06
    Ho cercato di scappare, ma un bambino – per 
    lui io ero come un giocattolo – mi ha visto e  
  • 7:06 - 7:13
    mi ha preso in mano. Rideva e mi scuoteva come 
    fossi un pupazzo. Ma poi è arrivato suo padre,  
  • 7:13 - 7:18
    il gigante contadino. Mi ha guardato 
    con curiosità e mi ha messo in tasca. 
  • 7:18 - 7:24
    Da quel momento, la mia vita è cambiata. Vivevo in 
    una gabbia fatta con ossa di animali. Mi davano da  
  • 7:24 - 7:30
    mangiare briciole grandi quanto pani interi. Ogni 
    giorno, il contadino mi mostrava alla gente del  
  • 7:30 - 7:36
    villaggio come se fossi un fenomeno da baraccone.
    Un giorno, però, il re di quel paese ha sentito  
  • 7:36 - 7:41
    parlare di me. Ha mandato i suoi servitori 
    a cercarmi. Voleva vedermi con i suoi occhi. 
  • 7:41 - 7:44
    E così mi sono ritrovato, 
    ancora una volta, davanti a  
  • 7:44 - 7:53
    un re straniero. Ma stavolta ero io l’insetto.
    E non avevo idea di cosa avrebbe voluto da me.
  • 7:53 - 8:01
    Capitolo 5 – Il giudizio del re
    Il re mi ha accolto nel suo palazzo con molta  
  • 8:01 - 8:09
    curiosità. Non aveva mai visto una creatura così 
    piccola e così… parlante. All’inizio rideva di me,  
  • 8:09 - 8:14
    ma presto ha capito che non ero solo un 
    giocattolo. Ero un uomo. Un uomo diverso,  
  • 8:14 - 8:21
    sì, ma capace di pensare, parlare e ragionare.
    Ogni giorno mi faceva domande sulla mia patria,  
  • 8:21 - 8:26
    sull’Inghilterra, sulla nostra scienza, il 
    nostro esercito, i nostri re. Io cercavo  
  • 8:26 - 8:32
    di rispondere con onestà. Gli raccontavo delle 
    nostre guerre, dei cannoni, delle navi da guerra,  
  • 8:32 - 8:37
    dei politici e dei giudici.
    Ma il re non era impressionato.  
  • 8:37 - 8:43
    Mi ascoltava, poi scuoteva la testa.
    “Voi piccoli uomini”, mi ha detto un giorno,  
  • 8:43 - 8:50
    “siete bravi a costruire armi, ma non a costruire 
    pace. Siete intelligenti, ma crudeli. Sapete  
  • 8:50 - 8:57
    leggere e scrivere, ma non conoscete la saggezza.”
    Quelle parole mi hanno colpito. Mi sono  
  • 8:57 - 9:04
    sentito offeso… ma anche un po’ 
    colpevole. Era vero? Forse sì. 
  • 9:05 - 9:11
    Intanto, la vita al palazzo non era facile. 
    Ero sempre in pericolo. Una volta, una scimmia  
  • 9:11 - 9:17
    enorme mi ha preso per gioco e mi ha quasi ucciso. 
    Un’altra volta, una vespa gigante mi ha punto al  
  • 9:17 - 9:23
    braccio. Ero troppo piccolo per difendermi.
    Mi sentivo inutile, debole, triste. 
  • 9:23 - 9:29
    Poi, un giorno, durante una passeggiata in riva 
    al mare, una grande aquila mi ha afferrato con  
  • 9:29 - 9:33
    i suoi artigli e mi ha sollevato in 
    aria. Ho urlato, mi sono dimenato,  
  • 9:33 - 9:38
    e alla fine mi ha lasciato cadere…
    Sono finito in acqua, tra le onde. 
  • 9:38 - 9:47
    Ma questa volta, una nave vera mi ha trovato. 
    Erano uomini della mia taglia. Marinai inglesi. 
  • 9:47 - 9:55
    Ero salvo. Ma non sapevo se tornare 
    a casa… o cercare un nuovo viaggio.
  • 9:55 - 10:03
    Capitolo 6 – Viaggi strani e isole volanti
    Dopo mesi in mare con i marinai inglesi,  
  • 10:03 - 10:09
    sono tornato a casa. Mia moglie era felice di 
    rivedermi, ma io mi sentivo diverso. Il mondo  
  • 10:09 - 10:13
    mi sembrava più piccolo, più banale. 
    Avevo bisogno di partire di nuovo. 
  • 10:13 - 10:20
    Così ho preso posto su un’altra nave. Ma anche 
    stavolta il destino aveva altri piani. Una  
  • 10:20 - 10:28
    tempesta ci ha colti in pieno. Onde alte come 
    montagne, tuoni e fulmini… e poi silenzio. 
  • 10:28 - 10:35
    Quando ho riaperto gli occhi, galleggiavo su una 
    tavola di legno in mezzo al nulla. Poi, ho alzato  
  • 10:35 - 10:44
    lo sguardo e… non credevo ai miei occhi. Sopra di 
    me c’era un’isola. Ma non era un’isola normale:  
  • 10:44 - 10:50
    volava nel cielo, sospesa come una nuvola.
    Era l’isola di Laputa. 
  • 10:50 - 10:56
    Mi hanno calato una corda e mi hanno tirato su. 
    Gli abitanti erano strani. Camminavano con la  
  • 10:56 - 11:01
    testa piegata da un lato, guardando il cielo 
    o fissando i numeri. Parlavano di matematica,  
  • 11:01 - 11:08
    musica e astronomia, ma non riuscivano a cucinare 
    un uovo o riparare una sedia. Alcuni avevano servi  
  • 11:08 - 11:14
    che li colpivano dolcemente sulla testa 
    per ricordargli di parlare o ascoltare. 
  • 11:14 - 11:20
    Ho vissuto con loro per qualche tempo, cercando 
    di capire la loro filosofia. Era affascinante,  
  • 11:20 - 11:26
    ma anche assurda. Studiavano le stelle ma 
    ignoravano la fame della gente sulla terra. 
  • 11:26 - 11:31
    Alla fine, ho chiesto di scendere 
    sull’isola sottostante, Balnibarbi,  
  • 11:31 - 11:37
    dove la gente viveva male proprio a causa 
    delle idee sbagliate arrivate da Laputa. 
  • 11:37 - 11:40
    Era come un mondo dove la mente 
    aveva dimenticato il cuore. 
  • 11:40 - 11:43
    Sapevo che dovevo andare ancora oltre.  
  • 11:43 - 11:49
    Sentivo che da qualche parte, nel vasto mare, 
    esisteva un luogo dove le cose avevano senso. 
  • 11:49 - 11:57
    E così ho lasciato anche quel mondo volante, 
    diretto verso l’ignoto… ancora una volta.
  • 11:57 - 12:04
    Capitolo 7 – Gli uomini cavallo
    Il mio viaggio è continuato. Ho visitato  
  • 12:04 - 12:10
    molte isole strane, parlato con scienziati 
    pazzi, re tristi e marinai disperati. Ma  
  • 12:10 - 12:16
    nessun luogo mi ha colpito come quello dove 
    sono finito dopo un naufragio improvviso. 
  • 12:16 - 12:21
    Mi sono svegliato sulla riva di una terra 
    tranquilla, coperta di foreste e prati.  
  • 12:21 - 12:25
    Ho camminato per ore, cercando 
    qualcuno. Finalmente, ho visto  
  • 12:25 - 12:32
    una creatura... e sono rimasto senza parole.
    Era un cavallo. Ma non un cavallo qualunque.  
  • 12:32 - 12:40
    Camminava con eleganza, mi guardava negli 
    occhi con intelligenza. E poi… ha parlato. 
  • 12:40 - 12:47
    Non era un sogno. Questi cavalli, chiamati 
    Houyhnhnm, erano esseri razionali, calmi,  
  • 12:47 - 12:53
    giusti. Vivevano in armonia, senza guerre, 
    senza menzogne. Non conoscevano il denaro,  
  • 12:53 - 12:58
    la proprietà privata o la violenza.
    Mi hanno accolto con rispetto, anche  
  • 12:58 - 13:05
    se erano sorpresi di vedere un Yahoo che parlava. 
    Così chiamavano gli esseri umani della loro terra,  
  • 13:05 - 13:11
    creature sporche, selvagge, aggressive.
    Quando ho visto i Yahoo di quel mondo,  
  • 13:11 - 13:15
    ho provato vergogna. Erano simili a me nel corpo,  
  • 13:15 - 13:21
    ma rozzi e crudeli. I cavalli non capivano 
    come potessi essere diverso da loro. 
  • 13:21 - 13:26
    Ho vissuto per mesi con gli Houyhnhnm. Ho 
    imparato la loro lingua, le loro abitudini.  
  • 13:26 - 13:32
    Ogni giorno che passava, mi sembravano 
    più saggi, più umani… e io sempre meno. 
  • 13:32 - 13:39
    Ho cominciato a pensare che forse, davvero, 
    l’uomo è una bestia che si crede intelligente. 
  • 13:39 - 13:45
    Ma la mia presenza ha iniziato a creare 
    problemi. Alcuni Houyhnhnm dicevano che io,  
  • 13:45 - 13:49
    come Yahoo, non potevo restare.
    Alla fine, con gentilezza,  
  • 13:49 - 13:53
    mi hanno chiesto di andarmene.
    E così ho lasciato l’unico popolo  
  • 13:53 - 13:58
    saggio che abbia mai incontrato. Ma dentro 
    di me, qualcosa era cambiato per sempre. 
  • 13:58 - 14:05
    Stavo tornando tra gli uomini. 
    Ma… volevo davvero farlo?
  • 14:05 - 14:13
    Capitolo 8 – Il ritorno a casa
    Ho costruito una piccola barca con il poco che  
  • 14:13 - 14:20
    avevo. Un albero caduto, delle corde intrecciate, 
    un pezzo di vela. Gli Houyhnhnm non mi hanno  
  • 14:20 - 14:26
    aiutato, ma mi hanno salutato con dignità.
    Sono partito all’alba, col cuore pesante.  
  • 14:26 - 14:32
    Vedevo la costa allontanarsi e sentivo già la 
    nostalgia. Ma il vento non mi ha lasciato pensare  
  • 14:32 - 14:39
    troppo. Dopo giorni di fame, freddo e pioggia, una 
    nave portoghese mi ha raccolto in mezzo al mare. 
  • 14:39 - 14:44
    Il capitano era gentile, ma non riuscivo a 
    guardarlo negli occhi. Dopo tanti mesi tra i  
  • 14:44 - 14:49
    cavalli saggi, i suoi modi mi sembravano 
    volgari. La sua voce era troppo forte,  
  • 14:49 - 14:55
    i suoi racconti troppo pieni di bugie e vanità.
    Quando siamo arrivati in Europa, sono tornato a  
  • 14:55 - 14:59
    casa. Mia moglie mi ha abbracciato, 
    i miei figli erano cresciuti.  
  • 14:59 - 15:05
    Ma io... io non ero più lo stesso.
    Ogni gesto umano mi sembrava inutile,  
  • 15:05 - 15:11
    violento, ridicolo. Le persone correvano per 
    guadagnare denaro, discutevano per il nulla,  
  • 15:11 - 15:16
    si vantavano per sciocchezze. Ho cominciato 
    a passare le giornate nel giardino,  
  • 15:16 - 15:23
    in silenzio. Parlavano, ma io non ascoltavo.
    Ho preso due cavalli, li ho sistemati nella stalla  
  • 15:23 - 15:31
    e passavo ore con loro. Non potevano parlare, 
    ma mi capivano. Con loro mi sentivo calmo. 
  • 15:31 - 15:37
    A volte mi chiedo se tutto quello che ho 
    vissuto sia stato reale. Ma poi guardo il  
  • 15:37 - 15:43
    mondo degli uomini... e so che qualcosa non va.
    Racconto la mia storia per chi ha ancora orecchie  
  • 15:43 - 15:50
    per ascoltare. Non per vantarmi, ma per 
    ricordare che forse, da qualche parte,  
  • 15:50 - 16:02
    esiste una saggezza più grande della nostra.
    E che per trovarla, a volte, bisogna perdersi.
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Learn Italian with Gulliver's Travels (A2–B1) | Simplified Italian text with English Translation
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Italian
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