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viaggio al centro della Terra capitolo 1
il misterioso messaggio era un pomeriggio
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tranquillo ad Amburgo quando il professor Otto
Liden Brock famoso scienziato e uomo dal carattere
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impaziente rientrò a casa con un vecchio libro
sotto il braccio lo aveva appena comprato da un
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antiquario io suo nipote Axel ero abituato ai suoi
entusiasmi improvvisi ma questa volta sembrava più
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agitato del solito dentro il libro nascosto tra
le pagine trovammo un foglio ingiallito scritto
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con strani segni "è un messaggio cifrato" esclamò
il professore con gli occhi che brillavano passò
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ore a studiarlo senza bere né mangiare "io cercai
di calmarlo ma era impossibile la curiosità lo
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consumava finalmente osservando bene capì qualcosa
era un codice antico islandese con fatica e un po'
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di fortuna riuscimmo insieme a decifrarlo le
parole che apparvero ci lasciarono senza fiato
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parlavano di un passaggio per il centro della
Terra nascosto dentro un vulcano spento in Islanda
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il professore non ebbe dubbi dovevamo partire
subito io cercai di protestare ma lui era già
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in piedi preparando valigie carte e strumenti
quella notte non dormì e se fosse vero se
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davvero ci fosse un cammino che porta al cuore
del nostro pianeta un brivido mi attraversò la
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schiena avevamo appena aperto la porta di un
mistero capitolo 2 preparativi per l'avventura
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il giorno dopo la casa del professore sembrava un
laboratorio impazzito bussole corde picconi mappe
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e provviste occupavano ogni angolo lidenbrock
era inarrestabile io invece ero pieno di dubbi
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un viaggio al centro della Terra sembrava una
follia ma opporsi era inutile quando mio zio
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aveva un'idea in testa nulla lo fermava dopo pochi
giorni eravamo già in viaggio verso l'Islanda
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l'isola del ghiaccio e del fuoco attraversammo
mari agitati strade sterrate e paesaggi desolati
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fino ad arrivare a Reikavik la capitale lì il
professore cercò una guida esperta e trovò Hans
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un uomo alto silenzioso e forte come la roccia
non parlava molto ma i suoi occhi dicevano che
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potevamo fidarci con Hans al nostro fianco ci
dirigemmo verso il vulcano Sneffels citato nel
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messaggio era enorme imponente coperto di neve ma
ormai inattivo da secoli secondo il messaggio solo
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in un giorno preciso dell'anno quando l'ombra
di un certo picco toccava il cratere si poteva
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trovare l'ingresso ci accampamomo ai piedi
del vulcano in attesa di quel momento il sole
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era alto le ombre si allungavano il professore
osservava impaziente io tenevo il fiato l'ora
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della verità stava per arrivare capitolo 3 dentro
il vulcano finalmente il giorno atteso arrivò il
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sole era alto nel cielo e il professore con il
manoscritto tra le mani osservava il cratere
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con attenzione all'improvviso indicò una grande
roccia lì è l'ombra di Scartaris l'ingresso è
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sotto di noi" disse con entusiasmo senza perdere
tempo iniziamo la discesa il cratere era profondo
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scivoloso e buio i raggi sole scomparivano
mentre scendevamo sempre più in basso tra pareti
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di roccia lavica e silenzio assoluto ogni passo
rimbombava come un tuono hans guidava con calma
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senza mai sbagliare il professore annotava ogni
dettaglio io cercavo di restare calmo ma dentro
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di me cresceva la paura e se non trovassimo
più la via del ritorno se finissimo sepolti
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là sotto dopo ore di cammino tra gallerie strette
e scivolose ci fermammo a riposare il professore
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era felice come un bambino io distrutto dalla
fatica bevi un sorso d'acqua e guardai in alto
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il cielo era ormai solo un ricordo proprio quando
pensavo che nulla potesse sorprendermi di più Hans
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ci indicò una biforcazione nel tunnel due strade
due direzioni opposte ma quale conduceva al centro
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della Terra il silenzio fu rotto solo da un'eco
lontana capitolo 4 persi nel sottosuolo davanti
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a noi si aprivano due tunnel il professore senza
esitazione scelse il sentiero di destra "secondo
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i calcoli questa è la strada giusta" disse con
sicurezza hans lo seguì io dietro di loro pieno di
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dubbi camminammo per ora in un silenzio irreale
interrotto solo dai nostri passi e dal rumore
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delle gocce d'acqua che cadevano dalle rocce
il calore aumentava e l'aria diventava sempre
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più pesante poi all'improvviso il tunnel finì in
una parete chiusa un vicolo cieco il professore
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furioso rifiutava di tornare indietro ma era
l'unica scelta così a malincuore riprendemmo il
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cammino a ritroso ed è proprio allora che accadde
mentre cercavo dell'acqua presi un sentiero
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laterale e mi persi chiamai urlai nessuna risposta
il cuore mi batteva forte solo sotto terra senza
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luce né direzione il silenzio era sordante
camminai a caso per ore senza sapere dove andavo
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l'acqua era finita la speranza anche poi un'idea
se avessi gridato in una galleria stretta l'eco
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avrebbe potuto portare il suono fino agli altri
liden Brock urlai attesi dopo un lungo silenzio
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una voce era lontana ma era lui avevo ancora
una possibilità capitolo 5 il mondo sotterraneo
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seguendo la voce dello zio riuscì finalmente a
ritrovare il sentiero giusto dopo ore di cammino
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nel buio vedere i volti di Hans e del professore
fu un sollievo immenso ci abbracciamo senza parole
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avevamo superato la nostra prima vera prova
riprendemmo il cammino lungo un nuovo tunnel
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che sembrava scendere ancor più in profondità
l'aria si fece più fresca poi accadde qualcosa
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di incredibile una luce strana come un'alba blu
cominciò a illuminare la galleria camminammo più
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veloci spinti dalla curiosità all'improvviso si
aprì davanti a noi un'enorme caverna era immensa
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come un altro mondo sotto la superficie della
Terra un mare sotterraneo si estendeva fino
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all'orizzonte le onde leggere si muovevano sotto
un cielo di pietra sulle rive crescevano funghi
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giganti alberi fossili e piante antichissime come
quelle del tempo dei dinosauri "è impossibile"
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sussurrai "ma era tutto vero il professore era
estasiato decise che avremmo attraversato quel
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mare per vedere dove portava costruimmo una
zattera con i materiali trovati nella grotta e
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il giorno dopo salpammo il silenzio era profondo
rotto solo dallo sciabordio dell'acqua ma sotto
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quella calma qualcosa si muoveva e ci stava
osservando capitolo 6 creature preistoriche
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la nostra zattera scivolava lentamente sul mare
Liden Brock come lo aveva già battezzato mio
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zio attorno a noi l'oscurità era rotta solo da
lampi di luce elettrica che attraversavano il
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cielo roccioso sì fulmini sotto terra sembrava
impossibile eppure tutto era reale remavamo in
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silenzio attenti a ogni movimento dell'acqua poi
improvvisamente emerse una creatura gigantesca un
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rettile marino con la testa simile a quella di
un coccodrillo e il corpo di una balena subito
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dopo un secondo mostro emerse da un'altra parte
del mare ci fermammo senza fiato mentre i due
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animali si avvicinavano l'uno all'altro non
ci avevano notati stavano lottando le onde
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crescevano la zattera ondeggiava pericolosamente
urla spruzzi ruggiti preistorici era uno scontro
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tra titani come nel tempo dei dinosauri dopo
una battaglia furiosa le acque si calmarono
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i mostri erano scomparsi lasciandoci scioccati
ma vivi riprendemmo il viaggio più cauti che mai
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dopo ore di navigazione una tempesta ci colpì
all'improvviso fulmini venti fortissimi onde
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alte come case un lampo colpì la zattera tutto
diventò nero quando riaprì gli occhi ero da solo
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su una spiaggia sconosciuta capitolo 7 sotto
continenti perduti mi alzai con fatica sulla
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spiaggia fradicio e confuso il mare sotterraneo si
estendeva dietro di me calmo e silenzioso come se
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nulla fosse accaduto chiamai lo zio chiamai Hans
nessuna risposta ero solo di nuovo ma almeno ero
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vivo mi incamminai lungo la costa in cerca
di tracce dei miei compagni a un certo punto
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intravidi impronte fresche sulla sabbia erano
di Hans n ero sicuro li avevo quasi raggiunti
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camminando ancora mi trovai davanti a un paesaggio
incredibile ossa giganti sparse sul terreno
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scheletri di animali estinti da milioni di anni
e poi un teschio umano grande almeno tre volte
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il normale era possibile che qui sotto fossero
esistiti uomini preistorici giganteschi arrivai
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in una foresta sotterranea dove la vegetazione
era fitta strana silenziosa foglie enormi muschi
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luminosi poi sentìi delle voci corsi verso il
suono e lì trovai mio zio e Hans erano vivi ci
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abbracciammo sollevati e increduli il professore
non perse tempo "stiamo camminando sotto un
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continente perduto" disse entusiasta "forse
Atlantide stessa?" Ma la gioia durò poco poco
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più avanti la terra tremava un rombo profondo
saliva dal suolo qualcosa stava per esplodere
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capitolo 8 il ritorno inaspettato il terreno
tremava sempre più forte le pareti della grotta
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scricchiolavano massi cadevano attorno a noi
un'eruzione gridò il professore dovevamo fuggire
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ma non c'era via d'uscita solo una galleria
stretta e ripida che saliva verso l'alto senza
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alternative ci lanciammo in quella direzione il
calore cresceva a ogni passo il rumore del magma
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si faceva sordante salivamo salivamo spinti dalla
paura e dalla speranza le pareti erano roventi il
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sudore ci copriva il volto poi all'improvviso
una spinta enorme ci sollevò da terra eravamo
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dentro un geiser un'enorme colonna di vapore ci
sparò verso l'alto come razzi non ricordo altro
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solo luce rumore e poi il buio quando riaprì
gli occhi ero steso sull'erba erba vera sole
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vero aria fresca ci trovavamo su una collina un
contadino ci guardava sorpreso "siete usciti dal
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cratere dello Stromboli" disse eravamo
risalitso un altro vulcano dall'Italia
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avevamo attraversato il pianeta il professore
annotò tutto con orgoglio nessuno ci avrebbe
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mai creduto ma noi sapevamo la verità avevamo
viaggiato al centro della Terra e ne eravamo
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tornati diversi più forti e con un segreto
che nessuno avrebbe mai potuto cancellare ne