-
Il tuo stesso cuore sta ora diventando il tuo amato
-
26 gennaio 2025
-
[Interlocutrice] Mi sembra d'averti sentito dire
-
che non si sa fino a che punto
si sia onesti, aperti, e questo lo sento.
-
[Mooji] Va bene, dici :"A volte non sappiamo
se siamo davvero aperti",
-
e sono piuttosto d'accordo,
ma lo sei abbastanza da venire qui.
-
Sai che negozio è questo?
[Interl.]Sì.
-
[Mooji] Quindi, che negozio è?
-
[Interl.] Il negozio...Il negozio vuoto!
-
[Mooji] Negozio vuoto? [Risate]
-
Furba lei! Ottimo, va bene.
[Interl.] Forse...
-
[Mooji] Quindi sei venuta a comprare
un po' di vuoto. [Risate]
-
[Interl.] Ho l'impressione che sia facile mancare questo...
-
[Mooji] In un negozio vuoto
non si può comprare, solo essere.
-
Non c'è nulla da comprare.
-
Sarebbe un buon titolo:
"Venite nel negozio vuoto". [Risate]
-
Come "Ladri n una casa vuota".
-
Voglio usare questa cosa,
perché hai scelto quest'esempio del negozio vuoto?
-
[Mooji] Quello che sento è di non poter
essere sicura al cento per cento
-
che non ci sia nulla che non riesco a vedere.
-
[Mooji] Non so se ho mai incontrato qualcuno
-
che fosse sicuro al cento per cento di qualcosa,
eccetto del fatto di esistere.
-
Forse questo lo si può dire: si è sicuri d'esistere,
e di esperire o percepire.
-
[Mooji] Sei d'accordo o no? Tu sai di essere?
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] E di esperire?
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] Allora, lavoriamo solo con questo,
dato che tutto il resto è traffico.
-
Quindi ogni cosa arriva ed è percepita,
arriva e se ne va.
-
Perché c'è una percezione?
C'è perché ci sei tu, esisti tu.
-
Ora dobbiamo osservare.
lascia tutto ciò che va e viene, ora.
-
Ci sei solo tu e il percepire.
-
Tra te e il percepire,
quale dei due è più vero,
-
quale resterebbe se uno dei due dovesse andarsene?
-
Dici: "Io percepisco, io percepisco",
-
quindi questo "io percepisco" indica che l'esperire,
e tutto ciò che accade, è percepito dall' 'io'.
-
[Mooji] Giusto?
[Interl.] Giusto.
-
[Mooji] Quindi potresti perfino dire:
"Io non sto percependo",
-
ovvero: "Percepisco che non percepisco".
-
Voglio restare chiaro e semplico.
-
Quindi...
-
[Voce in sala] Guruji, ma se si percepisse il vuoto?
-
[Interl.] Quando chiedi quale dei due sia più vero...
-
non ricordo esattamente cosa hai detto.
-
[Mooji] Sai che esisti.
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] E sai che percepisci o esperisci,
-
percepisci tramite i sensi o la mente.
-
Quando sorgono uno stato interiore o una
situazione esteriore, vengono percepiti da te.
-
Tutto ciò che arriva può andarsene:
-
gli stati mentali, emotivi, gli amici;
-
c'è gente che vive, c'è chi muore, c'è chi resta;
stai male, ti senti bene,
-
provi entusiasmo, noia, stanchezza
o tanta energia:
-
percepisci tutto questo, che va e viene,
ma il te che lo percepisce,
-
anche quello va e viene?
Ed è personale?
-
[Mooji] Sorgono anche gli stati personali.
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] Quindi sono anch'essi
nel campo del percepibile, no?
-
Quindi anche queste cose, e la sensazione 'io',
-
la tua autobiografia e le tue idee sulla vita,
-
tutte queste cose personali, sono percepite
anch'esse, vero? E se mutano,
-
anche quello è percepito,
quindi non possono essere ciò che le percepisce.
-
[Mooji] Non è vero?
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] Ciò che le percepisce,
-
è materiale o immateriale? È immateriale?
-
[Interl.] Non è materiale.
[Mooji] Non è materiale.
-
[Interl.] Non posso dire cosa sia, ma sento che...
-
[Mooji] Chi sta parlando, ora?
-
Non è una domanda-trabocchetto.
[Inter.] Indago.
-
[Mooji] È ovvio che la risposta
viene in modo facile e fluido,
-
non si fa fatica ad affermare che tutte le cose
sono percepite,
-
e che ciò che le percepisce, qualunque cosa sia,
non può essere definito qualitativamente.
-
È forse maschio o femmina?
Oppure altro di questo tipo? No.
-
Quindi le risposte e reazioni scaturiscono da lì.
-
Le risposte arrivano,
e sono percepite anch'esse
-
mentre si riversano da qualcosa,
qualunque cosa o non-cosa sia.
-
[Interl.] Non so se si riversano,
comunque sono percepite.
-
[Mooji] Va bene, comunque compaiono anch'esse.
-
Allora cosa possiamo dire di ciò che le percepisce?
-
È una struttura, o non è strutturato?
-
[Interl.] Non ha struttura.
[Mooji] Bene.
-
E questo è significativo per te?
[Interl.] Sì, lo è.
-
[Mooji] Bene, allora, dove inizia il problema,
se ne inizia uno?
-
Questa è una nuova capacità che hai sviluppato?
-
Tutti possono farsi avanti,
non è specificatamente per te,
-
è per tutti, tutti coloro che hanno
la sensazione 'io sono',
-
questa, però, viene subito attribuita al corpo:
-
"Sono tale persona, sono tedesco, sono medico",
-
viene incamerato il 'sono questo e quello',
e ci si convince
-
di essere qualcosa d'identificabile,
-
ma da dove ti trovi,
pure questo è un costrutto, è visto,
-
e l'io che le vede non è quelle cose,
-
non puoi definirlo un medico o un'infermiera,
non puoi dire che è alto un metro e settanta,
-
o cento settanta centimetri,
non ha nessuna di queste caratteristiche.
-
Cos'è, di per sé stesso?
-
Cos'è, se di suo non si connette
a punti o elementi percepibili?
-
[Interl.] Non c'è nulla che lo disturbi.
-
[Mooji] Va bene, ora reintroduciamo tutte le cose:
-
ne viene disturbato?
[Interl.] No.
-
Lo è solo se l'identità non viene individuata.
-
[Mooji] Se non viene cosa?
[Interl.] Se non viene vista.
-
[Mooji] Quindi è l'identità che porta tutti i guai?
-
[Interl.] È l'identificarsi a portare i problemi, ma per chi?
-
[Mooji] Ah, e lo chiedi a me? [Risate]
-
Devi scoprirlo, e questo è il momento buono.
-
[Interl.] Il problema non può essere
per ciò che non ne viene scalfito.
-
[Mooji] Infatti. 'Ciò che non ne viene scalfito',
è un oggetto percepibile?
-
[Interl.] No.
[Mooji] Dove si trova?
-
[Interl.] Non ha una collocazione.
-
[Mooji] E non ha problemi?
[Interl] No.
-
[Mooji] Bene, allora andiamo dove i problemi ci sono:
-
perché cerchi di risolvere laddove non c'è problema?
-
[Interl.] Perché cercare di risolvere... ?
-
[Mooji] Sì! Lì problemi non ce ne sono,
-
allora dove andremo per trovarne uno?
Va bene, benissimo, indaghiamo e va bene,
-
non voglio sentire:
ah, sì, finisce qui, va bene vado via,
-
perché i problemi iniziano da qualche parte,
e tutti ne sono disturbati.
-
Tutti chi? Anche questo devi scoprire.
-
Sembra che tu sia nessuno e,
contemporaneamente qualcuno,
-
quando recedi in questo modo:
-
"Ah, di fatto sono qui, 'io',
ma 'io' in quanto cosa?
-
Bè, di certo non la persona:
-
né maschio né femmina, né cristiano né musulmano,
è qualcosa....
-
sembra un qualcosa-nulla.
-
Questa scoperta ha un valore?
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] Quindi i problemi non stanno qui.
[Interl.] No.
-
[Mooji] D'accordo, allora il luogo dove
sono i problemi, è quello dell'identità,
-
laddove sono qualcuno.
[Interl.] Sì.
-
[Mooji] C'è un modo in cui questo senso
d'essere qualcuno...
-
Che aspetto ha, ora, a partire
dal luogo della tua scoperta che, di fatto,
-
non sei nessuna delle cose
di cui abbiamo parlato?
-
Le cose, come...
Il mondo delle cose, che valore ha?
-
Non ha impatto su Questo, che in qualche modo
dev'essere la causa del loro manifestarsi,
-
tuttavia c'è anche un senso dell' 'io' molto familiare,
ma è stabile?
-
È costante questo 'io', questo secondo 'io'?
-
[Interl.] L'io in movimento non è costante.
-
[Mooji] Ma non è l'io in movimento
che è venuto al satsang?
-
[Interl.]: Sì.
[Mooji]: Sì.
-
E perché? Perché non riesce
a controllare il proprio mondo.
-
[Interl.] E meno male che non ci riesce,
altrimenti non...non...
-
Non scoprirebbe chi è davvero, se riuscisse a controllare le cose,
non ci sarebbero i problemi
-
e il dolore che accompagnano l'identificazione.
Non ci sarebbe la spinta a...
-
[Mooji] Quindi deve avere una spinta, una motivazione.
-
Qual è la motivazione dell'io che è l'io-persona?
-
Noi esseri umani abbiamo tutti
la maschera e il morbo dell'io-me. L' io-me.
-
Che cosa cerca, in realtà, questo io-me?
-
La domanda è per tutti,
-
L'io-me è tranquillo e beato, contento d'essere io-me?
-
No, allora cosa vuole?
-
[Voce in sala] Liberarsi dalla sofferenza.
-
[Mooji] Liberarsi dalla sofferenza.
Questo è vero solo per te? [Mormorii]
-
D'accordo: liberarsi dalla sofferenza.
E cosa lo fa soffrire?
-
[Il gruppo] Le sue proiezioni.
[Mooji] Le sue proiezioni, eccetera...
-
Ora siamo su un terreno comune a tutti.
Ha delle sofferenze.
-
[Interl.] Ma non sono certa che l'io identificato
desideri trovare pace.
-
[Mooji] Desideri?
[Interl.] Pace.
-
[Mooji] Non vuole trovare pace?
[Interl.] Non ne sono certa.
-
[Mooji] Tu che parli, ora, non sei quello,
stai dicendo così?
[Interl.] Non...?
-
[Mooji Non sei la persona, poiché dici
di non essere certa che essa...
-
Chi sta parlando, ora?
Tanto per chiarire e osservare.
-
Da dove stai osservando?
-
Da un luogo di identificazione,
o di non-identificazione?
-
C'è una sensazione 'io sono'
che chiamo la coscienza,
-
ed è l' 'io sono' che non ha
tutta quell'identificazione con la persona.
-
Questo è ciò che chiamerò il Brahman, per ora,
-
ma solo perché ho ancora un altra parola di riserva,
che è 'Parabrahman'.
-
Capite? Bene, quindi è la coscienza,
-
è lo 'stato guru' dell'essere, che c'è per tutti,
-
ed è quello dal quale la persona,
il suo mondo e così via, vengono visti,
-
senza che scatti alcun senso di disturbo.
-
Da questo luogo l' 'io sono' ha il potere,
quando guarda l'io-me, l'io-persona',
-
di infondergli grazia
perché nella forma dell'io-persona...
-
Mi seguite, tutto bene?
Nella forma dell'io-persona è pur sempre coscienza,
-
una sua modalità.
Quel senso d'essere, chiamiamolo anima,
-
se vi va bene, per ora:
è solo un nome provvisorio.
-
L'anima si riveste di alcune caratteristiche
che in India vengono chiamate 'guna':
-
sono delle qualità energetiche o tendenze specifiche
che influiscono sull'anima.
-
[Interl.] Scusa, dicendo 'anima',
ora, intendi la persona, o...?
-
[Mooji] Sì, lasciami proseguire, e vedrai.
-
Parlo del senso di essere qualcuno:
un entità che ha delle caratteristiche, una storia,
-
degli abbinamenti, dei genitori, una famiglia
e tutti questi elementi descrittivi
-
che vi rendono unici e vi rendono voi,
almeno per il momento,
-
perché ciò che dite di voi continua a cambiare:
-
se scrivete un autobiografia che copre vent'anni di vita,
-
andrà modificandosi,
quindi la persona non è stabile.
-
Invece, l' 'io sono', dal quale nasce la proiezione
chiamata mente, persona...
-
Nomino insieme mente e persona, per ora,
-
se volete che copriamo bene l'argomento,
perché è bene che capiate: si fa chiarezza, no?
-
Quindi ....
-
è nello stato di coscienza personale
che possono sorgere tutti i conflitti,
-
i desideri, il dolore, la vita, la morte,
il 'te e me', su e giù, inferno e paradiso:
-
è tutto per la persona,
che non è mai un ambiente stabile.
-
Anche se non ci sono fattori esterni,
tormenta se stessa.
-
Soffre dei suoi stessi pensieri:
"Mi sento sola, non so cosa farò".
-
quindi non è mai senza problemi.
-
Ma essa è anche in viaggio: in questo mondo,
così come lo conosciamo,
-
tutti sono in viaggio alla scoperta di se stessi,
-
anche se non ne sono consapevoli.
-
Per un tempo, la nostro sete d'esplorazione
può limitarsi al fenomenico:
-
"Voglio essere avvocato, medico, cantante,
essere qualcosa, essere famoso",
-
e tutto da frutto, è tutto energia che fruttifica.
-
Magari diventi davvero ricco e famoso, cose del genere,
-
ma scopri che anche chi è ricchissimo,
a un certo punto non si sente più soddisfatto,
-
perché l'intero sistema è costruito così:
non troverai la soddisfazione vera, autentica,
-
finché non sarai tornato a casa,
-
cioè prima d'esserti risvegliato
alla tua vera natura, che non è altrove, laggiù:
-
si tratta solo di togliere delle stratificazioni.
-
Quindi...
-
Quindi secondo il mio modo di vedere le cose,
è la persona a compiere il viaggio della vita,
-
e io non direi....
-
Secondo il pensiero Advaita,
non esiste la persona, né la mente, né il mondo,
-
e in ultima analisi è vero,
ma si deve capire in quale luce è vero,
-
perché quando dici a gente
che ha una forte senso di se stessa,
-
una filosofia, delle convinzioni, e così via,
che tutto ciò non è vero e non esiste,
-
non sai che risulta molto doloroso:
"Ma cosa dici?!".
-
Alcuni potranno imparare e
e adottare quell'atteggiamento,
-
ma dentro non sarà autentico:
prima deve esserci chiarezza.
-
Quindi il senso di essere qualcuno è coscienza!
-
Quando dici 'io', o senti 'io'...
-
Nessuno ti ha dato quell' 'io',
come hai ricevuto tutto il resto,
-
i tuoi genitori non hanno detto: "Ti chiamerò 'io',
-
eppure ogni essere ha
questo senso intuitivo di sé come 'io',
-
nella versione della sua lingua.
-
Perfino le zanzare sentono l' 'io':
-
'io' indica il nostro esistere,
in realtà significa 'esisto', ma l'io personale
-
ne considera di rado il significato-radice
di esistenza e coscienza,
-
e non sa neanche che non può morire,
in quanto coscienza:
-
la coscienza non può morire!
-
Può morire, però, la sua convinzione d'essere il corpo.
-
Questo non significa che essa stessa morirà:
muore solo il corpo,
-
ciò che tu sei non può morire,
-
si trasferirà solo altrove,
per fare altre esperienze, se deve farle.
-
Questa forte spinta interiore
dei vari esseri in corpi vari...
-
Direi così: le identità, nei vari corpi
vanno dove li porta il grado di maturità:
-
alcuni desiderano solo la fama,
altri cinque figli, una bella casa,
-
e soldi per fare ciò che vogliono.
-
Questi desideri Parabrahman, Paramatman, li autorizza:
-
la vita può dargli vita.
-
Si possono avere tutti i desideri, buoni e cattivi,
e appagarli sarà utile.
-
Anche se sei un ladro e vuoi migliorare,
ti sarà dato di diventare un ladro migliore,
-
perché Dio sa come usarti da grande ladro!
Grazie al tuo furto farà crescere altri,
-
magari più evoluti di te, che avevano bisogno
proprio di essere derubati per salire un altro gradino.
-
Tutto l'insieme è gestito magnificamente [risate]
-
da Paramatman che si prende cura d'ogni cosa.
-
Non manca assolutamente nulla, e non solo per gli umani:
anche per il regno delle formiche,
-
le api, i cavalli, Egli è il Dio di tutti i regni.
-
Hanno tutti le loro regole, la loro filosofia,
-
i loro modi di fare, i loro gusti e disgusti,
-
hanno desideri e sofferenze,
e tutto evolve in qualche modo.
-
Ma per ora, restiamo nel nostro mondo.
-
Quindi nel nostro mondo c'è questa forte spinta,
e per un po', secondo...
-
Perché non tutti hanno raggiunto lo stesso livello di maturità:
-
Lui ha fatto in questo modo, non ha detto:
"Quelli più maturi di qua e gli altri di là",
-
ci ha mischiati tutti, e litighiamo,
ma ci serve anche. Capite?
-
lo dico perché non vi lamentiate della vostra vita,
di ciò che vi viene mandato, tipo:
-
"Mi è successo questo, non avevo fatto niente!".
-
In realtà, te lo sei guadagnato!
E devi usare quell' esperienza per trascendere.
-
E quando hai trasceso dentro di te,
la tua luce è luce anche per gli altri,
-
ma non metterti a pensare: "Ah la mia luce!" [Risate]
-
Capite?
-
Quindi abbiate l'atteggiamento di dire:
-
"Questo ci voleva in qualche modo,
mi indica qualcosa",
-
invece di: "Vengo attaccato!".
-
Il me-persona è anche molto miope,
e sempre sulla difensiva,
-
ecco perché non cresce in fretta:
si sente vulnerabile,
-
e chi è vulnerabile va a barricarsi,
poi da lì spara sugli altri.
-
Quando lo vedi, capisci:
"Ma una coscienza più profonda..."
-
Lei ha appena parlato proprio da quella coscienza,
-
che vede la persona e il suo mondo
con maggior distacco.
-
Dici: "Ti parlo, ma in realtà,
da qui, mi sento benissimo".
-
Che cosa vuoi?
Di cosa hai bisogno?
-
Qual è il tuo problema?
"In realtà, da qui non ne ho,
-
"per averne uno devo tornare laggiù",
cioè nello stato della persona,
-
"di 'i miei vicini, la mia relazione di coppia,
e del 'chissà se mi bastano i soldi'."
-
Ecco i cruci della persona,
e ti fanno crescere, ti aiutano.
-
Quando inizi a vedere e capire questo,
-
non ti arrabbi più, dando la colpa agli altri:
invece usi quelle cose.
-
Ma quando venite qui, voglio vedervi accelerare
il processo, e ne siete in grado:
-
si può procedere a piccoli passi,
o entrare nella grande scoperta.
-
Puoi andare da un passo all'altro,
o da una galassia all'altra.
-
Sento e presumo, correggetemi se sbaglio,
-
che se siete venuti qui avete, in voi,
la capacità di sbocciare a un livello più elevato,
-
quando vi accorgete: "Aspetta un attimo,
spreco il mio tempo a stare nella persona
-
ora che ho consapevolezza di me
nella, e come, coscienza".
-
E a quel punto che accade?
-
Imparate a osservare come vi ho mostrato,
e va fatto perché c'è troppa identificazione,
-
e chi si identifica, viene rallentato,
-
con quale conseguenza: accumula concetti,
e più ne hai
-
più diventi opaco, denso e rigido.
-
Se siete con gente che ha una massa di concetti,
-
i vostri e quelli loro non riescono
a danzare insieme,
-
e può accadere perfino in famiglia.
-
Quindi guadagnando la capacità
di osservare con distacco,
-
avrai imparato a osservare
e potrai fare la scoperta
-
che la tua persona stessa, quella persona che è il soggetto
del tuo intero mondo,
-
è vista anch'essa.
-
Quando riesci a vederlo, puoi dire:
"Accidenti, non c'è solo il mondo,
-
"c'è il me personale nel quale esso si riflette!"
-
Dico che sono le due facce
della stessa medaglia: sono abbinati
-
e il tuo errore è stato identificartici e sentire:
-
"Ma è il mondo che è tutto sbagliato, non sono io".
-
Come mai fai questo?
-
Perché pure la tua persona ha preso il nome 'io',
mentre 'io' significa Dio!
-
Il tuo io è la coscienza, ovvero il principio divino.
-
Però ora capisci l'io e la differenza
fra l' 'io-me', e l' 'io-io' ovvero l' 'io sono'.
-
Nell'io-me, si hanno tutti i guai della vita:
"Non ottengo...", " Lui si è ammalato",
-
e sono cose forti,
che non sono iniziate con l'incarnazione in questo corpo,
-
vanno avanti da tanto tempo,
-
ma piano piano cresci, attraversando
il campo dei guna, ovvero delle energie che...
-
Nel guna tamasico, l'identità personale
è molto robusta
-
e si lascia disturbare facilmente;
c'è tanta identità, tanta renitenza.
-
Questo guna viene definito 'tama guna'.
-
Poi, l'energia dell'entità individuata
può anche essere segnata
-
da quello che chiamiamo il 'raja guna':
-
qui l'anima ha molta energia e desideri, vuole fare,
è avventurosa, ha tante idee.
-
C'è anche un altro guna, che viene chiamato 'sattva',
-
ed è più puro, ovvero il suo campo energetico
è più attratto dallo spirito:
-
dall'evoluzione della coscienza e la realizzazione.
-
Questi guna giocano nell'essere,
uno sarà dominante in una persona,
-
mentre in un'altra sarà più forte un altro guna.
-
Dico quindi che tutti voi dimostrate
d'avere una predominanza del guna sattva,
-
ma il raja guna è lì, che vi vuole
afferrare per la coda [risate],
-
e qualche volta il tama guna,
cerca di farvi provare disperazione.
-
Fa tutto parte del gioco, ed è divertente
guardare le cose così, no? [Risate]
-
Bè, magari non è poi così divertente!
-
Però ci fa capire un po'.
-
Allora, in qualche modo, venire al satsang
senza avere subito pressioni in merito,
-
indica che la vostra anima ne è attratta,
-
e più scoprite, non con il solo intelletto
ma facendo esperienza di ciò che avete capito,
-
più vi sentite interiormente incoraggiati.
Vi state innamorando,
-
e quando ti innamori di qualcuno in modo profondo,
-
non hai bisogno che nessuno
venga a ricordati di pensare al tuo amato:
-
la spinta, l'attrazione a farlo ti sorge da dentro,
e pensi a lui in ogni momento,
-
durante qualunque attività. [Risate]
-
Quindi il tuo stesso Sé, il tuo stesso cuore,
sta diventando l'amato della tua persona.
-
Qui siamo nel guna sattva,
e ti senti sempre più attratto.
-
E dopo il guna sattva, cosa accade?
-
C'è uno stato che viene chiamato 'Turya',
nel quale diventi più puro,
-
e ti muovi maggiormente a partire dalla coscienza;
-
gli stati inferiori non vengono più a disturbarti,
e neanche l'identità: arriva quel momento.
-
La gente ti dice: "Sei Paolina?",
e tu: "Sì, mi chiamo così".
-
Usi ancora il tuo nome:
quando ti risvegli del tutto nel Sé
-
non devi cambiarlo e chiamarti Parabrahman,
o con qualche altro nome splendido,
-
continui a usare il tuo,
ma non sei quel nome.
-
Vedi, è come se qualcosa si dispiegasse,
in qualche modo:
-
i concetti non ti si appiccicano più,
quindi non sono più tanto importanti,
-
e ti diventa disponibile tutto!
-
Puoi ascoltare senza dover decidere:
-
"Io credo questo, e tu?
Che opinione, che posizione hai?".
-
Non ha importanza in realtà,
perché sei nel tuo essere che è tutto.
-
Va bene se parliamo così?
Sgomberiamo il campo, va bene?
-
[Mooji] Spazziamo casa, per farvi capire.
-
Quando dite: "Non so perché
continuano a tornare queste cose",
-
è perché avete costruito
una relazione appiccicosa,
-
quindi non vi dico come risolvere
quel problema, e poi un altro, ma:
-
"Imparate una cosa, imparate a osservare
il vostro senso d'identità, i suoi gusti e disgusti,
-
ma mantenendo una certa distanza.
Imparate questo: lo vedete,
-
ma apprendete a distaccarvene.
E cosa vi ho detto?
-
Che il 99,9 per cento delle cose del mondo
non vi turba:
-
quindi ovunque andiate nel mondo potete muovervi
senza essere calamiti,
-
con naturale distacco,
-
ma poi c'è quel 0,1 per cento di cose
di cui, invece, vi importa:
-
"Va bene tutto, ma non mi piace il rosa",
-
"No, non è per me, questo non mi piace,
allontanate da me queste piume di pavone".
-
Sono cose come quelle che vi incatenano ancora
alla forma personale.
-
Siete fieri d'essere un certo tipo di persona,
-
senza rendervi conto che barate
-
e che non osate assumere la vostra bellezza:
-
voi siete tutto questo!
-
Così non riuscirete mai a imparare a...
amare davvero tutti,
-
anche coloro che non sono ancora nati!
-
"Bè no, non li ho mai visti!",
"Oh, ma non sapevo di loro..." No, no!
-
Capite? Questa è la vostra natura,
non una vostra scelta.
-
Quindi dico: cosa bisogna solo fare?
Imparare a osservare sempre più con distacco,
-
e imparare a vedere.
La mente di maya dirà: "Questa è una perdita di tempo,
-
"farlo non mi da niente, mi fa dormire.
-
"Se cerco di guardare
senza attaccamento, m'addormento".
-
Perfino qui, quando facevano
l'esercizio "Essere semplicemente",
-
appena suonavo la campanella,
qualcuno ...giù!
-
Ma come, appena svegli?! [Risate]
-
Di che si tratta: è una sorta
di resistenza psichica che abbiamo.
-
Qualcosa non vuole
che raggiungi la pienezza del tuo essere,
-
è l'energia di maya che resite un po',
ma non preoccuparti, presto cambierà:
-
non appena inizierai a sentire
il darshan del tuo stesso cuore,
-
ti troverai incredibilmente incoraggiato.
-
Ma te lo devi guadagnare.
-
L'insegnante ti insegnerà come fare,
ma dovrai essere a bordo!
-
Devi essere a bordo, devi starci dentro,
-
perché neanche il più grande dei guru
ti può aiutare se non ci metti il cuore.
-
Devi impegnarti, e vedilo bene:
è molto misterioso, ma non difficile.
-
Il cammino è stato reso così chiaro:
più vai in alto, più l'aria è pura,
-
ma cresce anche la renitenza.
-
Infatti il tuo sé terreno combatte:
è pigro, è fatto così, lo devi sorvegliare.
-
Devi imparare a osservare questo,
e andare avanti dritto.
-
A un certo punto potresti dire:
-
"Non ho niente che m'incoraggi,
la mia mente mi sta uccidendo!",
-
ma arriva qualcuno a dirti:
"Guruji ti ha detto di farlo, però",
-
e tu: "Sì, sì, ora lo faccio".
-
Perché? Perché hai fede,
abbastanza da darti un po' di forza e coraggio.
-
E anche la forza vitale ti da il potere necessario,
perché hai scelto.
-
Quando si sceglie... Hai scelto molte cose
nella tua vita, e lo farai ancora,
-
ma stai scegliendo il Supremo!
-
Stai scegliendo la coscienza divina,
stai scegliendo il Sé.
-
Quando parlo così, mi commuovo, vedete?
-
Se scegiete Questo, allora fate buon uso
della forma nella quale vi siete incarnati.
-
Ci sono molte cose che, se le scegliete,
vi ritardano,
-
e va bene: vi piace questo, e quello,
-
siete liberi di farlo, e va bene,
-
ma se avete nel cuore quella scelta lì,
-
allora avete fatto quella più alta!
-
Però sarete messi alla prova,
e dovrete uscirne vittoriosi;
-
allora vi verrà incontro tutta la grazia del Parabrahman.
-
Dite: ho girato l'angolo e qualcuno mi ha fatto "Buuuuh",
allora non vado più",
-
e poi mi chiedete :"Guruji, qual è il massimo?".
-
Ma se non siete riusciti neanche al minimo?!
-
Volete il massimo....
-
Magari viene qualche ometto
a canzonarvi con disprezzo, e voi crollate.
-
Ma sono piccolezze!
-
Come farete a superarle?
Osservando e imparando a lasciare che la paura...
-
Non cercate di bloccare le sensazioni, lasciatele arrivare,
-
non serve fermarle, ma vederle con chiarezza:
è solo forza vitale,
-
la forza dell'abitudine si esprime,
e il corpo è il suo feudo,
-
questi sono i suoi sensori.
-
Sta giocando qui dentro, così come la mente.
-
E ti chiedi: "Ma come mai posso vedere questo?
Come mai?
-
Man mano che resti nel tuo satsang
e ascolti, inizi a trovare:
-
"Laddove pensavo non ci fosse via d'uscita,
invece ce n'è una!". Quale? Sta qui, nel cuore!
-
Quindi prosegui, semplicemente.
-
E se ti fai un po' male, non provare altro,
e altro ancora che sia più piacevole:
-
no, devi avere un po' di fede.
-
E se non hai fede, puoi chiedere:
"Baba, Babaji, ti prego, voglio credere, mi fido,
-
"ma sono debole, aiutami!".
Allora arriva l'aiuto di Dio.
-
L'aiuto arriva, abbi umiltà.
-
Man mano che cresci, arriva la gentilezza
mentre magari prima,
-
non t'accorgevi di essere ben poco gentile.
-
L'egoismo se ne va, e arriva l'empatia,
-
arriva un senso di spazio,
-
se ne va la pesantezza.
-
Inaspettatamente fluisce la grazia e ricevi dei doni
-
senza averli, apparentemente, meritati.
-
Ti arrivano delle cose, e ti chiedi:
"Ma come è possibile?".
-
E poi, quando inizi a sentirti benissimo,
qualcosa ti punge!
-
Arriva anche questo: arriva di tutto,
-
ma questo ti ti farà rinunciare?
Succede così.
-
Ho un immenso...
-
Ho scoperto che ho amore
nel cuore per tutti gli esseri,
-
e non ci ho lavorato su:
basta restare aperti
-
e entri in contatto col tuo amore naturale,
-
il tuo stato naturale s'insedia.
-
Ma il mio servizio è per il sangha,
ovvero per coloro che,
-
se non mi sbaglio, percepisco
come esseri
-
che sono in viaggio per risvegliarsi
a qualcosa di più alto:
-
questo corpo e la sua forza vitale
sono consacrati a loro,
-
sono consacrati a questo.
-
Problemi ne avrete, ma li supererete,
-
e il potere più alto, più puro dell'universo
-
vi ha chiamati.
-
Inoltre, vi sostiene affinché possiate vedere.
-
Smettete di considerarvi una cosetta misera,
-
ma non pensate nemmeno di essere chissà cosa.
[Risate].
-
Sì.
-
E se c'è una cosa che ripeterò sempre, è:
non mollate,
-
continuate a guardare,
mandate via il malinteso su voi stessi!
-
C'è chi dice: "Faccio così",
invece non è ciò che indico:
-
vieni qui, fallo tu, ora. Osserva....
Ecco!
-
Ma questo, non mettertelo in tasca:
mettitelo nel cuore,
-
e restaci dentro,
-
espanditi in esso.
-
Cosi l'autobiografia che scrivi nella persona
-
andrà a scomparire.
-
[Gruppo]Grazie.
[Mooji] Grazie.
-
Sta anche succedendo questo:
-
mi trovo sempre più spesso davanti coloro che....
li incontro solo,
-
stiamo un po' insieme, indaghiamo,
e presto [il ronzio della mente si placa],
-
scendiamo [dalla testa al cuore].
-
Volete seguirmi?
Scendiamo. State lì.
-
Allora la roba della mente si prosciuga,
molto naturalmente,
-
con semplicità.
-
Ve l'avevo detto dall'inizio, è semplice
perché non devi creare il tuo Sé:
-
puoi creare un falso sé,
ma il tuo vero Sé, puoi solo scoprirlo.
-
Quando lo scopri, colui che l'ha scoperto
si fonde in esso.
-
Copyright 2025 Mooji Media Ltd.
Tutti i diritti sono riservati.
-
Nessun estratto di questo video potrà essere riprodotto
-
senza il consenso esplicito di Mooji Media Ltd.