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I pregiudizi potranno mai essere qualcosa di positivo?

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    Quando pensiamo ai pregiudizi
    e ai preconcetti,
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    tendiamo a pensare
    a persone stupide e malvagie
  • 0:05 - 0:08
    che fanno cose altrettanto
    stupide e malvagie.
  • 0:08 - 0:10
    E quest'idea è ben riassunta
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    dal critico inglese William Hazlitt,
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    che ha scritto "Il pregiudizio
    è figlio dell'ignoranza".
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    Oggi voglio provare a convincervi
  • 0:17 - 0:19
    che questo ragionamento è sbagliato.
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    Vorrei provare a convincervi
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    che i pregiudizi e i preconcetti
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    sono naturali, spesso sono razionali,
  • 0:26 - 0:28
    e spesso sono persino morali,
  • 0:28 - 0:30
    e penso che una volta capito questo,
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    siamo in una posizione migliore
  • 0:32 - 0:33
    per comprendere quando sono sbagliati,
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    quando hanno conseguenze orribili,
  • 0:35 - 0:38
    e ci troviamo in una posizione migliore
    per sapere che cosa fare
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    quando ciò accade.
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    Quindi, iniziamo dagli stereotipi.
    Voi mi guardate,
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    conoscete il mio nome,
    conoscete alcune cose di me,
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    e potreste esprimere dei giudizi.
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    Potreste indovinare la mia etnia,
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    la mia affiliazione politica,
    le mie credenze religiose.
  • 0:52 - 0:55
    E il fatto è che questi giudizi
    tendono a essere accurati.
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    Siamo molto bravi in questo tipo di cose.
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    E siamo molto bravi a farlo
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    perché la nostra capacità
    di stereotipare le persone
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    non è un capriccio arbitrario della mente,
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    ma piuttosto un'istanza specifica
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    di un processo più generale,
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    ossia che noi abbiamo esperienza
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    con le cose e le persone del mondo
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    che rientrano in categorie,
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    e possiamo usare la nostra esperienza
    per generalizzare
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    le nuove istanze di queste categorie.
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    Perciò tutti qui hanno molta esperienza
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    con le sedie, le mele e i cani,
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    e in base a questo, potete vedere
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    degli esempi inconsueti
    e potete indovinare,
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    potete sedervi sulla sedia,
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    potete mangiare la mela,
    il cane abbaierà.
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    Ora, potremmo sbagliarci.
  • 1:32 - 1:33
    La sedia potrebbe cedere
    se ci sediamo sopra,
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    la mela potrebbe essere velenosa,
    il cane potrebbe non abbaiare,
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    e, in effetti, questo è il mio cane
    Tessie, che non abbaia.
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    Ma, la maggior parte delle volte,
    siamo bravi a indovinare.
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    La maggior parte delle volte,
    ci azzecchiamo
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    sia in campo sociale
    che in campo non-sociale,
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    e se non fossimo capaci di farlo,
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    se non fossimo in grado di indovinare
    le nuove istanze che incontriamo,
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    non sopravviveremmo.
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    E, in effetti, Hazlitt verso la fine
    del suo meraviglioso saggio
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    lo ammette.
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    Scrive: "Senza l'ausilio del pregiudizio
    e del costume,
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    non sarei in grado di muovermi
    in una stanza;
  • 2:01 - 2:03
    né sarei in grado di comportarmi
    in qualsiasi circostanza,
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    né saprei come sentirmi
    in qualsiasi relazione nella mia vita".
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    O parliamo dei preconcetti.
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    A volte, dividiamo il mondo in due:
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    noi contro loro, l'in-group
    contro l'out-group,
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    e a volte quando lo facciamo,
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    siamo consapevoli dello sbaglio
    che stiamo commettendo,
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    e ce ne vergogniamo un po'.
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    Ma altre volte ne siamo orgogliosi.
  • 2:20 - 2:21
    Lo riconosciamo apertamente.
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    E il mio esempio preferito
    di questo fenomeno
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    è una domanda che mi è stata fatta
    dal pubblico
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    in un dibattito tra repubblicani
    prima delle ultime elezioni.
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    (Video) Anderson Cooper: Arriviamo
    alle domande,
  • 2:30 - 2:34
    la domanda del pubblico,
    sugli aiuti all'estero? Sì signora.
  • 2:34 - 2:37
    Donna: Il popolo americano sta soffrendo
  • 2:37 - 2:39
    nel nostro Paese ora.
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    Perché continuiamo
    a mandare aiuti all'estero,
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    agli altri Paesi
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    quando siamo noi ad avere bisogno
    di aiuto?
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    AC: Governatore Perry,
    che cosa ne pensa?
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    (Applausi)
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    Rick Perry: Assolutamente, penso sia...
  • 2:53 - 2:55
    Paul Bloom: Ogni persona sul palco
  • 2:55 - 2:57
    era d'accordo sulla premessa
    della domanda,
  • 2:57 - 2:59
    cioè che noi, come americani,
    dovremmo occuparci di più
  • 2:59 - 3:01
    degli americani rispetto ad altre persone.
  • 3:01 - 3:04
    E in effetti, generalmente parlando
    le persone spesso sono condizionate
  • 3:04 - 3:08
    dal sentimento di solidarietà, lealtà,
    orgoglio, patriottismo,
  • 3:08 - 3:10
    nei confronti del proprio Paese
    o della propria etnia di appartenenza.
  • 3:10 - 3:13
    A prescindere dalle convinzioni politiche,
    molti sono fieri di essere Americani,
  • 3:13 - 3:15
    e preferiscono l'America
    rispetto ad altri Paesi.
  • 3:15 - 3:18
    Anche per gli abitanti degli altri
    funziona così,
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    così come vale la stessa cosa
    per le nostre etnie.
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    Ora, alcuni di voi potranno rifiutare
    quest'idea.
  • 3:22 - 3:24
    Alcuni di voi potranno essere così tanto
    cosmopoliti
  • 3:24 - 3:27
    da pensare che etnia e nazionalità
  • 3:27 - 3:29
    non dovrebbero implicare alcun
    condizionamento morale.
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    Ma persino voi sofisticati accettate
  • 3:31 - 3:33
    che ci debba essere una specie di spinta
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    verso l'in-group
    nell'ambito familiare e degli amici,
  • 3:36 - 3:37
    delle persone a cui state vicini,
  • 3:37 - 3:39
    e così persino voi costituite
    una distinzione
  • 3:39 - 3:41
    tra noi e loro.
  • 3:41 - 3:44
    Ora, questa distinzione
    è abbastanza naturale
  • 3:44 - 3:46
    e spesso abbastanza morale,
    ma può fallire,
  • 3:46 - 3:48
    e questo aspetto ha fatto parte
    della ricerca
  • 3:48 - 3:51
    del grande socio-psicologo
    Henri Tajfel.
  • 3:51 - 3:54
    Tajfel nacque in Polonia nel 1919.
  • 3:54 - 3:56
    Lasciò il suo Paese
    per frequentare l'università in Francia,
  • 3:56 - 3:58
    perché, come ebreo, non poteva
    frequentare l'università in Polonia,
  • 3:58 - 4:01
    e poi si è arruolò
    nell'esercito francese
  • 4:01 - 4:02
    per la Seconda Guerra Mondiale.
  • 4:02 - 4:04
    Fu catturato e fatto prigioniero
  • 4:04 - 4:05
    in un campo di guerra,
  • 4:05 - 4:08
    e per lui fu un periodo terrificante,
  • 4:08 - 4:09
    perché se avessero scoperto
    che lui era ebreo,
  • 4:09 - 4:11
    avrebbe rischiato di essere deportato
    in un campo di concentramento,
  • 4:11 - 4:13
    dove molto probabilmente
    non sarebbe sopravvissuto.
  • 4:13 - 4:16
    E in effetti, quando la guerra finì
    e fu liberato,
  • 4:16 - 4:18
    gran parte dei suoi amici e familiari
    erano morti.
  • 4:18 - 4:20
    Si dedicò a diverse attività.
  • 4:20 - 4:22
    Aiutò gli orfani di guerra.
  • 4:22 - 4:24
    Ma aveva un forte interesse
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    per la scienza del pregiudizio,
  • 4:25 - 4:28
    e così quando fu indetta una prestigiosa
  • 4:28 - 4:30
    borsa di studio inglese sugli stereotipi,
    fece domanda
  • 4:30 - 4:31
    e la vinse,
  • 4:31 - 4:33
    e poi la sua fantastica carriera iniziò.
  • 4:33 - 4:36
    E ciò che diede inizio alla sua carriera
    fu l'idea
  • 4:36 - 4:38
    secondo cui il modo in cui le persone
  • 4:38 - 4:40
    consideravano l'Olocausto era sbagliato.
  • 4:40 - 4:42
    Molte persone, la maggioranza
    a quei tempi,
  • 4:42 - 4:44
    vedevano l'Olocausto come una specie
    di rappresentazione
  • 4:44 - 4:47
    di qualche difetto tragico dei tedeschi,
  • 4:47 - 4:51
    una specie di difetto genetico,
    una personalità autoritaria.
  • 4:51 - 4:53
    E Tajfel rifiutava quest'idea.
  • 4:53 - 4:56
    Tajfel affermava che quello
    che vediamo nell'Olocausto
  • 4:56 - 4:58
    è solo un'esagerazione
  • 4:58 - 5:00
    dei normali processi psicologici
  • 5:00 - 5:01
    che esistono in ognuno di noi.
  • 5:01 - 5:04
    E per approfondire questa sua teoria,
    fece una serie di studi classici
  • 5:04 - 5:06
    con alcuni adolescenti inglesi.
  • 5:06 - 5:07
    E in uno di questi studi fece
  • 5:07 - 5:10
    agli adolescenti ogni tipo di domanda,
  • 5:10 - 5:12
    e poi in base alle risposte, disse:
  • 5:12 - 5:14
    "Ho analizzato le vostre risposte,
    e sulla base di questo,
  • 5:14 - 5:16
    ho stabilito che siete o" -
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    disse a metà di loro -
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    "amanti di Kandinskij,
    amate le opere di Kandinskij,
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    o amanti di Klee, amate le opere di Klee".
  • 5:23 - 5:25
    Era tutto inventato.
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    Le loro risposte non avevano niente
    a che fare con Kandinskij nè con Klee.
  • 5:27 - 5:30
    Probabilmente non avevano
    mai sentito parlare di quegli artisti.
  • 5:30 - 5:33
    Lui li divise così arbitrariamente.
  • 5:33 - 5:36
    Ma scoprì che queste categorie
    erano importanti,
  • 5:36 - 5:39
    perciò quando più tardi diede
    dei soldi ai ragazzi,
  • 5:39 - 5:40
    preferirono darli
  • 5:40 - 5:42
    ai membri del loro gruppo
  • 5:42 - 5:44
    rispetto a membri dell'altro gruppo.
  • 5:44 - 5:46
    Cosa peggiore, erano più interessati
  • 5:46 - 5:48
    a stabilire una differenza
  • 5:48 - 5:51
    tra il proprio gruppo e gli altri,
  • 5:51 - 5:53
    perciò avrebbero rinunciato ai soldi
    per il proprio gruppo
  • 5:53 - 5:58
    se in cambio potevano dare meno soldi
    a un altro gruppo.
  • 5:58 - 6:00
    Questo pregiudizio sembra manifestarsi
    molto presto.
  • 6:00 - 6:03
    Così mia moglie e collega Karen Wynn
  • 6:03 - 6:04
    a Yale ha condotto una serie di studi
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    dove mostra dei pupazzi
    ad alcuni bambini,
  • 6:07 - 6:09
    e i pupazzi hanno preferenze alimentari
    specifiche.
  • 6:09 - 6:11
    A uno dei pupazzi possono piacere
    i piselli verdi.
  • 6:11 - 6:14
    A un altro pupazzo possono piacere
    i graham cracker.
  • 6:14 - 6:16
    Testano i bambini sulle loro
    preferenze alimentari
  • 6:16 - 6:19
    e i bambini di solito preferiscono
    i graham cracker.
  • 6:19 - 6:22
    Ma la domanda è: è rilevante
    per i bambini
  • 6:22 - 6:25
    nel loro modo di trattare i pupazzi?
    Eccome se lo è.
  • 6:25 - 6:26
    Tendono a preferire il pupazzo
  • 6:26 - 6:30
    che ha i loro stessi gusti,
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    e cosa peggiore, preferiscono i pupazzi
  • 6:32 - 6:35
    che puniscono il pupazzo
    con i gusti diversi.
  • 6:35 - 6:38
    (Risate)
  • 6:38 - 6:41
    Spesso c'è questo tipo di meccanismo
    psicologico in-group e out-group.
  • 6:41 - 6:43
    Lo vediamo negli scontri politici
  • 6:43 - 6:45
    all'interno di gruppi
    con ideologie differenti.
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    Lo vediamo ai suoi estremi
    in caso di guerra,
  • 6:49 - 6:52
    dove all'out-group non viene dato
    solo di meno,
  • 6:52 - 6:54
    ma viene disumanizzato,
  • 6:54 - 6:56
    come nella prospettiva nazista
    degli ebrei
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    come animali infestanti o pidocchi,
  • 6:58 - 7:02
    o come la prospettiva americana
    dei giapponesi come ratti.
  • 7:02 - 7:05
    Gli stereotipi possono anche fallire.
  • 7:05 - 7:07
    Quindi spesso sono razionali e utili,
  • 7:07 - 7:08
    ma a volte sono irrazionali,
  • 7:08 - 7:10
    danno le risposte sbagliate,
  • 7:10 - 7:11
    e altre volte
  • 7:11 - 7:13
    portano a conseguenze
    meramente immorali.
  • 7:13 - 7:16
    E il caso che è stato più studiato
  • 7:16 - 7:17
    è quello della razza.
  • 7:17 - 7:19
    C'è stato uno studio affascinante
  • 7:19 - 7:21
    prima delle elezioni del 2008
  • 7:21 - 7:24
    in cui i socio-psicologi
    hanno analizzato l'entità
  • 7:24 - 7:27
    a cui i candidati venivano associati
    all'America,
  • 7:27 - 7:31
    come in un associazione inconscia
    con la bandiera americana.
  • 7:31 - 7:32
    E in uno dei loro studi
    hanno messo a confronto
  • 7:32 - 7:34
    Obama e MacCain, e hanno scoperto
    che MacCain
  • 7:34 - 7:38
    veniva ritenuto più americano di Obama,
  • 7:38 - 7:40
    e, per certi versi, la gente non è stata
    sorpresa di scoprirlo.
  • 7:40 - 7:42
    MacCain è un celebrato eroe di guerra,
  • 7:42 - 7:44
    e molte persone direbbero
    esplicitamente
  • 7:44 - 7:47
    che ha più storia americana alle spalle
    rispetto a Obama.
  • 7:47 - 7:49
    Ma hanno anche paragonato Obama
  • 7:49 - 7:51
    al primo ministro inglese Tony Blair,
  • 7:51 - 7:53
    e hanno scoperto che anche Blair
    era considerato
  • 7:53 - 7:56
    più americano di Obama,
  • 7:56 - 7:58
    sebbene per i soggetti fosse chiarissimo
  • 7:58 - 8:01
    che Blair non era americano.
  • 8:01 - 8:02
    Ma la risposta, ovviamente,
    era stata influenzata
  • 8:02 - 8:05
    dal colore della pelle.
  • 8:05 - 8:07
    Questi stereotipi e preconcetti
  • 8:07 - 8:09
    hanno conseguenze nel mondo reale,
  • 8:09 - 8:12
    sia impercettibili
    che molto significative.
  • 8:12 - 8:14
    In uno studio recente, i ricercatori
  • 8:14 - 8:18
    hanno messo annunci pubblicitari su eBay
    per vendere figurine di baseball.
  • 8:18 - 8:20
    Alcune erano tenute in mano da bianchi,
  • 8:20 - 8:22
    altre da neri.
  • 8:22 - 8:23
    Erano le stesse identiche figurine.
  • 8:23 - 8:24
    Quelle tenute in mano dai neri
  • 8:24 - 8:27
    hanno ottenuto offerte
    notevolmente più basse
  • 8:27 - 8:29
    rispetto a quelle tenute in mano
    dai bianchi.
  • 8:29 - 8:31
    Nelle ricerche svolte a Stanford
  • 8:31 - 8:36
    gli psicologi hanno approfondito
    il caso delle persone
  • 8:36 - 8:39
    condannate per l'assassinio di un bianco.
  • 8:39 - 8:42
    Risulta che, mantenendo
    tutte le altre costanti,
  • 8:42 - 8:44
    è molto più probabile venire giustiziato
  • 8:44 - 8:46
    se avete l'aspetto dell'uomo sulla destra
  • 8:46 - 8:48
    e non di quello sulla sinistra,
  • 8:48 - 8:50
    e questo in gran parte è dovuto
    al fatto che
  • 8:50 - 8:53
    l'uomo sulla destra ha un'aspetto tipico
    dei neri,
  • 8:53 - 8:55
    è più afroamericano,
  • 8:55 - 8:57
    e questo, a quanto pare,
    influenza le decisioni delle persone
  • 8:57 - 8:59
    riguardo al suo futuro.
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    Ora che conosciamo questo meccanismo,
  • 9:01 - 9:02
    come lo combattiamo?
  • 9:02 - 9:04
    E ci sono diverse strade.
  • 9:04 - 9:05
    Una strada è fare appello
  • 9:05 - 9:07
    alle risposte emotive delle persone,
  • 9:07 - 9:10
    appellarsi all'empatia delle persone,
  • 9:10 - 9:11
    e spesso lo facciamo tramite le storie.
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    Così, se siete genitori liberali
  • 9:14 - 9:16
    e volete incoraggiare i vostri figli
  • 9:16 - 9:18
    a credere nei meriti delle famiglie
    non tradizionali
  • 9:18 - 9:20
    potrestre dar loro un libro del genere:
    ["Heather ha due mamme"]
  • 9:20 - 9:22
    Se siete conservatori
    e avete un atteggiamento differente,
  • 9:22 - 9:24
    potete dar loro un libro come questo:
  • 9:24 - 9:26
    (Risate) ["Aiuto! Ci sono dei liberali
    sotto il mio letto!"]
  • 9:26 - 9:29
    Ma in generale, le storie
    possono trasformare
  • 9:29 - 9:31
    anonimi sconosciuti in persone di rilievo,
  • 9:31 - 9:34
    e l'idea che noi ci teniamo alle persone
  • 9:34 - 9:36
    quando ci concentriamo su di loro
    come individui
  • 9:36 - 9:38
    è un'idea ricorrente nella storia.
  • 9:38 - 9:41
    Stalin affermò falsamente che
  • 9:41 - 9:42
    "Una morte è una tragedia,
  • 9:42 - 9:44
    un milione di morti è statistica",
  • 9:44 - 9:46
    E Madre Teresa disse:
  • 9:46 - 9:47
    "Se guardo la massa, non agirò mai.
  • 9:47 - 9:50
    Se guardo al singolo, agirò".
  • 9:50 - 9:52
    Gli psicologi hanno approfondito
    questo fenomeno.
  • 9:52 - 9:53
    Per esempio, in uno studio
  • 9:53 - 9:56
    hanno dato alle persone un elenco
    di fatti riguardo a una crisi,
  • 9:56 - 10:00
    hanno analizzato quanto avrebbero donato
  • 10:00 - 10:02
    per risolvere la crisi,
  • 10:02 - 10:04
    e a un altro gruppo
    non hanno dato alcun dato,
  • 10:04 - 10:06
    ma è stato raccontato loro di una persona
  • 10:06 - 10:08
    con un nome e un volto,
  • 10:08 - 10:11
    ed è risultato che donavano molto di più.
  • 10:11 - 10:13
    Niente di tutto questo
    è un segreto, credo,
  • 10:13 - 10:15
    per le persone impegnate
    nelle associazioni di beneficenza.
  • 10:15 - 10:18
    Le persone non tendono
    a subissare gli altri
  • 10:18 - 10:19
    con fatti e statistiche.
  • 10:19 - 10:20
    Invece mostrano dei volti,
  • 10:20 - 10:22
    mostrano le persone.
  • 10:22 - 10:25
    È possibile che ampliando
    le nostre simpatie
  • 10:25 - 10:27
    a un individuo, possano diffondersi
  • 10:27 - 10:30
    al gruppo di cui fa parte l'individuo.
  • 10:30 - 10:33
    Lei è Harriet Beecher Stowe.
  • 10:33 - 10:35
    Secondo la leggenda, forse falsa,
  • 10:35 - 10:37
    il presidente Lincoln
    l'avrebbe invitata
  • 10:37 - 10:39
    alla Casa Bianca nel bel mezzo
    della Guerra Civile
  • 10:39 - 10:41
    e le avrebbe detto:
  • 10:41 - 10:43
    "Allora è lei la piccola signora
    che ha causato questa grande guerra".
  • 10:43 - 10:45
    E si riferiva a
    "La capanna dello zio Tom".
  • 10:45 - 10:48
    "La capanna dello zio Tom" non è
    un grande libro di filosofia
  • 10:48 - 10:51
    o di teologia e forse neanche
    di letteratura,
  • 10:51 - 10:53
    ma riesce davvero benissimo
  • 10:53 - 10:56
    a far sì che i lettori
    si mettano nei panni
  • 10:56 - 10:58
    di quelle persone in cui altrimenti
    non si sarebbero mai immedesimate,
  • 10:58 - 11:01
    mettendosi nei panni degli schiavi.
  • 11:01 - 11:02
    E quel libro avrebbe potuto diventare
    benissimo un catalizzatore
  • 11:02 - 11:04
    di un grande cambiamento
    della società.
  • 11:04 - 11:06
    Più recentemente, analizzando l'America
  • 11:06 - 11:09
    negli ultimi decenni,
  • 11:09 - 11:13
    ci sono dei motivi per credere
    che programmi tv come "I Robinson"
  • 11:13 - 11:15
    abbiano cambiato radicalmente
    l'atteggiamento degli Americani
  • 11:15 - 11:16
    nei confronti degli afroamericani,
  • 11:16 - 11:18
    mentre sitcom come "Will and Grace"
    e "Modern Family"
  • 11:18 - 11:20
    hanno cambiato l'atteggiamento
  • 11:20 - 11:22
    nei confronti di uomini e donne gay.
  • 11:22 - 11:24
    Non credo di esagerare se dico
  • 11:24 - 11:27
    che i principali catalizzatori
    del cambiamento morale in America
  • 11:27 - 11:29
    sono state le sitcom.
  • 11:29 - 11:31
    Ma non sono tutte emozioni,
  • 11:31 - 11:32
    e vorrei concludere facendo appello
  • 11:32 - 11:34
    al potere della ragione.
  • 11:34 - 11:36
    A un certo punto
    di questo meraviglioso libro
  • 11:36 - 11:38
    "Il declino della violenza",
  • 11:38 - 11:39
    Steven Pinker afferma che
  • 11:39 - 11:42
    il Vecchio Testamento dice
    ama il prossimo,
  • 11:42 - 11:45
    e il Nuovo Testamento dice
    ama il tuo nemico,
  • 11:45 - 11:48
    ma io non amo né uno né l'altro,
    non proprio,
  • 11:48 - 11:49
    ma non voglio ucciderli.
  • 11:49 - 11:51
    lo so di avere degli obblighi
    nei loro confronti,
  • 11:51 - 11:55
    ma i miei sentimenti morali per loro,
    le mie credenze morali
  • 11:55 - 11:56
    su come dovrei comportarmi
    nei loro confronti
  • 11:56 - 11:58
    non sono fondati sull'amore.
  • 11:58 - 12:00
    Sono fondati sulla comprensione
    dei diritti umani,
  • 12:00 - 12:03
    un credo secondo cui la loro vita
    è tanto preziosa per loro
  • 12:03 - 12:05
    quanto la mia vita lo è per me.
  • 12:05 - 12:07
    Per sostenere questo pensiero,
    racconta una storia
  • 12:07 - 12:09
    del grande filosofo Adam Smith,
  • 12:09 - 12:10
    e anch'io ve la voglio raccontare
  • 12:10 - 12:12
    anche se la adatterò un po'
  • 12:12 - 12:13
    ai tempi moderni.
  • 12:13 - 12:15
    Adam Smith inizia chiedendovi
    di immaginare
  • 12:15 - 12:18
    la morte di migliaia di persone,
  • 12:18 - 12:19
    e immaginate che quel migliaio di persone
  • 12:19 - 12:21
    si trovino in un Paese
    che voi non conoscete.
  • 12:21 - 12:24
    Potrebbe essere la Cina o l'India
    o uno stato africano.
  • 12:25 - 12:27
    E Smith chiede come rispondereste.
  • 12:27 - 12:29
    E voi direste: Be', è un peccato,
  • 12:29 - 12:31
    e andreste avanti con la vostra vita.
  • 12:31 - 12:33
    Se doveste aprire la pagina online
    del New York Times
  • 12:33 - 12:36
    e doveste scoprilo, e in effetti
    ci succede in continuazione,
  • 12:36 - 12:38
    vi comportereste normalmente.
  • 12:38 - 12:40
    Immaginate invece che Smith
    vi dicesse
  • 12:40 - 12:44
    che domani scoprirete
    che vi verrà amputato il mignolo
  • 12:44 - 12:46
    Smith dice: questo avrebbe
    molta importanza.
  • 12:46 - 12:49
    Quella notte non dormireste
    al solo pensiero.
  • 12:49 - 12:51
    Perciò pose questa domanda:
  • 12:51 - 12:54
    sacrifichereste migliaia di vite
  • 12:54 - 12:55
    per salvare il vostro mignolo?
  • 12:55 - 12:58
    Ora, rispondete nella privacy
    della vostra mente,
  • 12:58 - 13:01
    ma Smith dice: assolutamente no,
  • 13:01 - 13:03
    che pensiero orribile.
  • 13:03 - 13:05
    E questo solleva un'altra domanda,
  • 13:05 - 13:06
    e così, con le parole di Smith,
  • 13:06 - 13:08
    "Quando i nostri sentimenti passivi
    sono quasi sempre
  • 13:08 - 13:10
    così sordidi ed egoisti,
  • 13:10 - 13:11
    come mai i nostri principi attivi
  • 13:11 - 13:13
    dovrebbero essere tanto generosi
    e nobili così spesso?
  • 13:13 - 13:15
    E la risposta di Smith é:
    "È la ragione,
  • 13:15 - 13:17
    il principio, la coscienza.
  • 13:17 - 13:19
    Si rivolgono a noi,
  • 13:19 - 13:22
    con una voce capace di stupire
    le più presuntuose delle nostre passioni,
  • 13:22 - 13:24
    che noi non siamo che uno tra tanti
  • 13:24 - 13:26
    per nessun verso migliori
    di qualsiasi altro in quella moltitudine".
  • 13:26 - 13:29
    E quest'ultima parte è quella
    che spesso viene descritta
  • 13:29 - 13:32
    come il principio di imparzialità.
  • 13:32 - 13:35
    E questo principio di imparzialità
    si manifesta
  • 13:35 - 13:36
    in tutte le religioni del mondo,
  • 13:36 - 13:39
    in tutte le diverse versioni
    della regola d'oro,
  • 13:39 - 13:41
    e in tutte le filosofie morali del mondo,
  • 13:41 - 13:42
    che sono diverse per via di molti aspetti
  • 13:42 - 13:45
    ma condividono il presupposto
    per cui dovremmo giudicare la moralità
  • 13:45 - 13:48
    da un punto di vista imparziale.
  • 13:48 - 13:50
    La migliore espressione
    di questa visione
  • 13:50 - 13:53
    per me, in realtà, non viene
    da un teologo o da un filosofo,
  • 13:53 - 13:55
    bensì da Humphrey Bogart
  • 13:55 - 13:56
    alla fine di "Casablanca".
  • 13:56 - 14:00
    Perciò, spoiler alert,
    lui sta dicendo alla sua amante
  • 14:00 - 14:01
    che si devono separare
  • 14:01 - 14:03
    per un bene generale più grande,
  • 14:03 - 14:05
    e le dice, e io non lo farò
    con il suo accento,
  • 14:05 - 14:07
    ma le dice: "Ilsa [..] tu sai bene
  • 14:07 - 14:08
    che i problemi
    di tre piccole persone come noi
  • 14:08 - 14:11
    non contano in questa immensa tragedia."
  • 14:11 - 14:14
    La nostra ragione può prevalere
    sulle nostre passioni.
  • 14:14 - 14:16
    La nostra ragione ci può motivare
  • 14:16 - 14:17
    a espandere la nostra empatia,
  • 14:17 - 14:19
    può motivarci a scrivere libri
    come "La capanna dello zio Tom",
  • 14:19 - 14:21
    o a leggere un libro come
    "La capanna dello zio Tom",
  • 14:21 - 14:23
    e la nostra ragione
    può spingerci a creare
  • 14:23 - 14:26
    costumi, tabù e leggi
  • 14:26 - 14:28
    che ci impediscono
  • 14:28 - 14:29
    di agire secondo i nostri impulsi
  • 14:29 - 14:31
    quando, come esseri razionali, sentiamo
  • 14:31 - 14:32
    che ci dovrebbe essere un limite.
  • 14:32 - 14:34
    Ecco che cos'è una costituzione.
  • 14:34 - 14:37
    Una costituzione è una cosa
    redatta nel passato
  • 14:37 - 14:38
    che si applica al presente,
  • 14:38 - 14:39
    e afferma che
  • 14:39 - 14:42
    a prescindere da quante volte
    possiamo rieleggere
  • 14:42 - 14:44
    un presidente popolare
    per un terzo mandato,
  • 14:44 - 14:47
    a prescindere da quanti americani bianchi
    possano scegliere
  • 14:47 - 14:50
    di sentire di voler ripristinare
    la schiavitù, non possiamo farlo.
  • 14:50 - 14:52
    Ci siamo vincolati.
  • 14:52 - 14:54
    E ci vincoliamo anche in altri modi.
  • 14:54 - 14:57
    Sappiamo che quando si tratta
    di scegliere qualcuno
  • 14:57 - 15:00
    per un lavoro, per un premio,
  • 15:00 - 15:03
    siamo fortemente condizionati
    dalla razza,
  • 15:03 - 15:05
    dal sesso,
  • 15:05 - 15:08
    dall'aspetto fisico,
  • 15:08 - 15:10
    e a volte potremmo dire:
    "Va bene, funziona così."
  • 15:10 - 15:12
    Ma altre volte diciamo:
    "È sbagliato."
  • 15:12 - 15:15
    E così per combattere
    questi pregiudizi,
  • 15:15 - 15:17
    non ci impegnamo di più e basta,
  • 15:17 - 15:20
    ma piuttosto quello che facciamo
    è determinare situazioni
  • 15:20 - 15:22
    in cui queste altre fonti di informazioni
    non possono influenzarci,
  • 15:22 - 15:24
    ed è il motivo
    per cui molte orchestre
  • 15:24 - 15:26
    tengono audizioni al buio,
  • 15:26 - 15:28
    così che l'unica informazione che hanno
  • 15:28 - 15:30
    è quella che credono importante.
  • 15:30 - 15:33
    Penso che pregiudizi e preconcetti
  • 15:33 - 15:36
    illustrino un dualismo fondamentale
    della natura umana.
  • 15:36 - 15:40
    Abbiamo le nostre inclinazioni,
    l'istinto, le emozioni,
  • 15:40 - 15:43
    che influenzano i nostri giudizi
    e le nostre azioni
  • 15:43 - 15:45
    nel bene e nel male,
  • 15:45 - 15:48
    ma siamo anche in grado
    di deliberare razionalmente
  • 15:48 - 15:50
    e di fare programmi
    in modo intelligente,
  • 15:50 - 15:52
    e, in alcuni casi, possiamo usarli
  • 15:52 - 15:54
    per accelerare e nutrire
    le nostre emozioni,
  • 15:54 - 15:57
    e in altri casi
    per arrestarle.
  • 15:57 - 15:59
    Ed è in questo modo che la ragione
  • 15:59 - 16:01
    ci aiuta a creare un mondo migliore.
  • 16:01 - 16:02
    Grazie.
  • 16:02 - 16:11
    (Applausi)
Title:
I pregiudizi potranno mai essere qualcosa di positivo?
Speaker:
Paul Bloom
Description:

Spesso pensiamo che pregiudizi e preconcetti di qualsiasi tipo trovino le proprie radici nell'ignoranza. Ma, come lo psicologo Paul Bloom cerca di mostrarci, i pregiudizi spesso sono naturali, razionali e ...persino morali. La chiave, afferma Bloom, è capire come funzionano i nostri pregiudizi, in modo tale da poterli controllare quando diventano sbagliati.

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Anna Cristiana Minoli approved Italian subtitles for Can prejudice ever be a good thing?
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