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Learn Italian with a Story Inspired by Habemus Papam (A2–B1) Italian-English Text

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    Abemus Papam
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    Capitolo 1 – La morte del Papa
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    Il Papa è morto.
    Lo hanno annunciato  
  • 0:15 - 0:21
    stamattina presto, ma io lo sapevo già da ore. 
    Lo sentivo nell'aria, nel silenzio delle stanze,  
  • 0:21 - 0:26
    nel modo in cui i passi dei segretari 
    facevano eco nei corridoi del Vaticano. 
  • 0:26 - 0:30
    Ho recitato le preghiere con gli altri 
    cardinali, ma nella mia mente c'era  
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    solo un pensiero: adesso inizia il Conclave.
    Ci siamo raccolti nella Cappella Sistina. Le  
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    porte si sono chiuse dietro di noi, lente, 
    pesanti. Nessuno ha parlato. Ognuno di noi  
  • 0:44 - 0:50
    sapeva cosa stava per accadere: votare, 
    pregare, aspettare, e poi votare di nuovo,  
  • 0:50 - 0:56
    ancora e ancora, finché lo Spirito Santo 
    non ci avrebbe indicato il nome giusto. 
  • 0:56 - 1:04
    Io non ero preparato. Non lo è mai nessuno, 
    dicono. Ma io sentivo qualcosa di diverso,  
  • 1:04 - 1:11
    un'agitazione profonda, inspiegabile.
    Non era paura. Non ancora. 
  • 1:11 - 1:16
    Fuori il mondo guardava i camini, 
    dentro il silenzio era quasi violento. 
  • 1:16 - 1:21
    Ho guardato i volti degli altri cardinali 
    e ho capito che molti speravano di non  
  • 1:21 - 1:25
    essere scelti. Io per primo.
    Ma allora perché, quando ho  
  • 1:25 - 1:30
    visto quel primo voto con il mio nome, 
    il cuore ha iniziato a battere forte? 
  • 1:30 - 1:37
    Forse lo avevo sempre saputo. E forse era 
    proprio questo il mio più grande terrore.
  • 1:37 - 1:40
    Capitolo 2 – Il Conclave e la scelta
  • 1:41 - 1:44
    I voti continuavano a salire.
    Ogni volta che uno dei cardinali  
  • 1:44 - 1:48
    pronunciava il mio nome, il mio 
    stomaco si chiudeva un po' di più. 
  • 1:48 - 1:51
    Cercavo di non guardare nessuno, 
    di sembrare calmo, ma dentro di  
  • 1:51 - 2:00
    me si muoveva qualcosa di incontrollabile.
    "Melville." Ancora. "Melville." E ancora. 
  • 2:00 - 2:06
    Ho iniziato a sentire un ronzio nelle orecchie, 
    come se il mondo fuori si stesse allontanando.  
  • 2:06 - 2:11
    Tutto diventava ovattato, lento.
    Non riuscivo più a seguire il  
  • 2:11 - 2:17
    ritmo delle votazioni. Il mio respiro era 
    corto, ma non volevo alzare lo sguardo. 
  • 2:17 - 2:23
    Poi il momento: 2/3 dei voti. Elezione confermata. 
  • 2:23 - 2:27
    Mi hanno guardato tutti, in 
    attesa della mia risposta. 
  • 2:27 - 2:34
    Dovevo dire solo una parola: "Accetto."
    Le mie labbra si sono mosse da sole. Non  
  • 2:34 - 2:38
    so neanche come ho fatto.
    Sentivo mani sulle spalle,  
  • 2:38 - 2:42
    sorrisi, preghiere sussurrate.
    Mi hanno portato nella stanza  
  • 2:42 - 2:47
    per vestirmi da Papa, ma io non 
    riuscivo a guardarmi allo specchio. 
  • 2:47 - 2:52
    "Devi prepararti. Tra poco ti affaccerai 
    al mondo," mi ha detto qualcuno. 
  • 2:52 - 2:58
    Ho annuito, ma il cuore era una pietra.
    E mentre camminavo verso il balcone,  
  • 2:58 - 3:03
    qualcosa in me si è spezzato.
    Io non ce la facevo.
  • 3:03 - 3:07
    Capitolo 3 – Il rifiuto
  • 3:07 - 3:12
    Le tende rosse erano davanti a me.
    Bastava un passo. Bastava affacciarsi. 
  • 3:12 - 3:17
    Il maestro delle cerimonie era pronto.
    La folla in piazza, sotto la pioggia,  
  • 3:17 - 3:23
    aspettava quel momento: "Abemus Papam."
    Io ero lì, vestito di bianco. Ma dentro  
  • 3:23 - 3:26
    sentivo solo buio.
    Mi girava la testa,  
  • 3:26 - 3:31
    il respiro corto, le mani fredde.
    "Eminenza, è il momento," ha  
  • 3:31 - 3:38
    sussurrato qualcuno dietro di me.
    Io non mi muovevo. Non potevo. Non volevo. 
  • 3:38 - 3:45
    Le parole mi rimbalzavano nella mente come un eco: 
    "Tu sei il Papa. Tu guiderai milioni di persone.  
  • 3:45 - 3:50
    Tu sei la voce di Dio sulla Terra."
    Ma io… io non ce l’ho. Non ho  
  • 3:50 - 3:55
    quella voce. Non ho la forza.
    Ho fatto un passo indietro. 
  • 3:55 - 4:00
    Ho sussurrato: "Non posso. 
    Mi dispiace. Non posso." 
  • 4:00 - 4:05
    Silenzio. Uno di quegli 
    istanti che sembrano eterni. 
  • 4:06 - 4:10
    Poi, caos.
    Mani che cercano di fermarmi, voci che  
  • 4:10 - 4:18
    mi chiamano, cardinali che si guardano confusi.
    Io camminavo via. Non correvo. Camminavo lento,  
  • 4:18 - 4:22
    verso un corridoio, verso qualcosa 
    che neanch’io sapevo spiegare. 
  • 4:22 - 4:25
    Sono tornato nella mia 
    stanza e ho chiuso la porta. 
  • 4:25 - 4:31
    Mi sono seduto.
    Il Papa è stato eletto, ma il Papa non c’è.
  • 4:32 - 4:36
    Capitolo 4 – Lo psicoanalista in Vaticano
  • 4:36 - 4:42
    Il giorno dopo non sono uscito dalla mia stanza.
    Non ho toccato cibo. Non ho detto una parola. 
  • 4:42 - 4:48
    Sentivo bussare, ogni tanto. Poi più 
    nulla. Solo il rumore del mio respiro. 
  • 4:48 - 4:53
    Poi, nel pomeriggio, hanno bussato ancora.
    Ma questa volta sono entrati:  
  • 4:53 - 4:58
    un cardinale e uno sconosciuto.
    Un uomo distinto, giacca elegante,  
  • 4:58 - 5:04
    occhiali sottili. Non era un prete.
    "È uno psicoanalista," ha detto il cardinale,  
  • 5:04 - 5:09
    cercando il mio sguardo.
    Io ho annuito piano. 
  • 5:09 - 5:13
    Forse era quello che volevano: 
    qualcuno che mi aggiustasse. 
  • 5:13 - 5:18
    L’uomo si è presentato con voce calma.
    Ha detto che non ero malato, che non  
  • 5:18 - 5:24
    ero solo, che era lì per ascoltarmi.
    "Non voglio essere Papa," ho detto. 
  • 5:24 - 5:32
    È stata la prima frase dopo ore di silenzio.
    Lui non si è sorpreso. Ha solo chiesto: "Perché?" 
  • 5:32 - 5:38
    Ma io non sapevo rispondere.
    Non era paura del potere. Non era debolezza. 
  • 5:38 - 5:44
    Era qualcosa di più profondo. 
    Una mancanza. Un vuoto. 
  • 5:44 - 5:51
    Abbiamo parlato per un po’. Poco, in realtà.
    Poi lui ha detto che serviva tempo,  
  • 5:51 - 5:58
    che le crisi non si risolvono in un giorno.
    Io ho pensato: esse non si risolvono affatto. 
  • 5:58 - 6:04
    Quella notte ho fatto un sogno.
    E al risveglio ho deciso di uscire.
  • 6:04 - 6:07
    Capitolo 5 – Fuga nella città
  • 6:08 - 6:13
    All’alba, prima che il Vaticano si 
    svegliasse, ho aperto la porta e sono uscito. 
  • 6:13 - 6:19
    Senza la veste bianca. Senza anello. Senza scorta.
    Solo un cappotto scuro e un berretto. 
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    Nessuno mi ha fermato.
    Sono entrato in un  
  • 6:22 - 6:27
    autobus, come un uomo qualunque.
    Seduto tra la gente, ascoltavo le voci,  
  • 6:27 - 6:32
    i suoni, il mondo vero.
    Nessuno sapeva chi fossi. 
  • 6:32 - 6:35
    Per la prima volta, dopo giorni, respiravo. 
  • 6:35 - 6:40
    Roma era diversa da come la ricordavo. 
    O forse ero io a essere diverso. 
  • 6:40 - 6:45
    Camminavo senza meta, seguendo solo le gambe.
    Mi sono ritrovato in una piazza,  
  • 6:45 - 6:51
    poi in un parco, poi davanti a un teatro.
    Una compagnia stava provando uno spettacolo. 
  • 6:51 - 6:56
    Mi sono fermato a guardare.
    Una donna mi ha notato: "Cerchi qualcuno?" 
  • 6:57 - 7:03
    "No, forse me stesso," ho risposto, sorridendo.
    Mi ha invitato dentro. 
  • 7:03 - 7:08
    Ho osservato le prove. Gli attori che 
    sbagliavano, ridevano, ricominciavano. 
  • 7:08 - 7:17
    Nessuno era perfetto. Nessuno doveva esserlo.
    Uno di loro mi ha chiesto: "Lei lavora a teatro?" 
  • 7:17 - 7:24
    Ho esitato. "No, ma ho recitato spesso una parte."
    Quella sera, per la prima volta,  
  • 7:24 - 7:29
    non mi sono sentito un simbolo.
    E per la prima volta ho pensato: 
  • 7:29 - 7:37
    forse io non sono fatto per essere Papa.
    Ma come si dice questo al mondo intero?
  • 7:37 - 7:41
    Capitolo 6 – Il mondo aspetta
  • 7:41 - 7:45
    Intanto in Vaticano era il caos.
    Le televisioni di tutto il mondo  
  • 7:45 - 7:48
    continuavano a ripetere:
    "Il Papa è stato eletto,  
  • 7:48 - 7:53
    ma non si è ancora affacciato. La fumata 
    bianca c’è stata, ma nessuna benedizione,  
  • 7:53 - 8:01
    nessun nome, nessuna voce. Solo silenzio."
    I cardinali cercavano di proteggere il segreto. 
  • 8:01 - 8:05
    "È in preghiera," dicevano. 
    "Ha bisogno di raccoglimento." 
  • 8:05 - 8:09
    Ma ormai si capiva che qualcosa non andava. 
  • 8:09 - 8:14
    Io guardavo tutto questo da una piccola 
    stanza in un albergo vicino a Trastevere. 
  • 8:14 - 8:20
    Il televisore acceso. Il mio volto 
    ovunque, anche se sfocato, rubato. 
  • 8:20 - 8:27
    I giornalisti cercavano risposte.
    I fedeli pregavano. Alcuni erano già delusi. 
  • 8:27 - 8:32
    Io… io non sapevo ancora cosa fare.
    Parlavo ogni giorno con lo  
  • 8:32 - 8:36
    psicoanalista, al telefono.
    Gli raccontavo delle passeggiate,  
  • 8:36 - 8:41
    delle risate che avevo sentito tra gli 
    attori, dei sogni strani che facevo. 
  • 8:41 - 8:45
    "E se non torno?" gli ho chiesto una sera.
    "E se invece torni?" 
  • 8:45 - 8:48
    "Ma da uomo?"
    Ha risposto lui. 
  • 8:48 - 8:52
    Quella frase mi è rimasta in testa per ore.
    Da uomo. 
  • 8:52 - 8:54
    Non da simbolo.
    Non da maschera. 
  • 8:54 - 8:59
    Ma fuori, intanto, il tempo passava.
    E il mondo aspettava. 
  • 8:59 - 9:05
    Io avevo scelto di fuggire.
    Ma ora dovevo scegliere se affrontare.
  • 9:05 - 9:08
    Capitolo 7 – Il ritorno
  • 9:08 - 9:13
    Sono tornato in Vaticano una mattina 
    presto, come ero uscito: in silenzio. 
  • 9:13 - 9:17
    Nessuno mi ha applaudito.
    Nessuno mi ha abbracciato. 
  • 9:17 - 9:21
    Solo sguardi bassi, sospiri 
    di sollievo e tanta tensione. 
  • 9:21 - 9:26
    Mi hanno accolto in una piccola stanza 
    dove mi attendevano i cardinali più vicini. 
  • 9:26 - 9:33
    Mi aspettavano parole, decisioni, un segnale.
    Ma io non avevo ancora nulla di pronto. 
  • 9:33 - 9:37
    "Cosa dobbiamo dire al mondo?" ha chiesto 
    uno di loro, cercando di nascondere l’ansia. 
  • 9:37 - 9:42
    Li ho guardati.
    E per la prima volta ho parlato con sincerità: 
  • 9:42 - 9:46
    "Dite che il Papa ha bisogno 
    di tempo. Dite che è umano." 
  • 9:46 - 9:52
    Silenzio.
    Poi qualche mormorio. Delusione, forse. 
  • 9:52 - 9:56
    Ma anche rispetto.
    Ho chiesto di vedere il mio psicoanalista,  
  • 9:56 - 10:01
    questa volta dentro le mura sacre.
    È venuto senza esitare. 
  • 10:01 - 10:06
    Ci siamo seduti uno di fronte 
    all’altro, come vecchi amici. 
  • 10:06 - 10:10
    "Ha deciso, allora?" mi ha chiesto.
    Io ho annuito. 
  • 10:10 - 10:16
    "Sì. Ho deciso di non fingere più.
    E quindi… non sono pronto. 
  • 10:16 - 10:20
    Forse non lo sarò mai."
    Lui non ha risposto. 
  • 10:20 - 10:25
    Si è limitato a guardarmi con 
    uno sguardo calmo, quasi sereno. 
  • 10:25 - 10:33
    Avevo trovato la mia voce.
    Ora restava solo da usarla. Davanti a tutti.
  • 10:33 - 10:37
    Capitolo 8 – Il coraggio e la verità
  • 10:37 - 10:42
    Quel giorno la piazza era di nuovo piena.
    Ombrelli. Mani giunte. Occhi  
  • 10:42 - 10:46
    fissi su quel balcone vuoto.
    Le telecamere inquadravano ogni dettaglio. 
  • 10:46 - 10:49
    I giornalisti parlavano di 
    tutto, pur di riempire l’attesa. 
  • 10:49 - 10:58
    E io, dietro quelle tende rosse, respiravo piano.
    Non avevo più paura. Avevo solo verità. 
  • 10:58 - 11:02
    Il maestro delle cerimonie mi fece un cenno.
    Potevo uscire. 
  • 11:02 - 11:07
    Ma non per diventare Papa.
    Per dire al mondo che non lo sarei stato. 
  • 11:07 - 11:11
    Sono apparso.
    L’intera piazza ha trattenuto il fiato. 
  • 11:11 - 11:15
    Ho guardato quell’oceano di 
    volti e mi sono sentito piccolo. 
  • 11:15 - 11:18
    Ma finalmente reale.
    Ho preso il microfono. 
  • 11:18 - 11:23
    "Fratelli e sorelle," ho 
    cominciato, la voce ferma, 
  • 11:23 - 11:27
    "non ce la faccio. Non posso 
    accettare il ruolo di Papa. 
  • 11:27 - 11:32
    Perché un Papa deve credere, deve 
    guidare, deve parlare con la voce di Dio. 
  • 11:32 - 11:39
    Io sento solo la mia."
    Un mormorio. Poi un lungo silenzio. 
  • 11:39 - 11:42
    Ma io continuavo:
    "Vi chiedo perdono. 
  • 11:42 - 11:48
    Ma vi chiedo anche di accettare la mia 
    umanità, il mio limite, il mio vuoto." 
  • 11:48 - 11:52
    Poi ho abbassato il microfono.
    Il mondo non era pronto. 
  • 11:52 - 11:55
    Ma io sì.
    E in quel momento, per la prima volta,  
  • 11:55 - 12:18
    ho sentito dentro di me una nuova forza:
    non essere Papa, ma essere me.
Title:
Learn Italian with a Story Inspired by Habemus Papam (A2–B1) Italian-English Text
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Italian
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