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Perché i terremoti sono così difficili da prevedere? - Jean-Baptiste P. Koehl

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    Nel 132 d.C.,
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    l'erudito cinese Zhang Heng
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    presentò alla corte degli Han
    la sua ultima invenzione.
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    Questo grande vaso, affermò,
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    poteva dir loro quando si verificava
    un terremoto nel loro regno,
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    compresa la direzione
    in cui inviare i soccorsi.
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    La corte era alquanto scettica,
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    specialmente quando l'oggetto si azionò in
    un pomeriggio apparentemente tranquillo.
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    Ma quando, giorni dopo, arrivarono
    messaggeri per chiedere aiuto,
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    i dubbi si tramutarono in gratitudine.
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    Oggi non ci affidiamo più ai vasi
    per individuare eventi sismici,
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    ma i terremoti sono ancora una sfida unica
    per chi cerca di monitorarli.
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    Ma perché i terremoti
    sono così difficili da prevedere
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    e come possiamo migliorare
    le nostre previsioni?
  • 0:52 - 0:53
    Per rispondere,
  • 0:53 - 0:58
    dobbiamo comprendere le teorie
    dietro al verificarsi dei terremoti.
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    La crosta terrestre è composta da
    ampie lastre di roccia frastagliate
  • 1:02 - 1:04
    chiamate placche tettoniche,
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    che si muovono su uno strato caldo,
    parzialmente fuso, del mantello terrestre.
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    Ciò fa allontanare le placche
    molto lentamente,
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    da 1 a 20 centimetri all'anno.
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    Ma questi piccoli movimenti
    sono abbastanza potenti
  • 1:17 - 1:21
    da provocare crepe profonde
    nelle placche che interagiscono.
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    E nelle zone instabili,
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    la pressione crescente
    può infine scatenare un terremoto.
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    Monitorare questi minuscoli movimenti
    è abbastanza difficile,
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    ma le variabili che tramutano i movimenti
    in eventi sismici sono molte di più.
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    Faglie differenti affiancano
    rocce differenti,
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    alcune delle quali sono più forti,
    o più deboli, sotto pressione.
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    Rocce di tipo diverso, inoltre,
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    reagiscono diversamente
    alla frizione e alle alte temperature.
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    Alcune si fondono parzialmente
    e rilasciano dei fluidi lubrificanti
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    fatti di minerali surriscaldati
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    che riducono la frizione delle faglie.
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    Ma alcune rimangono secche,
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    esposte a pericolosi aumenti di pressione.
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    E tutte queste faglie sono soggette
    a forze gravitazionali variabili,
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    così come alle correnti di rocce calde
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    che si muovono lungo
    tutto il mantello terrestre.
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    Quali di queste variabili nascoste
    dovremmo analizzare
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    e come si integrano nel nostro strumento
    di predizione in via di sviluppo?
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    Poiché alcune di queste forze
    si verificano
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    a frequenze sostanzialmente costanti,
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    il comportamento delle placche
    è in parte ciclico.
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    Oggi, molti dei nostri indizi
    più attendibili
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    provengono da previsioni
    a lungo termine,
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    relativamente a quando e dove si sono
    verificati i terremoti in precedenza.
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    Nella scala dei millenni,
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    questo ci permette di fare previsioni
    su quando le faglie maggiormente attive,
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    come quella di San Andreas,
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    potrebbero provocare un intenso terremoto.
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    Ma a causa delle molteplici
    variabili coinvolte,
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    questo metodo può fare solo previsioni
    molto approssimative.
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    Per predire eventi più vicini,
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    i ricercatori hanno studiato le vibrazioni
    prodotte dalla Terra prima di un sisma.
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    I geologi hanno a lungo
    utilizzato i sismometri
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    per tracciare e mappare questi piccoli
    spostamenti della crosta terrestre.
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    E, oggi, molti cellulari sono in grado
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    di registrare le onde sismiche primarie.
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    Con una rete di cellulari
    intorno al mondo,
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    gli scienziati potrebbero in teoria
    sviluppare collettivamente un ricco,
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    dettagliato sistema di allarme che
    avverta le gente di terremoti imminenti.
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    Sfortunatamente, i cellulari
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    potrebbero non essere in grado
    di fornire un adeguato preavviso
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    per adottare i protocolli di sicurezza.
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    Ma questi dati così dettagliati
    sarebbero comunque utili
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    per strumenti di predizione come
    il software Quakesim della NASA,
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    che può usare una combinazione precisa
    di dati geologici
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    per identificare le regioni a rischio.
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    Tuttavia, studi recenti indicano che
    i segnali più rilevanti di un terremoto
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    potrebbero essere invisibili
    a tutti questi sensori.
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    Nel 2011,
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    proprio prima che un terremoto
    colpisse la costa est del Giappone,
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    i ricercatori di quella zona registrarono
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    delle concentrazioni
    sorprendentemente alte
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    di una coppia isotopica radioattiva:
    radon e torio.
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    Quando la tensione si estende nella crosta
    subito prima di un terremoto,
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    le microfratture lasciano fuoriuscire
    questi gas dalla superficie.
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    Questi scienziati pensano
    che se realizzassimo
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    una vasta rete di sensori radon-torio
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    nelle aree più esposte al rischio sismico,
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    questo potrebbe diventare
    un sistema di allarme promettente,
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    potenzialmente in grado di predire
    un terremoto sette giorni prima.
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    Naturalmente,
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    nessuna di queste tecnologie
    sarebbe tanto utile
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    quanto guardare semplicemente
    nelle profondità della terra.
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    Con una visione più profonda saremmo
    in grado di tracciare e prevedere
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    cambiamenti geologici
    su larga scala in tempo reale,
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    salvando probabilmente decine
    di migliaia di vite ogni anno.
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    Ma, per adesso,
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    queste tecnologie ci possono aiutare
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    a prepararci e a rispondere
    velocemente alle aree in difficoltà,
  • 4:36 - 4:38
    senza dover aspettare
    indicazioni da un vaso.
Title:
Perché i terremoti sono così difficili da prevedere? - Jean-Baptiste P. Koehl
Speaker:
Jean-Baptiste P. Koehl
Description:

Guarda la lezione completa: https://ed.ted.com/lessons/why-are-earthquakes-so-hard-to-predict-jean-baptiste-p-koehl

Nel 132 d.C., Zhang Heng presentò la sua ultima invenzione: un grande vaso che, affermò, poteva dir loro quando si verificava un terremoto nel raggio di centinaia di miglia. Oggi non facciamo più affidamento sui vasi come sistemi di allarme, ma i terremoti sono ancora una sfida per chi cerca di monitorarli. Perché i terremoti sono così difficili da prevedere e come possiamo migliorarne la previsione? Jean-Baptiste P. Koehl indaga.

Lezione di Jean-Baptiste P. Koehl, animazioni di Cabong Studios.

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English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
04:41
Alessandra Tadiotto approved Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? Jul 4, 2019, 2:11 PM
Alessandra Tadiotto edited Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? Jul 4, 2019, 2:11 PM
Alessandra Tadiotto edited Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? Jul 4, 2019, 2:04 PM
Alessandra Tadiotto edited Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? Jul 4, 2019, 12:47 PM
Elisabetta Siagri accepted Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? Jun 18, 2019, 1:33 PM
Elisabetta Siagri edited Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? Jun 18, 2019, 1:33 PM
Marco Paglino edited Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? May 31, 2019, 9:09 PM
Marco Paglino edited Italian subtitles for Why are earthquakes so hard to predict? May 28, 2019, 8:21 PM
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  • Revision 17 Edited
    Alessandra Tadiotto Jul 4, 2019, 2:11 PM