-
Sono cresciuto senza un padre.
-
Ho un padre...
-
ma i ricordi che ho di lui si
fermano a quando avevo sette anni.
-
La sua immagine è incompleta
-
eccetto per una sola foto
che mia madre ha conservato
-
e per i pochi ricordi
delle sue attenzioni.
-
Quando avevo sette anni,
-
se ne andò.
-
Mia madre pianse a lungo
in sua attesa, poi lo cercò.
-
La rese quasi pazza.
-
Mamma...
-
Ti senti triste, figlio mio?
-
Vai a casa. I vermi stanno
mangiando le nostre piante.
-
Falcon? Sono Johnny.
-
È l'una e mezza. Sono
qui da tre ore ormai.
-
Il tizio non è venuto.
-
Non penso verrà più.
-
Il bar sta per chiudere.
Me ne vado a casa.
-
Ospedale Goldmaker,
come posso aiutarla?
-
Sono Juan Mijarez. Vorrei
sapere come sta mia madre.
-
Si chiama Elvira Pareno.
-
- Pronto?
- Sì?
-
Sua madre sta
bene, signore.
-
Grazie.
-
Pronto?
-
C'è Marlene?
-
Chi parla?
-
Juan... Johnny.
-
Johnny?
-
Mijarez.
-
Oh, ora dorme.
-
È molto importante.
-
Aspetta.
-
Pronto?
-
Marlene? Sono Johnny.
-
Davvero? Come stai?
Che sorpresa.
-
Sono due anni che non ti fai vivo
e chiami a quest'ora del mattino.
-
Scusami.
-
Come stanno i bambini?
-
Bene. Dormono.
-
Dove?
-
Dove sono?
-
Nelle loro stanze. Perché?
-
Pronto, Johnny?
-
Chiama di giorno se vuoi parlare con loro.
-
Tornano da scuola alle tre.
-
Sai... sono cresciuti così tanto.
-
Quando tornerai a trovarmi?
-
Maryland è vicino,
quattro ore di macchina.
-
Marlene...
-
Johnny..?
-
Come sta la mamma?
-
Mi spiace non essere andata a trovarla.
-
Ma chiamo spesso l'ospedale.
-
Pronto?
-
Hey, sono Falcon.
-
Scusa se non ti ho risposto.
-
Ero impegnato di una
discussione idiota.
-
Sono sulla West Side Avenue
all'angolo di Virginia Street.
-
Hanno sparato a un ragazzo filippino,
morto sul colpo, penso.
-
Conoscevo Hanzel Harana.
-
Lo vedevo sempre
sulla West Side Avenue.
-
Una volta ci
siamo scontrati.
-
C'è un grande alluvione.
-
Sono seduto...
-
Vedo mia madre al vecchio pozzo.
-
Mi dice che non c'è acqua.
-
Mi vedo di nuovo oscillare.
-
Cado senza mai toccare terra.
-
Buio.
-
Qualcuno lava i panni.
Ragazza.
-
Qualcuno parla.
-
Sento qualcuno chiamare.
-
La mamma se ne va.
-
Voglio fermarla ma non posso muovermi.
-
Tutti i miei denti
cadono di nuovo.
-
I tuoi denti sono caduti?
-
Se sogno che mi cadono i denti...
-
... un amico o un parente morirà.
-
Davvero?
-
Quante volte l'hai sognato?
-
Molte volte. Fin da bambino.
-
È un fenomeno comune.
Succede a molti.
-
Davvero?
-
Sì. La gente ha molte
esperienze oniriche in comune.
-
Dicono che i sogni facciano parte della
realtà perché hanno qualcosa di vero.
-
C'é un legame tra le nostre esperienze
coscienti e quelle dei sogni.
-
Quando hai fatto questo sogno?
-
Settimana scorsa.
-
Speriamo che non succeda nulla
ai tuoi amici o parenti...
-
Non saprei...
-
Non sono più in contatto
con loro.
-
Come è successo?
-
Ho smesso di parlarci.
-
Davvero? Niente lettere?
-
Telefono?
-
Email?
-
Sei stato tu a smettere di parlarci?
-
Perché?
-
Non avevo tempo.
-
Beh... anche questo è molto
comune tra i filippini in America.
-
Accade spesso.
-
Alcuni di loro cambiano
nome, o faccia.
-
E poi dimenticano tutto...
la loro famiglia, il loro passato.
-
Quando hai tagliato i rapporti?
-
Molto tempo fa. Quasi dieci anni.
-
Quasi dieci anni?
-
Ma parlo ancora con la mia ex-moglie.
-
Per via dei bambini.
-
Sono nel Maryland.
-
Sono al sicuro?
-
Non verranno influenzati dal sogno?
-
Dico, hai controllato?
-
Quindi sul momento non sai
chi riguarda il sogno.
-
Un ragazzo filippino è
morto tre giorni fa...
-
Sul West Side Avenue. A Jersey City.
-
Davvero? Cosa è successo?
-
Aveva un foro di proiettile in testa.
-
Dio mio... Lo conoscevi?
-
No. Ma il suo viso era familiare.
-
L'ho già visto.
-
Ma probabilmente non
c'entra col tuo sogno.
-
Nel giro di sei mesi...
-
È il quinto ragazzo
filippino a morire qui.
-
Sì. Ho sentito dei due
suicidi qui a New York.
-
E gli stupri-omicidi delle tre
sorelle Manalang a Newark.
-
Era una storia di droga,
secondo i giornali.
-
Sì. Shaboo.
-
Lo shaboo è la disgrazia
del nostro popolo.
-
In questi ultimi dieci anni...
-
... direi che la maggior parte
dei criminali si fa di shaboo.
-
E sai bene che tipo di crimini commettono.
-
Spaventoso. Basta leggere
i quotidiani di Manila.
-
Lo so.
-
Due anni fa, quando lavoravo a Makati...
-
... la maggior parte dei miei clienti
erano ragazzini ricchi dediti allo shaboo.
-
Intere famiglie distrutte dallo shaboo.
-
Divertente, no?
-
La cocaina dei poveri, lo chiamano.
-
Al giorno d'oggi, a Tondo
fino a Forbes Park...
-
È sbarcato sulla West Coast,
ora pure sulla East Coast.
-
Si può dire che sia una droga
culturalmente filippina.
-
Sai, il crack per i neri
l'oppio per i cinesi...
-
L'eroina per le rockstar
ricche di Hollywood...
-
La cocaina in colombia,
semi di papavero in Indocina...
-
L'ecstasy in discoteca...
-
Comunque... Come stai?
Hai perso alcuni incontri.
-
Scusa, lavoravo a un nuovo caso.
-
Non smettere di trascrivere i tuoi sogni.
-
Anche se perdi qualche
incontro, continua.
-
È necessario?
-
Beh... nel mio metodo, sì.
-
Non è solo un esercizio.
-
Penso che un uomo diventi
più forte emotivamente...
-
... psicologicamente,
anche spiritualmente...
-
... se analizza i suoi
sogni, le sue memorie.
-
Acquista ciò che chiamo
"introspezione attiva".
-
Come un esorcismo.
-
Siamo posseduti da sogni e ricordi.
-
E dobbiamo confrontarli
per purificarci interiormente.
-
Hai letto le cose che ti ho dato?
-
Comunque... possiamo
parlare di tua madre ora?
-
Leggerò parte del referto
medico su tua madre
-
Se non ti dispiace.
-
Elvira Pareno, asiatica, 63 anni.
-
Ha avuto un terribile attacco d'asma
la notte del 7 agosto 1997.
-
I polmoni hanno smesso di funzionare,
lasciando il cervello senza ossigeno.
-
Il danno è enorme e difficilmente
potrà riprendere conoscenza.
-
Si trova in persistente
stato vegetativo...
-
Fermo!
-
- Chi sei?
- Un regista.
-
- Filippino?
- Sì.
-
- Sai parlare in Tagalog?
- Certo.
-
- Perché filmi a quest'ora della notte?
- È illegale?
-
- Cosa giri?
- Un documentario sulla gioventù filippina
-
C'era anche Hanzel Harana.
Sai cosa gli è successo?
-
Ne ho sentito.
-
Stando al rapporto della polizia,
il crimine è avvenuto a quest'ora.
-
Tu sai qualcosa? Hai sentito nulla?
Qualche storia, anche solo una diceria?
-
Tu ne sai nulla?
-
Niente. Ho appena cominciato.
-
Ma questa camera catturerò molte storie.
-
Anche un po' di verità, spero.
-
Abiti nel West Side?
-
Smettila, cazzo!
-
Ho trovato il maiale che cercavo.
-
Ho baciato la moglie di un amico.
-
- Pronto?
- Mijarez?
-
- Sì, Falcon.
- Dove sei?
-
Alla stazione
del metrò.
-
Le indagini preliminari
sono positive.
-
Bruciature di polvere
sul palmo destro e le dita.
-
Una sparatoria?
-
Forse, oppure ha
sparato a se stesso.
-
È possibile sai, è
stato un colpo improvviso.
-
Ma dobbiamo aspettare l'autopsia.
-
La pistola?
-
Confermata. Una calibro 22.
-
Un proiettile a punta cava,
dritto nel cervello.
-
Ho qui il rapporto
della balistica.
-
Segni di lotta?
-
Nessuno, tranne un taglio sul viso
dovuto allo sfregamento a terra.
-
Era già morto, prima di cadere al suolo.
-
Nessuna chiamata, o testimone?
-
No, le solite richieste dai giornali.
E da un regista.
-
Ah, la madre è già qui.
-
Arrivo subito.
-
- Hey.
- Come va?
-
Bene.
-
Tieni, leggi questo.
-
Come sta?
-
Mi scusi. Non potevo
farle visitare casa mia.
-
E mi scusi per non essere venuta prima.
-
Non importa.
-
Prenderemo un appuntamento...
-
... quando potrà.
-
Ho avuto il permesso
dal consolato filippino...
-
Quando porterà a casa il...
-
... quando porterà a casa Hanzel?
-
Aspetto suo padre.
-
Sta arrivando.
-
Davvero?
-
Quando?
-
Qualcuno lo sta aiutando col visto.
-
In settimana.
-
Vuole essere lui a portare a casa Hanzel.
-
Volevo chiedere...
come va l'indagine?
-
Beh... nelle nostre indagini iniziali...
-
La pistola è una calibro 22.
-
I graffi sul suo viso sono
dovuti alla caduta.
-
Ci sono bruciature di
polvere sulle sue mani.
-
Abbiamo delle piste
da seguire.
-
Sto controllando alcuni sospettati.
-
Questo è quanto.
-
Cerco ancora dei testimoni...
-
... aspetto.
-
Dovrei avere un avvocato?
-
Non ancora, per il momento.
-
Ma sta a lei.
Può fare dei preparativi.
-
Ci serve il suo aiuto.
-
Ci servono informazioni su Hanzel.
-
Sa... quando è arrivato?
-
L'ultima volta che vi siete visti?
-
Se ha parlato di qualche problema?
-
Se ha notato qualcosa?
-
Se conosce qualche suo nemico...
qualcuno che possa avercela con lui?
-
Qualcuno con cui era arrabbiato?
-
Quando sarà pronta...
-
... ci faremo una lunga chiacchierata.
-
Vorrei anche dare un'occhiata
a tutte le sue cose.
-
E allo studio che ha preso in affitto.
-
Mi dispiace...
Non riesco ad accettarlo...
-
Mi chiami quando è pronta.
-
Questo è il numero a cui può trovarmi.
-
A ogni ora del giorno.
-
Grazie.
-
So a cosa pensi.
Il ragazzo, giusto?
-
Che disgrazia.
-
Lo vedevo in giro, con i
suoi amici, la sua ragazza.
-
Erano a posto, ragazzi filippini.
-
Ero qui. Ero lì.
Dormivo, cazzo.
-
Che sfiga, no?
L'avrei visto.
-
Avrei potuto salvarlo,
era solo un ragazzo.
-
Non prendermi per il culo.
-
Non mi credi?
Fanculo!
-
Te l'ho detto, ero laggiù.
Dormivo, cazzo!
-
Vodka, ero ubriaco marcio.
-
Sai cos'è la vodka?
La merda che bevono i russi
-
per dimenticare di essere
stati massacrati da Stalin
-
Ne ha ammazzati a milioni
-
come un macellaio, e allora
bevono vodka per dimenticare.
-
Per sopravvivere. Ecco cosa faccio.
-
Bevo la mia vodka, sopravvivo.
Dormivo.
-
Sognavo. Disneyland
o che cazzo ne so.
-
È triste cazzo.
-
Questa è West Side Avenue,
non dovrebbe succedere.
-
È un posto pacifico questo.
-
Sai che sono cresciuto qui?
-
È davvero una follia, cazzo,
crescere qui, ma l'ho fatto.
-
West Side Avenue! Non
doveva succedere qui!
-
Cazzo!
-
Tutto ok?
-
Senza testimoni, senza sospetti,
senza nulla.
-
Non hai niente Mijarez, zero.
-
Lo sai, no?
-
Dieci?
-
Venti?
-
Sono sicuro che vincerò.
-
So che hai molte possibilità di vincere,
ma preferisco puntare sul perdente.
-
Sono il detective Mijarez.
Sei Dolores?
-
Sì, lei è Dahlia.
-
Sono io a guidare le indagini.
Dovrò parlare con te.
-
Sai, ci servono informazioni
su Hanzel. Ti sta bene?
-
Va bene.
-
Fa freddo. È tardi.
-
Siete le uniche in strada
a quest'ora, tornate a casa.
-
- Siamo a posto.
- Sicura?
-
Mi farò vivo.
-
Ero all'angolo di Ege Avenue
Era l'una o le due del mattino.
-
Ho parlato con Hanzel
prima che lo uccidessero.
-
Hey Hanzel.
Come va?
-
Hai una sigaretta?
-
- Dove è Dolores?
- A casa.
-
È una brava ragazza,
l'ho vista crescere.
-
Prenditene cura.
-
Ho visto un uomo correre
e saltare dentro una macchina.
-
Poi è partito subito e
si è allontanato.
-
C'era un altro
tizio nell'auto?
-
Non lo so, ma quello
stronzo era veloce.
-
È salito in macchina, è
partito in fretta, c'era buio.
-
Descrivilo.
-
Te l'ho detto, era buio.
-
La macchina! La targa!
-
C'era buio, è successo
troppo in fretta.
-
Guardami bene negli occhi stronzo.
-
E non battere ciglio.
-
È la quarta volta che racconti
cazzate qua al distretto.
-
- Calma, calma!
- Ma che cazzo vuoi?
-
- Che cazzo gli prende?
- Brutto stronzo.
-
- Conosco i miei diritti cazzo!
- Zitto!
-
Buongiorno. Lei deve essere il padre.
-
Sono l'ufficiale Juan Mijarez.
-
Buongiorno, signor Abdon.
-
Quando è arrivato?
-
Ieri...
-
Come va nelle Filippine?
-
Quando pensa di tornare a casa?
-
Al più presto...
-
Domani...
-
Sarò io a portare a casa mio figlio.
-
Anche io torno a casa.
-
Vaffanculo!
-
Se torni a casa
ti ammazzo!
-
È tutta colpa tua!
-
Manteniamo la calma...
-
Non si preoccupi.
Mi occupo io del caso.
-
Non lascerò perdere.
-
Fa così freddo, cazzo.
-
Nevicherà a breve.
-
È la sua prima volta in America?
-
Suo padre viene con lei?
-
Ha detto così.
-
Come vuole.
-
E Lolita?
-
Hanzel era suo figlio maggiore.
-
Va a casa del signor Abdon?
-
La posso portare io lì.
-
Vado a piedi. È vicino.
-
Se risolviamo questo caso...
-
... può tornare per le udienze?
-
Può dare giustizia a mio figlio?
-
Ci proveremo...
-
Pensa sia stato un filippino
a uccidere mio figlio?
-
Non so...
-
Polizia signora.
Abbiamo qualche domanda.
-
Su cosa?
-
Un incidente su questa via,
conosceva Hanzel Harana?
-
Non ho nulla da dirvi.
-
Ci farebbe un grosso favore.
-
Tutto qui.
-
Prego, sedetevi.
-
Dove è sua madre?
-
Vogliamo parlare con lei.
-
Mia madre non parla con nessuno.
Non può parlare.
-
È solo una procedura.
Nulla di cui aver paura.
-
Non abbiamo paura.
-
Capisco, ma abbiamo
solo qualche domanda.
-
Mia madre è sorda, muta,
e quasi cieca. La sua vista non è...
-
... chiara come
la nostra. Capisce?
-
Ci spiace, ma dobbiamo verificare.
Magari ha visto qualcosa.
-
E va bene, seguitemi.
-
Era di sicuro alla finestra quando
hanno uccido il ragazzo, ma...
-
Ci scusi.
-
Ancora non riesco a credere
di non averlo visto.
-
Ero qui, che lo fissavo.
Ma non ho visto l'accaduto.
-
Nulla mi sfugge in quelle ore.
-
Da tredici anni, quando rientro
a casa da lavoro
-
Prendo il caffè qua.
Prima di dormire.
-
Non mi addormento altrimenti.
-
Guardare West Side Avenue, senza
traffico, persone, macchine...
-
... Mi fa star bene. Mi ricorda di
Santiago, in Cile.
-
È stata un'esperienza assurda.
-
Come mi è potuto
sfuggire? Ero qui.
-
Guardavo, ma non ho visto.
-
Come è possibile?
-
Ho sbadigliato al momento dello sparo?
-
Forse dormivo?
-
Forse ho guardato altrove...
-
Dios mío... Cosa
posso dirvi, hombres?
-
Ho chiamato subito il 911.
-
Wow, incredibile
-
Ha visto i barboni?
-
Penso uno. Vediamo...
Non riesco a ricordare...
-
Sono come fantasmi, vivono
negli angoli bui. Magari c'erano...
-
... o magari no.
-
Sono sempre là.
E ti dimentichi di loro.
-
Non hanno più un volto,
questi sfortunati.
-
Non ne hai notato uno
che parlava con Hanzel?
-
Non ricordo
-
Ha notato un uomo che correva?
-
Non ricordo.
-
Quanti spari ha sentito?
-
Uno, forse due. Dios mío.
Non sono più sicuro.
-
Chi è arrivato per primo?
-
Gli arabi. Dopo aver chiamato il 911
Sono tornato alla finestra...
-
... e gli arabi erano già lì!
-
Hanno l'unico market aperto 24 ore
della strada. Li conosco bene.
-
Grazie per il suo aiuto.
-
- Come si chiama, signore?
- Il mio nome è Fida.
-
- Quanti spari ha sentito?
- Non sono sicuro... due o tre.
-
Il suono non era chiaro.
Ma di sicuro era una pistola.
-
Nel Medioriente siamo
abituati a questo suono.
-
Da noi Allah viene per primo...
... e la pistola per seconda.
-
Pensavo fosse il petrolio, sa, l'oro nero.
-
Sì, è importante, ma ci ha
portato molte disgrazie, molte guerre.
-
Ha detto che conosce chi
è arrivato sul posto?
-
Sì, mio fratello era lì.
-
Allora, quanti spari?
-
Uno.
-
Due penso, ma non sono certo.
-
Due.
-
- È sicuro?
- Certo.
-
Ero fuori che leggevo il giornale.
-
No, era solo un colpo.
-
Avete sentito una macchina accelerare?
-
Come sapevate che
c'era una vittima?
-
Abbiamo sentito lo sparo e quando siamo
usciti, c'era un cadavere sulla strada.
-
Siamo stati i primi ad
avvicinarci al corpo.
-
Altri sapevano già
cosa era successo.
-
Ma non si sono avvicinati
come abbiamo fatto noi.
-
Dobbiamo rivedere la nostra strategia.
-
Stiamo perdendo territorio.
-
Tong ci sta facendo fuori lentamente.
-
Non preoccuparti, me ne occupo io.
-
Dobbiamo pianificare il nostro programma .
-
Possiamo parlare?
-
Certo. Dove?
-
Di là.
-
Ragazzi, rimanete qua, torno tra poco.
-
Ha lavorato nel mio
negozio qualche tempo fa.
-
Un perdente. Era un perdente.
-
Era un meccanico scarso
E un venditore di auto scarso.
-
Era il suo destino.
-
Non voglio perdere tempo, Adan.
-
Te lo dico chiaro e tondo.
-
Sei uno dei sospettati.
-
Perché?
-
Tranquillo. Non c'è ancora nessuna accusa.
-
Stiamo ancor indagando.
Il tuo nome è venuto fuori.
-
Quando l'hai visto l'ultima volta?
-
Molto tempo fa. L'anno scorso.
-
Quando?
-
Lo scorso ottobre.
-
Ottobre.
-
Potrei avere altre domande.
Ti chiamerò.
-
Quando vuoi.
-
Grazie per essere venuto.
-
Come vanno le sedute con
la dottoressa Santos?
-
Ha detto che ha avuto
molto successo con lei
-
nel mettere in pratiche le sue
teorie sui sogni e la memoria.
-
Di come il passato possa manifestarsi
chiaramente nella memoria
-
Se prendiamo nota dei sogni, e li
interpretiamo subito appena svegli.
-
La dottoressa Santos la
ritiene molto collaborativo.
-
Siamo sulla strada giusta.
-
Forse la sua richiesta
potrà essere anticipata.
-
È possibile terminare da ora
le sedute con la dottoressa?
-
Non ne ho bisogno.
-
La valutazione della dottoressa
è molto importante per il mio giudizio.
-
Riguarda entrambe.
-
Me, in quanto dottoressa di sua madre
e la Santos in quanto sua psichiatra.
-
Per questo ospedale è necessario
che lei veda una psichiatra.
-
La prego di essere paziente,
signor Mijarez.
-
Mamma...
-
Sono così stanca, bambino mio.
-
Da dove arrivi?
-
Mamma, ho fame.
-
Cerca il cavallo.
-
Tuo padre si arrabbierà.
-
Riparerò la casa.
-
Cerca il cavallo.
-
Tuo padre si arrabbierà.
-
Capolinea!
-
- Tutto ok?
- Sì.
-
Fai un tiro.
-
Frederick!
-
Tarzan, Jane ti sta chiamando.
-
Aggiungine un po'.
-
Abbiamo finito la stagnola?
-
- È finito?
- No, ce n'è ancora un po'.
-
- Vicini del cazzo!
- Perché?
-
Pensano di essere perfetti.
-
Più che una famiglia
sembrano un circo.
-
Andiamo.
-
Ti trema la mano.
-
Schiaccia più forte.
-
Sono già le otto.
-
Dobbiamo andare.
-
Dove andiamo?
-
Adan ci aspetta.
-
Noi andiamo.
-
Dimmi qualcosa su Adan.
-
Adan è generoso.
-
Ha un sacco di soldi.
-
Ti paga da bere.
-
Mi conosce.
-
Hanzel e io abbiamo fatto
il part time al suo negozio.
-
Aggiustiamo o vendiamo
macchine usate.
-
Ci usciamo insieme.
-
Beviamo... Ci divertiamo.
-
Adan è intelligente.
-
È di buona compagnia.
-
Vendete shaboo.
Crystal meth.
-
Non è vero.
-
Ho sentito che Adan spaccia shaboo.
-
Non tocco quella roba, signore.
-
Frederick, stai mentendo.
-
Hanzel è tuo amico.
-
Aiutaci per favore.
-
Sai cosa gli è successo?
-
Sii il nostro testimone.
-
Ti proteggeremo.
-
Se avessi saputo qualcosa,
L'avrei detto alla polizia.
-
Io vado, signore.
-
- Ti do un passaggio.
- No grazie.
-
Chiamami...
-
Per favore...
-
Mi serve davvero
il tuo aiuto.
-
Hanzel venne qui d'estate,
circa due anni fa.
-
Lo portai perché aveva smesso di studiare.
-
I miei parenti mi dicevano che passava
tutto il tempo con i suoi amici.
-
Non disse una parola quando arrivò.
-
Avanti, mangia!
-
Scommetto che non
mangi verdure, vero?
-
Ecco. Carne.
-
Ne vuoi?
-
Tesoro, perché sei sveglio?
-
È quasi l'alba.
-
C'è qualcosa che ti preoccupa?
-
Non preoccuparti. Prima che te
ne accorga, saremo tutti insieme.
-
Ora che non abbiamo problemi di soldi...
-
Tutto sarà più semplice.
-
Potete tutti vivere qui.
-
Potete studiare qui in America.
-
Quando ho lasciato le Filippine,
avevi solo sette anni.
-
Ora sei quasi un uomo.
-
È successo così in fretta.
-
Come sta il piccolo?
-
Sta bene.
-
Fra poco compie quattordici anni...
-
Come sta tuo padre?
-
Ha iniziato a bere parecchio...
-
Da quando ha saputo che
hai sposato un Americano.
-
Vai a riposarti ora...
È quasi mattina.
-
Non ho mai pensato che Hanzel
e Gordon andassero d'accordo.
-
Dove siete stati?
-
Ero preoccupata.
-
Perché ci avete messo tanto?
-
Vai dentro e mangia.
-
Ci penso io a lui.
-
Tuo figlio non è normale.
-
Ha un problema di carattere.
-
Non ci rivolge la parola.
-
Che stronzo.
-
Non dire queste cose.
Non è uno stronzo.
-
Non è abituato a questa situazione.
-
Non ci vedevamo da tredici anni.
-
Dobbiamo ancora abituarci.
-
E se scopre di noi?
-
Ecco perché dico...
che dovremmo stare attenti.
-
È meglio che lo sappia.
-
Sarà peggio se lo scoprirà da solo.
-
Non possiamo farlo.
-
Pensa che Gordon sia mio marito.
-
Non voglio che pensi male di me.
-
Se potesse finire questa
storia tra noi due...
-
Cosa?
-
Basta.
-
Ho problemi di coscienza
da quando Hanzel è arrivato.
-
Coscienza?
-
O vergogna?
-
Ti vergogni di me?
-
Decido io se finisce o no!
-
Se non vuoi che finisca
stai attento allora.
-
Di che ti vergogni allora?
-
Hanzel sa che mio marito è Gordon.
-
Tu vivi con noi.
-
Se lo scopre, perderà tutto
il rispetto che ha per me.
-
Perché l'hai fatto venire?
È solo un altro problema.
-
È per il bene di Hanzel e dei miei
quattro figli che ho scelto questa vita.
-
Il padre è inutile.
-
- Warlito non è inutile.
- Tu l'hai detto.
-
Perché hai fatto così tanti figli?
-
Uno all'anno, come un porcile?
-
Una famiglia di ritardati.
-
Niente da mangiare,
eppure un figlio dopo l'altro.
-
Bartolo... Per favore...
facciamo attenzione.
-
Va bene...
-
... ma non può durare a lungo.
-
Che farai quando ci scoprirà?
-
Non lo so.
-
Passami il latte!
-
Pulisci.
-
Non umiliarmi mai più
in questo modo, intesi?
-
Hanzel ha passato solo due mesi in casa.
-
L'ho lasciato con mio padre a Jersey City.
-
Papà...
-
Buon pomeriggio, Nonno.
-
Hanzel... chiamami se ci
sono problemi, ok?
-
Papà, gli manderò soldi regolarmente.
-
Ok papa, io vado.
-
A presto.
-
Vieni dentro.
-
Come stai?
-
- Sto bene, nonno.
- Sei cresciuto tanto.
-
L'ultima volta che ti ho
visto eri alto così.
-
Incredibile... Sei
cresciuto così in fretta.
-
Vai dentro.
-
Questa è la tua stanza.
-
-Posso fumare?
- Faccia pure.
-
- Fuma?
- Ho smesso.
-
Bartolo... Ha vissuto molto qui?
-
Due anni circa.
-
Lo conosce da tanto?
-
Quattro anni.
-
Il vecchio... Come l'ha conosciuto?
-
Quando facevo l'infermiera...
Mi prendevo cura di lui.
-
Non era paraplegico allora.
-
Mi ha fatto la corte.
-
Ho accettato la sua proposta
per il bene dei miei figli.
-
Quando ci siamo sposati,
sono cominciati gli attacchi.
-
Non si è mai ripreso.
-
A prescindere dalla terapia.
-
Il suo sistema motorio è rovinato.
-
Non può muoversi. Non può nemmeno parlare
-
Non sta per niente bene ora.
-
Non ha una famiglia? Parenti?
-
In California. Ma non si parlano.
-
È arrabbiato con loro...
anche se non me lo dice.
-
Una volta, tre anni fa, alcuni
di loro ci hanno fatto visita.
-
Mi guardavano come se fossi sporcizia.
-
Mi vedevano... come un'opportunista.
-
Mi chiamavano al telefono...
-
Dicendo cose come stronza,
puttana, troia filippina...
-
Io sopportavo.
-
Ho pianto un po'.
-
Dopo un po'... si sono stancati.
-
Gordon è un brav'uomo.
Non potevo lasciarlo.
-
Voleva adottare i miei figli.
-
- Ecco il caffè.
- Grazie.
-
- Impegnato, eh?
- Già. C'è tanta neve.
-
Ci vediamo.
-
C'erano attriti tra Hanzel e Bartolo?
-
Liti... scontri?
-
Perché?
-
Beh... Sa...
-
Sospetta di Bartolo?
-
È solo un'indagine degli antefatti.
-
Ognuno può essere sospettato.
-
Hanzel non gli parlava.
-
Lo ignorava.
-
Non si parlavano.
-
Prima di vivere qua, che lavoro faceva?
-
Diversi.
-
Di ogni tipo.
-
E lei? Prima di essere poliziotto...
-
... qual era il suo lavoro?
-
Anche io diversi.
-
E di ogni tipo.
-
Devo ammetterlo però.
-
Un poliziotto filippino in America?
-
Questa mi mancava.
-
Ci sono molti poliziotti filippini qui.
-
Quando è arrivato in America?
-
Sono un sospettato?
-
È la procedura...
-
Non avevo niente a che
fare con quell ragazzo.
-
La sua è stata solo sfortuna.
-
Non andavate d'accordo?
-
Chi l'ha detto?
-
Lolita.
-
Lolita?
-
Cazzo, spero non mi stia accusando.
-
Non la stava accusando.
-
Ha solo detto che lei e Hanzel
non andavate d'accordo.
-
Non andavano d'accordo
nemmeno tra madre e figlio.
-
E anche se non eravamo
amici, che c'entro io!
-
Ce l'avevi con lui.
-
Non lo volevi qui.
-
Ha detto questo?
-
Vaffanculo Lolita!
-
La polizia sospetta di me,
che gli hai detto?
-
Ho detto solo che tu e Hanzel
non andavate d'accordo.
-
La tua boccaccia...
-
Potrei arrestarti per questo.
-
Che caratteraccio.
-
E lo fa davanti a suo marito?
-
È più arrogante del padrone di casa?
-
La prego, ci lasci soli.
-
Le fa del male?
-
Quando l'ho vista all'obitorio...
-
Aveva dei lividi sulle guance e il collo.
-
La prego!
-
Ero solo sorpreso dal suo comportamento.
-
Sono testimone di ciò che ha fatto.
-
Dovrò metterlo a verbale.
-
Se ha problemi con Bartolo...
-
... chiami me e Falcon.
-
Diventerai idiota se
guardi la TV tutta la notte.
-
Spegnila.
-
I libri...
-
... leggili, così imparerai.
-
Questi libri sono tutti tuoi.
-
Non leggo libri, nonno.
-
Cosa?
-
Non leggi libri?
-
I tuoi genitori sono pazzi.
-
Gli ho sempre detto di incoraggiare
i loro figli verso la lettura.
-
È nei libri che si può trovare
l'educazione più profonda.
-
Pazzesco.
-
Ricordo quando ho trascorso
le mie vacanze nelle Filippine...
-
Avevi solo tre anni.
-
I tuoi genitori erano pazzi.
-
Litigavano ogni giorno.
-
Si lasciavano... si rimettevano insieme...
-
... non avevano nemmeno soldi.
-
Io mi occupavo di te e dei tuoi fratelli.
-
Il mio consiglio per te è...
Leggi sempre i quotidiani.
-
Leggi i libri di storia filippina.
-
Così capirai le lotte del nostro popolo.
-
Chiaro?
-
Sì, nonno.
-
Per favore, leggi, così imparerai.
-
Vado a dormire ora.
-
Comunque... Prendi
il dizionario e il tesauro.
-
Se non capisci qualcosa, cercala là.
-
Va bene, nonno.
-
Perché non hai provato
lo stufato di trippa?
-
Non mangio la trippa, nonno.
-
- Perché? Sei un fondamentalista?
- No!
-
- Non sarai musulmano...
- Sì, lo sono.
-
Musulmano?
-
Ma i tuoi genitori sono cattolici,
come è successo?
-
La mia ragazza è musulmana, nonno.
-
È del Mindanao...
Mi ha fatto convertire.
-
Oh, una ragazza. La prendi
seriamente la religione?
-
Per me, la religione divide la gente.
-
Da tempo ho una relazione
personale con Dio.
-
- Com'è la ragazza musulmana?
- È sposata, nonno.
-
- Mi prendi per il culo, Hanzel?
- No, nonno. Un matrimonio combinato.
-
- Matrimonio combinato, eh?
- È così che fanno nel Maguindanao.
-
All'inizio ero arrabbiato. Ma...
non potevo farci nulla.
-
Ecco perché ho accettato di venire.
Anche se non volevo.
-
Stai bene ora?
-
Sì, nonno.
-
Allora, dimmi di questa ragazza musulmana.
-
È una a posto.
Sai, è carina.
-
Un po' bassa.
-
Immagino sia molto carina.
-
Come si chiama?
-
Tonina Salamat.
-
Tonina Salamat? Bel nome.
-
È molto carina, semplice e dolce.
-
Tua nonna, Juana,
Era la mia tredicesima fidanzata.
-
Il mio vero amore era una ragazza
di montagna, una Ifugao.
-
Ci conoscemmo durante
i giorni della guerra.
-
La mia unità tese un'imboscata
a un plotone giapponese.
-
Ma ci fregarono... Due altri plotoni
vennero in loro soccorso
-
Ci presero di sorpresa... Ci massacrarono.
-
Mi spararono alla schiena.
Svenni in una zona erbosa.
-
Per fortuna non mi trovarono.
Mi risvegliai nella zona degli Ifugao.
-
Una delle infermiere era la donna
più bella che avessi mai visto.
-
Si chiamava Ay-aya.
-
Era la donna più bella del mondo, per me.
-
- Davvero, nonno?
- Sì.
-
- Sai cosa ci successe?
- Cosa?
-
La stessa cosa che è capitata
a te e alla tua ragazza.
-
- Anche lei aveva un matrimonio combinato.
- Abbiamo lo stesso destino, nonno.
-
Hanzel e io diventammo
subito amici.
-
Era come quando mi
prendevo cura di loro.
-
Era contento quando
andavamo a pescare.
-
La cosa migliore era che
si stava interessando alla lettura.
-
Finalmente aveva iniziato a leggere.
-
Poi... i computer.
-
Stava finalmente facendo
qualcosa della sua vita.
-
Che spreco!
-
Questo era il suo punto preferito.
Gli piaceva il mare calmo.
-
Dove non poteva vedere nulla.
-
Volevamo provare la
pesca in acque profonde.
-
Ma ormai...
non c'è più.
-
Come è andata la sepoltura
nelle Filippine?
-
Non posso dimenticare
il funerale di mio nipote.
-
Vedo ancora i volti dei suoi
fratelli e delle sue sorelle...
-
Sento ancora le loro urla...
-
La loro agonia...
-
... e il dolore per il loro caro fratello.
-
Non volevano lasciar...
andare la bara.
-
Non volevano lasciarlo andare...
-
Non volevano separarsi...
-
... dal loro caro fratello maggiore.
-
Quel che è successo a Hanzel...
-
... è la stessa cosa che sta
accadendo alle Filippine.
-
Niente ha più direzione...
-
... gli sforzi dei nostri eroi
sono andati in fumo.
-
Mijarez, ecco perché...
-
... la sua generazione...
-
... finché è in tempo...
-
... deve fare...
-
... qualcosa per guarire...
-
... la nostra terra scoraggiata.
-
Non ti piace stare qui?
-
Mi mancano i miei fratelli
e sorelle. E papà.
-
- Dove è tuo padre?
- Non so, nelle Filippine.
-
Non è voluto venire con te?
-
Non penso. Non voglio
tornare a Manila.
-
È così sporca...
-
... calda...
-
... inquinata...
-
Sei appena arrivato,
È comprensibile.
-
Non mi piace stare qui.
-
Non sono Americano. Non
appartengo a questo posto.
-
Non devi essere americano
per stare bene qui.
-
Vedrai, tra qualche
mese ti abituerai.
-
Hey Dolores, vieni qui!
-
Dammi un secondo,
devo parlare con Hanzel.
-
Tutto ok?
-
Chi sono?
-
Nemici, sono dei coglioni.
-
- Ma sono filippini?
- Sì. Di Visayas.
-
Buonasera, nonno.
-
Aprilo, così puoi usarlo.
-
Vai a dormire.
Sono quasi le 4.
-
Non ho ancora sonno.
-
Che fai?
-
Scrivo a papà e ai miei fratelli.
-
Devo stamparla.
-
- Perché?
- La mia grafia è pessima.
-
Continuano a lamentarsi.
-
Non riescono a leggere ciò che scrivo.
-
Come la grafia di un dottore?
Vuoi del caffè?
-
Me lo faccio più tardi.
-
Tranquillo, faccio io.
Finisci le tue lettere.
-
Ok nonno.
-
Ragazzi, non avete fame?
-
Ordiniamo del cibo cinese.
Festeggiamo.
-
Festeggiamo cosa?
-
La vita!
-
Mangiamo i noodles. Portano fortuna.
Allungano la vita.
-
Se li mangiamo vivremo
fino a cento anni!
-
Dolores...
È sparito.
-
Che è successo?
-
Ho premuto questo tasto
e si è cancellato.
-
- Non l'hai nemmeno salvato?
- No.
-
- Dio, dobbiamo fare tutto da capo?
- Che casinista.
-
È colpa tua non mia!
-
Lo farete dopo. E perché non usi
la mia macchina da scrivere?
-
È più affidabile del tuo computer.
-
Ridi, ma è vero!
-
Nonno, da dove ti viene l'idea che
mangiare noodles allunghi la vita?
-
È una vecchia credenza.
-
- È proprio buono!
- Sì. Delizioso.
-
Dolores, stavo pensando...
-
Conosci la nostra lingua,
perch� non la usi?
-
Ricordo che...
-
Da bambini i miei genitori
non volevano che la usassimo
-
Era strano perch�...
-
Ci parlavano in quella lingua,
ma noi non potevamo.
-
Ci parlavano in tagalog, ma non
potevamo rispondergli in tagalog...
-
Sono arrabbiata con loro per questo.
-
Mi ricorda di quando andavo a scuola.
-
I Thomasites... I nostri insegnanti
americani... Erano molto severi.
-
Quando ci trovavano a parlare in
tagalog, in cebuano, o in ilongo...
-
Ci punivano, ci facevano
inginocchiare sul riso...
-
Faceva male!
-
E ci fecero credere che
l'inglese fosse una lingua superiore!
-
Ma ciò non significa che
il filippino sia inferiore.
-
Quando parli la tua lingua,
parli con l'anima.
-
Il mio avviso Dolores, è:
parla in tagalog.
-
Ti insegneremo come.
-
Ok, ci proverò.
-
Non provarci,
fallo e basta!
-
Sissignore!
-
Ce la puoi fare!
-
Suona così male!
-
Con un po' di pratica, parlerai
il tagalog alla perfezione.
-
Hanzel era molto dolce...
-
Sognava in grande.
Come se avesse fretta...
-
... di fare molti soldi.
-
Voleva aprire un'attività in patria.
-
Si sentiva soverchiato,
perché era il figlio maggiore.
-
Voleva aiutare la sua famiglia.
-
E dimostrare qualcosa alla madre.
-
Era molto coinvolto
con i computer.
-
Ma diventò così impaziente...
-
... che non gli importava più
da dove venissero i soldi.
-
Sua madre aveva molti soldi...
-
Non voleva i soldi della madre.
-
Si sentiva insultato.
-
La odiava per questo.
-
Ma l'ironia è che...
-
Voleva che sua madre
tornasse nelle Filippine.
-
Il suo sogno più grande...
-
era unire di nuovo la sua famiglia.
-
Voleva che sua madre tornasse a casa?
-
Sì, era il suo desiderio più grande.
-
Una volta si mise a supplicare...
-
Dolores, unisciti a noi.
-
Una birra?
-
No grazie.
-
Dai, così non ti annoi.
-
E va bene.
-
- Frederick, guardiamo un film.
- Ok, scegline uno.
-
Hey, devi stirare ancora?
-
- Sì, devo stirare.
- Ma l'hai appena fatto.
-
Pensa all'elettricità.
-
- Dove vai?
- A cercare Hanzel.
-
Sarà nascosto in un angolo.
-
Guarda nell'armadio.
O dentro al frigo.
-
- Cosa c'è?
- Nulla.
-
- Dai, andiamo dentro.
- Voglio andare a casa.
-
Ma si sta bene qui.
-
Io non sto bene.
-
Porterò la mamma con me.
-
Ancora questa storia?
-
Davvero vuoi che torni
insieme a tuo padre?
-
Lo sai che è impossibile,
l'hai detto tu stesso.
-
Sai bene qual è
la situazione.
-
Tua madre è sposata
e tuo padre non lo accetterebbe.
-
Porterò mia madre a casa.
-
Smettila di fissarti
su quest'idea assurda!
-
Ma vaffanculo!
Non è un'idea assurda!
-
Se non lo è, perché
non vai da tua madre?
-
Fai l'uomo, parlale!
-
Invece che stare qui
a deprimerti.
-
Va tutto bene.
-
Siamo arrivati. Non vuoi
parlare con tua madre?
-
Hanzel, c'è tua madre.
-
Bartolo, vieni qui!
-
Perché?
-
Amici di Hanzel.
-
Prepara qualcosa da mangiare.
-
No grazie, siamo pieni.
-
Abbiamo un sacco di cibo.
-
Come sta signore?
-
Lascialo perdere. Vai a mangiare.
-
Perché trascuri Gordon?
-
Non lo sto trascurando.
-
Certo che sì. Non ha fatto il bagno.
-
Puzza da far schifo
e il suo cibo è marcio.
-
Vai a mangiare. I tuoi amici
sono al piano di sotto. Vieni.
-
- Voglio parlarti, mamma.
- Di cosa?
-
Andiamo a casa, mamma.
-
Vuoi tornare nelle Filippine?
-
Insieme, mamma. Anche tu.
-
Non so...
-
È passato troppo tempo...
-
Sono successe molte cose.
-
Aspettiamo tutti te, mamma.
-
Non tuo padre.
-
Mi ucciderebbe.
-
Non è vero!
-
Papà ti ama.
-
È troppo orgoglioso.
-
Se non fosse per quell'incidente...
-
... non accetterebbe soldi da me.
-
È colpa tua.
-
Sei stata tu ad andartene, no?
-
Sareste morti di fame
se non me ne fossi andata.
-
Se non avessi agito...
-
... avreste dovuto mendicare.
-
Avreste fatto la fame.
-
Lo capisci, Hanzel?
-
Perché ti sei risposata allora?
-
Ho dovuto farlo.
-
Non volevo...
-
... ma ho dovuto.
-
Andiamo a casa...
-
Preferirei portarvi tutti qua.
-
Gli altri non vorranno venire.
-
Non lasceranno papà...
-
Non posso tornare a casa da tuo padre.
-
Sì che puoi, mamma.
-
Non capisci quello che dico.
-
Non posso tornare da tuo padre.
-
È per via di Bartolo?
-
No.
-
Cazzo! Vi ho visti!
-
Hai fatto fesso papà...
-
... e ora fai fesso Gordon.
-
Sei una puttana!
-
Non chiamarmi puttana.
-
Ho venduto la mia anima per te!
-
Ho sacrificato ogni cosa per te.
-
Era la prima volta che vedevo
Hanzel fatto di shaboo.
-
Lo sapevo già, ma non si era
mai fatto di fronte a me.
-
Hanzel sembrava... così contento.
-
Pensavo sarebbe crollato dopo
quell'incontro con la madre.
-
E invece era così felice.
-
Come se si fosse già
dimenticato di tutto.
-
- Cos'ha che non va?
- Nulla!
-
Non ti dà fastidio?
Perché non la fai star zitta?
-
Perché non la fai calmare?
-
- Ma si stanno tutti divertendo!
- Lo faccio io allora!
-
Oddio, cosa è successo?
-
Puoi chiedere la chiave a Frederick?
-
- Cosa?
- Prendi la chiave!
-
Non c'è bisogno di urlare!
-
Perché cazzo Dahlia è ammanettata?
-
Perché è pazza, capisci...
-
Non è divertente!
Dammi la chiave!
-
È troppo fatta ora.
-
Se ti do le chiavi e la lasci
andare che può succedere poi?
-
Potrebbe metterla sotto una macchina.
Potrebbe andare in giro nuda, capisci?
-
Quando si riprende la libero.
Fidati di me.
-
Vuoi dormire ora?
-
Dormi nella camera da letto.
-
È Chiquito!
-
Che ne dici di Bert Tawa Marcelo?
-
È Yoyoy!
-
È Imelda!
-
Che hanno di così
divertente questi nomi?
-
Spiegaglielo.
-
I più grandi comici filippini!
-
Ci stiamo divertendo, tutto qua.
-
Datemene un po'!
-
Birra?
-
Ne ho abbastanza.
-
-Come scusa?
-Sono stanco... ho sonno.
-
Cosa vuol dire stanco?
-
Siamo superuomini.
-
Non ci stanchiamo.
-
Tu e Frederick siete così fighi.
-
Avete delle ragazze bellissime.
-
La mia, l'ho cacciata.
-
Non mi ascolta.
-
È una scema.
-
Una testa di cazzo.
-
Un'idiota.
-
Non si fa così.
-
Imbarazzerebbe Dolores. Sai com'è.
-
Che succede se Dolores lo scopre?
-
Non voglio che pensi male di me.
-
Che ti succede?
-
Te ne vuoi andare ora?
-
- Te ne vai?
- No, voglio solo riposare.
-
Prima di riposare,
Facciamo un altro tiro.
-
Io vado, Dindo.
-
Rimani dove sei, abbiamo ancora roba.
-
Facciamoci un tiro.
-
Accendila.
-
Ne hai bisogno.
-
Fai qualche tiro.
-
Ce n'è ancora un po'.
-
Eravamo seduti sul marciapiede.
-
Dal nulla arriva un gruppo di gente.
-
Si comportavano come se
comandassero loro cazzo.
-
Noi eravamo quattro, loro dodici.
Non potevamo farcela.
-
Per fortuna della gente
ha chiamato le guardie.
-
Quel coglione di Gary.
Com'è arrogante.
-
Dovremmo ammazzarlo, che ne dici?
-
O almeno menarlo.
-
Sì, ne parleremo.
-
Un minuto.
-
Torno subito.
-
Hanzel, come stai? Tutto bene?
-
Sì, signore.
-
Figa la tua ragazza... molto figa.
-
Sai come sceglierle.
-
- Vieni con noi.
- Dove, signore?
-
Facciamo qualche giro.
Tiriamo su un po' di soldi...
-
Così vedi il mondo. Ti fai le ossa.
-
- Ah... un'altra volta magari.
- Ok. Andiamo, Frederick.
-
A presto, signore.
-
Hey amico, è lavoro questo.
-
Sei dentro. Facciamo soldi.
Non mandare tutto a puttane.
-
Dai, smolla Dolores.
Dille che hai un lavoro da fare.
-
- Che lavoro?
- Che cazzo ne so!
-
Dille che fai consegne.
Dai, muoviti!
-
- Che succede?
- Ho un lavoro da fare.
-
- Non sapevo avessi fatto colloquio.
- Beh, l'ho fatto.
-
- Che lavoro?
- Consegne. Devo andare con loro ora.
-
Il lavoro inizia subito.
-
Consegne? Ora?
Fammi parlare con Frederick.
-
Non importa. Ci ho
già parlato io con lui.
-
Si occuperanno loro di me.
Dobbiamo lavorare ora.
-
Vai a casa?
-
No, cammino un po'.
Vai a lezione domani?
-
Vediamo...
Ok, ci vediamo là.
-
Vengo a scuola.
-
Quell'incontro con Adan...
Ho avuto un presentimento.
-
L'ho visto negli occhi di Frederick...
nei suoi movimenti... come parlava.
-
Dopo, Hanzel era cambiato.
-
Abbandonò la scuola di computer.
-
E passò sempre più tempo con
Frederick e Adan. Poi con Tong.
-
Mi manca.
-
Posso prenderne una?
-
Chi pensi sia stato?
-
Lo shaboo? Da chi
pensi venisse?
-
Forse Adan, o Tong.
-
Non l'ho visto, ma l'ho
capito da alcune cose.
-
Alle feste, per esempio,
tutti li ascoltavano.
-
Come se fossero
loro a comandare.
-
Vuoi testimoniare?
-
Non lo so.
-
Ci serve il tuo aiuto Dolores.
-
Può darmi del tempo per pensarci?
-
Dammi i nomi dei tuoi amici...
Quelli che usavano lo shaboo.
-
Non penso di poterlo fare.
-
Pensaci.
-
Salveresti molta gente.
Filippini. E non solo.
-
Sai cosa sta succedendo, no?
Le sorelle Manalag...
-
I suicidi a New York.
I massacri a Manila. Hanzel.
-
Sai cosa sta facendo lo
shaboo a noi filippini?
-
Uccidere è parte del lavoro.
-
Hai già ucciso qualcuno, di sicuro...
-
Come è uccidere per la prima volta?
-
Non pensavo di poterlo fare.
-
E poi... gli incubi.
-
Sogno sempre un uomo che piange.
-
Lo vedo nei miei sogni.
-
A volte...
-
... anche da sveglio, lo vedo nel buio.
-
Mentre mi fissa.
-
Ci è voluto tanto prima
che i sogni cessassero.
-
Ho letto il diario di
un investigatore come te.
-
Le prime esperienze sono così.
-
Che volto vedi?
-
Qualcuno che hai ucciso?
-
Il volto cambia...
-
A volte sono io. Sono io che piango.
-
A volte è un amico.
-
A volte, è mia madre.
-
Non è chiaro...
-
... ma so che è lei.
-
È un sogno, dopo tutto.
-
Sensi di colpa?
-
Non puoi farne a meno,
soprattutto i primi tempi.
-
A meno che tu non sia
un assassino psicopatico.
-
Nessun senso di colpa,
nessun rimorso.
-
Chi hai ucciso per primo?
-
Porfirio Dumadag... Uno studente.
-
- Nelle Filippine?
- Sì, alla University of the East.
-
Cosa è successo?
-
Come l'hai ucciso?
-
Questa storia con
Hanzel... e Frederick.
-
Dobbiamo fargli
un buco in testa?
-
No, voglio occuparmene da solo.
-
Dico solo che possiamo
farlo noi per te.
-
Se serve vi chiamo.
Ma voglio farlo io.
-
Posso parlarti?
-
Sì, mi hanno pestato per bene.
-
Volevo vendicarmi ma giuro
che non ho ucciso Hanzel.
-
Dove eri la notte dell'omicidio?
-
- Ero a casa.
- Non è vero.
-
Ero a casa!
-
Eri in giro per le strade
a cercare Frederick e gli altri.
-
Ogni notte da quando ti
hanno pestato al ristorante.
-
Eri a caccia.
-
- Chi te l'ha detto?
- I tuoi amici!
-
Il tuo gruppo.
-
Che cazzo.
-
È vero, li stavo cercando.
-
Ma giuro che non ho ucciso Hanzel.
-
Uccidere è l'ultima cosa
in programma per me.
-
Volevo solo restituirgliene un po'.
-
Non lo conoscevo nemmeno di persona.
-
Era appena arrivato!
-
È entrato in guerra contro di noi da
quando si è messo insieme a Frederick.
-
Avrei dovuto pestare anche lui perché
li ha aiutati quella volta al ristorante.
-
Ma mi dispiace perché era
troppo giovane per morire.
-
Ma non sono stato io, ok?
-
Questo è il nostro nuovo
movimento di propaganda.
-
Una nuova rivolta filippina.
-
Lo shaboo è la nostra rivoluzione culturale.
-
Trasformeremo ogni filippino
in un patriota come Rizal...
-
... Lopez-Jaena e Mabini.
-
Li trasformeremo tutti in Bonifacio.
-
Li trasformeremo tutti in Mao Tse Tung.
-
Li trasformeremo tutti in Gesù Cristo!
-
Ogni filippino diventerà un superuomo.
-
Lo shaboo è la redenzione dei filippini.
-
Proviamo il nuovo prodotto.
-
Prendi la stagnola.
-
Nonno... Buona sera.
-
- Ho qualcosa per te...
- Non mi serve.
-
Sei stato via una settimana
senza chiamare.
-
Che ti succede? E lo studio?
-
Nonno, ho un lavoro.
-
Che tipo di lavoro?
-
Consegne.
-
Consegne? Di cosa?
-
Ah... Trasporti all'aeroporto.
-
Gente che trasloca...
Consegna delle merci...
-
Ah... Consegna delle merci?
Che tipo di merci?
-
Cose, nonno.
-
- Cose, eh?
- Sì.
-
Ho sentito che vai in giro con
quel delinquente di Frederick.
-
Ne ho sentite parecchie su di lui.
-
È buono.
-
Ho sentito anche di
quella rissa al ristorante.
-
Vergognoso!
-
Stai diventando un bugiardo
come tua padre!
-
Rimetti in ordine la tua vita!
-
E vedi di rigare dritto!
-
Hanzel, che ci fai qui?
-
Posso dormire qui stanotte?
-
Certo.
-
Perché non hai suonato?
Il pulsante è qua.
-
Me ne sono dimenticato.
Ho un mal di testa.
-
Mio nonno mi ha spaventato.
-
Meno male che sono venuto
saresti morto di freddo.
-
Vieni dentro.
-
C'è Frederick?
-
Sì. È sul divano.
-
Rimarrà svenuto per una settimana.
-
Cazzo. Sembra che i vicini ci spiino.
-
I vicini ci spiano sempre.
-
Vicini del cazzo.
Non so più che fare.
-
Vieni dentro.
-
Dove è Dahlia?
-
È sparita.
-
Hanno litigato...
-
Non ha fatto in tempo ad ammanettarla
e se n'è andata...
-
Che casino.
-
Quei due sono dei maiali.
-
Frederick, svegliati!
-
Pulisci sto casino!
-
Non me ne frega di che ti succede!
-
Accomodati...
-
... prendi un cuscino e una coperta.
-
Sono in ritardo.
Devo essere un filippino professionale.
-
A che ora devi essere a lavoro?
-
Non sono affari tuoi.
-
Vuoi una cravatta?
-
È nuova.
Comprata oggi.
-
Perfetto. Non ho una cravatta.
-
La prendo. Ma perché me la dai?
-
Era per mio nonno, ma non l'ha voluta.
-
Puoi averla tu.
-
Ti sta bene.
-
È carina, ma il colore
è un po' fuori moda.
-
Doveva essere per mio nonno.
-
- Sai che colore preferisco?
- Quale?
-
Hai mai sentito del film "Cadillac?".
-
Rosa?
-
Cadillac rosa!
-
Perché rosa?
-
È il mio estratto di shaboo preferito.
-
Sei in anticipo.
-
Non voglio fare tardi. Il mio lavoro
è importante. Sono un professionista.
-
A che ora lavori?
-
Alle nove.
-
Ma sono le due e mezza del mattino.
-
Preferisco arrivare quando apre l'ufficio.
-
Prendiamoci un caffè.
-
No grazie. Ce l'abbiamo dentro il caffè.
-
- Dai, torneremo subito.
- Non voglio fare tardi. Perderò il lavoro
-
Sigaretta?
-
Non è permessa in ufficio. Grazie.
-
Ma non c'è nessuno. E sei fuori.
-
Sto solo attento.
Qualcuno potrebbe vedermi.
-
Dove eri quando hanno sparato ad Hanzel?
-
Ero qui. Pioveva. Avevo l'ombrello.
-
Cosa sai di Hanzel Harana?
-
È amico di mio fratello.
È uno a posto. Tranquillo.
-
Chi pensi l'abbia ucciso?
-
Non so.
-
Qualche sospetto?
-
Non so.
Non ne so niente.
-
È da tanto che ti fai di shaboo?
-
Perché cazzo dovrei farmi di shaboo?
Sono un professionista, ho un lavoro.
-
- Lo so che ti fai di shaboo.
- Non mi faccio di shaboo.
-
Aiutaci, Dindo.
-
Se sai chi ha ucciso Hanzel, aiutaci.
-
Abbiamo un programma di
protezione testimoni. Saresti al sicuro.
-
Non ne so niente. Niente.
-
Che mi dici dello spaccio
di shaboo di Adan?
-
Niente. Non mi faccio di shaboo.
Ho un lavoro. Sono pulito.
-
Pulito?
-
So perché sei qui a quest'ora.
-
Lo shaboo ti sta mangiando il cervello.
-
Ti logora i nervi.
-
La tua paranoia peggiora.
-
Fa' che non ti becchi...
-
... o ti spello vivo.
-
Ti ricordi di me?
-
Sei il poliziotto. Perché?
-
Sto investigando il caso di Hanzel.
-
Ci serve il tuo aiuto. Se sai qualcosa
che possa aiutarci a risolvere il caso...
-
Dindo e Frederick, i tuoi amici.
Non ne parlano?
-
No, mi scusi.
-
Questa è la mia carta.
Chiamami, per favore.
-
Non ora. Sto cercando una persona.
-
Non sei venuto all'appuntamento
al distretto.
-
Devo andare.
-
Brutto stronzo! Ci servi per il caso.
Lo capisci?
-
Se non ci vuoi tra le palle,
dacci una pista.
-
Non ne so nulla, signore.
-
Non farmi perdere la pazienza, coglione!
-
Non hai idea di cosa posso farti.
-
Cosa sai?
-
Solo qualche sospetto...
-
Chi sospetti?
-
- Gary.
- Perché?
-
L'abbiamo pestato...
Le nostre gang sono in lotta.
-
- E Adan?
- Non so.
-
- Tong?
- Non lo so.
-
Hanzel ha vissuto con te?
-
Tre mesi.
-
Da dicembre a febbraio.
-
Che faceva?
-
Mi aiutava al negozio di Adan.
È dove lavoriamo.
-
- Spacciavate shaboo!
- Assolutamente no. Riparavamo motori.
-
No...
-
Vattene!
-
Testa di cazzo.
-
Che natale penoso.
Niente soldi. Niente vita.
-
Nessun affare. Sto perdendo i capelli.
-
Non preoccuparti, Ruben.
-
Che è sto casino?
-
Vai a controllare, è da
un po' che quella urla.
-
Hanzel! Svegliati!
-
Hey.
-
- Cosa?
- Sta bene.
-
È solo la droga.
-
No, non sta bene.
-
È strafatto.
-
Sta solo dormendo.
-
Sta dormendo da tre giorni!
Non è normale!
-
Che idioti. Voi e il vostro shaboo.
-
Se non si sveglia lo porto
all'ospedale o chiamo la polizia.
-
- Vaffanculo!
- Cosa?
-
Fai troppo casino!
-
- Sono seria, chiamo la polizia.
- Zitta, cazzo.
-
Ti odio, pensavo fossi mio amico.
-
Prendi un asciugamano
e dell'acqua tiepida.
-
- Perché?
- Cerco di svegliarlo, stupido.
-
Sembri morto.
-
- Quasi morto... idiota!
- Sta zitto!
-
- Mi fa male la testa.
- Hai vomitato ovunque.
-
- Vaffanculo Frederick.
- Vaffanculo tu!
-
Hey! Puttana!
-
Volevi venderci alla polizia?
-
Fuori dalle palle. Sto parlando con lei.
-
Fuori, fuori!
-
Metti quella troia della
tua ragazza in riga, ok?
-
O vi seppelliamo nella stessa fossa,
fianco a fianco.
-
Buona sera signora.
Dolores è in casa?
-
Non è qui!
-
È sparito per un mese.
-
Neanche una telefonata.
-
Non sapevamo nemmeno
dove fosse andato.
-
Tutto a posto?
-
L'ho cercato.
-
Ho chiesto ad altre persone.
-
Ho pagato due filippini...
Amici di Bartolo.
-
Non l'hanno mai visto.
-
Ho telefonato nelle Filippine...
-
Magari era tornato a casa.
-
Nulla.
-
Non aveva paura che
fosse successo qualcosa?
-
Certo.
-
A volte non dormivo.
-
Ma sa...
-
... sono sua madre.
-
Potevo sentire che era ancora qui.
-
E qualche volta telefonava a Dolores.
-
Le disse niente?
-
Chiamava solo per sapere come stesse.
-
Dov'è la festa?
-
Cazzo, Long Island?
Non posso andarci.
-
Dahlia è malata.
-
Aspettami alle sette... Porto la roba.
-
Te la lascio.
-
C'è qualcuno alla porta.
-
Non vedi che ho fretta?
Non voglio far tardi..
-
Sono solo le dieci.
Perché non vivi in ufficio?
-
Pronto?... Devo andare.
-
Aspettami.
-
Come stai?
-
Cazzo, sembri Johnny Rotten.
-
Dove sei stato? Un sacco
di gente ti sta cercando.
-
Che ti succede?
-
Sei messo di merda.
-
Frederick, attento ai vicini.
Chiudi a chiave.
-
Ci penso io.
-
Comparve a casa nostra a febbraio.
-
Era tornato.
-
Ero così contenta.
-
Non parlò mai di cosa era successo.
-
Quando tornò, smise di
lavorare al negozio di Adan.
-
Si trasferì al karaoke bar di Tong.
-
Non preoccuparti di Adan.
-
Ci siamo separati perché
si accontenta di piccoli incassi.
-
Gli ho dato io l'idea che lo
shaboo può salvare le Filippine.
-
È la speranza della nostra nazione.
-
La cosa migliore dello shaboo
è il suo effetto...
-
... meglio dell'eroina,
della cocaina, del crack.
-
Quando il mondo lo scoprirà...
-
Lo shaboo è l'emancipazione
dei filippini.
-
Il governo deve supportare
la sua produzione industriale.
-
Un politico dovrebbe passare una legge
-
Per legalizzarlo e renderlo
un'industria nazionale.
-
Lo shaboo è il petrolio
delle Filippine.
-
Anche l'America lo comprerà.
-
Questa è l'idea che Adan
racconta in giro, no, Hanzel?
-
È la mia idea!
-
La mia!
-
Quello stronzo ha rubato la mia idea.
-
Ho insegnato tutto a quel coglione!
-
È andata così. Ero un insegnante.
-
Ma non ho voluto insegnare qui,
troppi problemi.
-
Che dovevo fare, segarmi?
-
Adan è un dottore.
Neanche lui era ben voluto.
-
L'hanno bocciato tre volte
all'esame di ammissione.
-
L'ha presa male.
Voleva buttarsi dal Brooklyn Bridge.
-
L'ho convertito allo shaboo.
-
L'ho salvato!
-
Ora il bastardo è
mio rivale nello spaccio.
-
Il figlio di puttana!
-
Cosa ci fa quello qui?
-
È uno dei ragazzi di Tong.
-
Che cazzo dici! Non stava con Adan?
-
Chiama Tong... Diglielo.
-
Dillo a Tong.
-
Ho portato roba nuova.
-
Questa è diversa.
-
Provala. È nuova.
-
Aspetta.
-
Qual è il problema?
-
È Hanzel.
-
Zitto! Me ne occupo io.
-
- Parliamone.
- Non ti fidi?
-
- Lavora per Adan.
- No, sta con noi.
-
Allan, vieni qua.
-
Puoi portare Hanzel nella stanza?
-
- Ora?
- Sì.
-
Facciamo così. Se sgarra, lo ammazzo.
-
Me ne occupo io.
-
Era un tuttofare. Cameriere.
Buttafuori. Custode.
-
Sai che ha lavorato per Adan?
-
E quindi?
-
Adan è tuo nemico.
-
Nemico? Perché dovrebbe?
-
Hanzel è diventato dei vostri.
Ha lavorato anche per te.
-
Giusto. Cameriere, buttafuori.
-
Spacciava il tuo shaboo.
-
Shaboo? Cosa ti inventi?
-
Tu e Adan de Jesus
gestivate lo spaccio di shaboo...
-
... qua a New York e Jersey City.
-
Il negozio è solo una copertura.
-
Poi avete litigato
e vi siete spartiti il racket.
-
Di che shaboo parli?
Ci conosciamo per via del negozio.
-
Devo aprire altre filiali. Non sai
che i miei affari vanno alla grande?
-
Faccio la bella vita.
Aprirò filiali in altri stati.
-
Dovunque ci siano tanti filippini.
-
Penso che il karaoke
sia il futuro dei filippini.
-
Sai che il karaoke
è nato nelle Filippine?
-
Adan e io avevamo
punti di vista diversi.
-
Non riuscivamo a trovare un'intesa.
Lui è un dottore. Io un insegnante.
-
Una grossa differenza.
Mi pento di aver fatto affari con lui.
-
Mi ha fregato dei soldi.
-
Dove eri il giorno della sparatoria?
-
Cantavo.
-
C'è un concorso di
karaoke a Passaic.
-
Puoi controllare.
-
Un tibetano mi ha battuto...
-
... per un voto.
-
Ma ho ricevuto l'applauso più lungo.
-
E il mio pezzo era meglio.
-
Ho cantato Dahil Sa'yo.
-
Il mio avversario Stairway to Heaven.
-
Dahil Sa'yo...
-
È la canzone d'amore definitiva.
-
Niente la batte.
-
Ogni volta che la ascolto...
-
Mi sento così profondo, sincero.
-
Vuoi cantare?
-
Non canto.
-
Parliamo qualche altra volta.
-
Ti chiamerò.
-
Mia madre ha cercato mio padre ovunque.
-
Mi lasciava con amici o parenti.
-
Questa era la mia vita da piccolo.
-
Ai tempi delle superiori,
smise di cercare.
-
Lavorava per pagarmi gli studi.
-
Ho ripagato il suo sacrificio.
-
Ero tra i primi cinque della mia classe.
-
Fui accettato alla
Philippine Military Academy.
-
Mi mandarono a West Point.
-
È il mio compleanno.
Sballiamoci per una settimana intera.
-
Iniziamo qua al negozio,
e la finiremo all'Atlantic.
-
Così sono contenti tutti.
-
- Ecco il tuo regalo.
- Wow. Cazzo. Non dovevi.
-
E il settimo giorno, troveremo
chi ha tradito Cristo .
-
Giudicheremo Pietro
al terzo canto del gallo.
-
Hai capito che ho detto?
-
Giudicheremo Pietro
al terzo canto del gallo.
-
Frederick sa chi è
il traditore, no?
-
Giusto, Frederick?
-
Fuori! Fuori!
-
Pezzo di merda!
-
Dovevi levarti di mezzo,
e invece ti sei messo con Tong!
-
Pezzo di merda! Ti ammazzo!
-
Adan, no!
-
Frederick, lasciami andare!
Lasciami andare!
-
Frederick, sei stato un coglione
a portarti dietro questa stronza.
-
Vaffanculo!
-
Fanculo!
-
Questo sogno non ti dice niente?
-
Non so...
-
Cosa provi al risveglio?
-
Senso di colpa.
-
Colpa verso chi?
-
Non so.
-
Non tua madre?
-
Non lo so.
-
Tua moglie e i tuoi due figli?
-
Quelli che hai ucciso?
-
Pronto, papà?
-
Hanzel... È la verità?
-
Hai saputo. Non so. Così dicono.
-
Vai a Jersey City. Scoprilo.
-
Quando torno.
Sto andando ad Atlantic City.
-
Dammi tremila.
-
Tremila? Non ho tutti sti soldi.
-
Come no?
-
Quante volte hai giocato ad Atlantic City?
-
Quante migliaia hai perso?
-
A volte vinco.
-
Sbrigati, mi aspettano.
-
Non ho soldi...
-
Che vuol dire?
-
Me li dai o no?
-
Te l'ho detto, non ne ho!
-
Zitta.
-
Levali dallo stipendio.
-
Avanti!
-
Mi conosci...
-
Me li dai?
-
O no?
-
Torno presto.
-
Puoi anche non tornare!
-
Sono la madre di Hanzel...
-
- C'è Dolores?
- Perché?
-
Potrebbe sapere dove si trova Hanzel.
-
Entri.
-
Si sieda.
-
Chiamo Dolores, è a lavoro.
-
Pronto? Sono la madre di Dolores.
Posso parlarle?
-
C'è la madre di Hanzel.
Lo sta cercando.
-
Sai per caso dove è?
-
Certo, glie lo dico.
-
È al Vicky's Restaurant, sulla West Side.
-
Deve sbrigarsi.
-
- Dove eri ieri notte?
- A casa.
-
Quando mi sono svegliato,
c'era neve ovunque.
-
Vado dentro.
-
Digli che voglio parlargli.
-
Sì signora, glie lo dico.
-
Tua madre vuole parlarti.
-
Mandala via. Non voglio parlarne.
-
- Ma è tua madre.
- E quindi? Mi rovinerò solo la giornata.
-
Mandala via.
-
Come vuoi.
-
Glie l'ho detto, ma non vuole parlarle.
-
A quel punto...
-
Sentii di aver perso mio figlio.
-
Hai precedenti per truffa nelle Filippine.
-
- Da dove sei fuggito.
- Non è vero.
-
L'Interpol mi ha dato le informazioni.
-
Ci sono verbali a Quezon City e Olongapo.
-
1.2 milioni di pesos dalla tua
precedente agenzia di ingaggio.
-
E titoli di proprietà falsi a Zambales.
-
Tutti questi casi sono avvenuti
nelle Filippine.
-
E non sono stato mai arrestato.
-
Sono pulito qui.
-
Scappare è un'ammissione di colpa.
-
Possiamo rimandarti nelle Filippine.
-
Come no.
-
Non sono stupido.
-
Da quando Hanzel se n'è andato...
-
... quante altre volte l'hai visto?
-
L'ho visto insieme a Dolores
al centro commerciale...
-
... poi li ho visti con
nonno Abdon al parco.
-
Ma l'ultima volta...
-
Il Dr. Perez è tutto tuo Hanzel.
Ne ho abbastanza.
-
Fai la carità ora, eh?
-
Non sto dando via soldi,
è solo un prestito.
-
- Puoi avere il Dr. Perez quando vuoi.
- Certo.
-
Posso averne anche io?
-
No cazzo, sei troppo avaro.
-
Danne un po' ad Hanzel.
-
Neanche per idea,
mi faccio il culo per quella roba.
-
Hey Hanzel, guarda un po'.
-
Tranquillo amico,
va tutto bene.
-
Balliamo?
-
Balliamo! Avanti!
-
Perdonalo.
-
Sono Hanzel.
-
E lui è l'amante di mia madre!
-
Fermalo prima che...
-
Perché non lo fai?
-
Figlio di troia!
-
Bastardo!
-
Sei un bastardo anche tu!
-
Cosa?
-
Fermalo.
-
È un bastardo.
-
No. no. Lascia perdere.
Non è nulla.
-
Bel posto questo.
-
Quanto?
-
850, signor Tong.
-
Un buon affare. Qui a
West Side Avenue, è poco.
-
Mi candido alle elezioni nelle Filippine.
-
Fa bene, signor Tong.
-
Non sprechi il suo cervello.
-
Dopo quattro anni,
mi candiderò a presidente.
-
Presidente Cristituto Paredes.
-
Torno nelle Filippine.
-
Quando sarò presidente,
al palazzo Malacañang...
-
Vi assumerò tutti.
-
Produrremo shaboo
in quantità industriale.
-
Anche ora, sto prendendo
accordi con la CIA...
-
... la Yakuza, la Mafia,
i signori della droga in Sud America...
-
... Russia, Europa,
per far andare tutto liscio.
-
Cazzo, te lo dico, le Filippine
diventeranno una forza mondiale.
-
Lo shaboo è la speranza delle Filippine.
-
Ci sarà un salto di qualità.
-
Da terzo mondo, diventeremo
una potenza mondiale, cazzo.
-
Un big bang economico!
-
Ma signor Tong...
-
La CIA sarà d'accordo? L'America?
-
Certo, avranno la percentuale maggiore.
-
È il loro campo prediletto,
le percentuali di mercato.
-
Il signor Tong è incredibile...
-
Signor Tong, e la Mafia e la Yakuza?
-
Cazzo. Saranno loro a chiedercelo...
-
Credetemi. Avremo potere anche
sui bassifondi.
-
Ma signor Tong...
-
... dobbiamo prima brevettare lo shaboo!
-
Le multinazionali occidentali
potrebbero rubarci l'idea.
-
- Si ricorda la gelatina di cocco?
- Sì.
-
L'America e il Giappone hanno
a malapena il cocco...
-
... eppure hanno il brevetto.
-
Ottima osservazione Dindo! Lo shaboo
è nostro. Nessuno ce lo prenderà.
-
Appena prese lo studio,
tutti passavano il tempo là.
-
Gli amici di Tong, Frederick
e Dindo, Dahlia...
-
Poi iniziai a vedere le pistole.
-
Hanzel iniziò a comprare pistole.
-
Stava camminando nuda per strada.
-
Nuda nuda?
-
Sì, nuda... Mi sono dimenticato
di ammanettarla.
-
Per fortuna era l'alba
e nessuno l'ha vista.
-
Oddio, che paura.
-
Dahlia è pazza.
-
Dove l'hai presa quella?
-
L'ho comprata.
-
Perché?
-
Ucciderò Adan.
-
- Cosa?
- Per uccidere Adan.
-
- Non è divertente.
- Non scherzo. Lo uccido lo stronzo.
-
Di che parli?
-
Cosa vuol dire di che parlo?
-
Non ricordi? Ci ha puntato una pistola.
-
Avanti, Dolores.
-
E quindi? Ti ho detto di dimenticartene,
non è successo niente dopotutto.
-
E tu? Se fosse successo a te,
che avresti fatto?
-
Mi serve solo il momento giusto.
-
Quel figlio di troia.
-
Avrei potuto spararti.
-
Nessuno l'avrebbe saputo.
-
Sono tre notti che ti aspetto.
-
So che mi segui
da una settimana.
-
Ho avuto molte occasioni
ma non ti ho mai toccato.
-
Ho rispetto per il tuo stile...
-
... sei oggettivo.
-
E sei... molto filippino.
-
Non arresti i tuoi sospettati
perché sono filippini.
-
Ti rendo onore.
-
Sei un vero nazionalista.
-
Non ho prove,
per questo non arresto.
-
Ecco perché dovresti
fermarti, non ce ne sono.
-
Posso ammazzarti ora...
-
... così non sarai più un problema.
-
Avanti!
-
Avanti!
-
Sembra più pesante ora.
-
Perché non lo ammazziamo,
'sto rincoglionito!
-
Smettila, Bartolo. Abbi pietà.
-
Stessa cosa.
-
Avvelenalo.
-
O spingilo dalle scale.
-
Affogalo nella vasca.
-
Bartolo... Non posso farlo.
-
Abbi pietà.
-
Se non lo fai tu...
-
Lo farò io.
-
Bartolo... Ti prego.
-
Non farlo.
-
Ti darò quello che vuoi.
-
Ma non fargli del male.
-
I soldi dello stronzo sono sprecati così.
Non può spenderli.
-
La legge marziale è giusta per il paese.
-
Vero o falso?
-
Premi il pulsante.
-
Ronnie, rispondi.
-
La legge marziale è giusta per il paese.
-
Ronnie, rispondi.
-
Premi il pulsante!
-
Ronnie, per favore rispondi.
-
È già morto, idioti!
-
Scusa, ho rovesciato la zuppa.
-
Ne cucino altra.
-
Quanto cazzo sei maldestra?
-
Fanne altra.
-
Vai... aspetta. Non importa.
Siediti vicino a me.
-
Dopo, ho da fare.
-
- Aspetta!
- No, ho da fare.
-
Nonno...
-
Come stai?
-
Sto bene.
-
Entra.
-
Scoprimmo che
i giapponesi si ritiravano...
-
Ammazzorono molti filippini,
come se fossero galline.
-
Molti si suicidarono.
-
Nonostante l'oscurità,
i filippini festeggiavano la vittoria.
-
Prima che McArthur arrivasse,
gli americani rasero al suolo la città.
-
Fecero ancora più danni.
-
MacArthur andò in Giappone...
per aiutare a ricostruirlo!
-
Le Filippine sono una grossa
barzelletta per gli Stati Uniti.
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Siamo una nazione pietosa.
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Quanti ne hai uccisi durante la guerra?
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- Molti.
- Molti?
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Come giustiziavate i collaboratori?
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Con un colpo in testa...
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Un buco in fronte...
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Poi lasciavamo i cadaveri sulla piazza
come avvertimento per gli altri.
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E spellavamo le spie
dalle ginocchia ai piedi.
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È la guerra, figliolo.
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Meglio uccidere
che essere uccisi.
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La guerrà è guerra.
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Devi fare ciò che devi.
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In guerra non c'è pietà per i nemici.
Li uccidi per non farti uccidere.
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Così è la guerra.
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La guerra è orribile.
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Tutti i mali immaginabili
li trovi là.
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Stupri, saccheggi, omicidi...
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Sei troppo giovane per
sapere queste cose.
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Non voglio vivere un'altra guerra.
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Troppo doloroso.
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Più doloroso e crudele
di qualsiasi altra cosa al mondo...
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Nonno!
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- Dio ti benedica.
- Andiamo di sopra.
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Questa è la camera da letto.
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- Ti piace la casa?
- Oh, sì.
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Perché non porti il computer?
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Lo lascio a casa tua.
Verrò a trovarti se mi serve.
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Così possiamo mangiare cinese. Basta che
non racconti altre storie di guerra.
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Ti ho portato qualche libro.
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Ti serviranno anche questi.
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- Li metto qui.
- Ok, nonno.
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Perché hai una pistola?
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Non voglio giudicarti.
E non voglio arrabbiarmi.
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Vorrei capirti.
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Ma spero ti tirerai fuori
dal casino in cui ti sei messo.
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Sei ancora giovane e forte...
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... ho grandi speranze per te.
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Tre giorni prima che morisse.
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Eravamo insieme.
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Faceva freddo. Era un giorno strano.
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Hanzel aveva comprato
le lenze nuove.
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Eravamo andati sul Jersey Shore.
Ci rimanemmo tutto il giorno.
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Non catturammo nulla, ma ero in pace.
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Lui stava bene.
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Mi raccontò molte storie.
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Quando ero piccolo,
non avevamo soldi...
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Mamma e papà ci portavano
alla spiaggia di Cavite.
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... e arrostivamo il pesce fresco.
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Papà ci insegnava a nuotare.
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Tu sai nuotare, nonno?
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Certo, ma ora non ce la farei.
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Potrei nuotare da qui alle Filippine!
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Impossibile!
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L'ho sognato, nonno. Nuotavo
da qui e raggiungevo le nostre spiagge.
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Nei tuoi sogni, ovvio...
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A volte però, non riuscivo...
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Annegavo.
-
Non potevo respirare, era spaventoso.
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Come sta Hanzel?
-
Sta bene...
-
Dimmi la verità...
-
In che senso?
-
Ho sentito che è
diventato un tossico.
-
Dimmi la verità, per favore.
-
È vero, si fa.
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Si fanno tutti. Mi spiace.
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Sai dove vive?
-
Puoi venire con me?
-
Voglio solo parlargli.
-
Aspetti, devo cambiarmi prima.
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Mi aspetti qui.
-
Tua mamma è qui. È giù.
-
Cosa? Perché l'hai portata qui?
-
Perché le hai detto dove vivo?
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È tua madre. Perché ti nascondi?
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Non mi nascondo.
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Non voglio vederla né parlarci.
-
Lo sai, no?
-
Non capisci niente.
-
Non hai passato ciò che ho passato.
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- Mandala via.
- Non posso farlo!
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Non è colpa di Dolores.
-
Da ora in poi, non interferirò
più con la tua vita..
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Ti chiedo solo...
di fare attenzione.
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Ho sentito molte cose su di te...
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... e su ciò che fai.
-
E cosa faccio?
-
Dolores, io vado...
-
Salve, buona sera signora...
-
... Dolores è là?
-
Frederick, sono Hanzel.
Puoi chiamare Dolores?
-
Sua madre è incazzata con me.
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Dille che la vedrò a...
-
Dille che voglio parlarle
vicino a casa sua.
-
Aspetto la tua chiamata.
-
Davvero?
-
Che ora?
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Mezzanotte e mezza?
-
Ok, grazie.
-
L'ho sentito parlare al telefono.
-
Quando sono uscito dalla
stanza, era già andato via.
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Purtroppo, non ho potuto parlarci.
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Ha lasciato una lettera.
-
Dolores l'ha stampata.
-
È una lettera di addio.
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Pensa si sia suicidato?
-
Non lo so.
-
Ok, se le serve qualcosa, mi chiami.
-
- Ok.
- La tenga lei.
-
Cosa c'è di così importante?
-
Voglio solo parlarti.
-
Tua madre è incazzata.
-
Perché le hai detto
cosa è successo?
-
Ho dovuto dirle la verità.
Voglio essere onesta con lei.
-
Allora cosa c'è?
-
Non ce la facevo più...
Scusami.
-
Lascia perdere.
-
Non succederà più.
-
Certo che no, non stiamo più insieme.
-
D'ora in poi sono fuori dalla tua vita,
come tua madre.
-
Ti ho già chiesto scusa.
-
Sai qual è il tuo problema?
Sei troppo incasinato!
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Mi fai paura. Guarda come sei ridotto.
-
Dovresti tornare nelle Filippine.
-
Ti stai rovinando la vita, non
combini nulla qui.
-
Torna nelle Filippine,
ammazzati di shaboo e vaffanculo!
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Coglione.
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Sei l'ultima persona
con cui è stato?
-
Sì, sono stata l'ultima.
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Sono stata così dura con lui.
Mi odio per questo.
-
Non incolparti, non c'entri nulla.
-
Io vado, Dolores.
-
Chiamami se ne hai bisogno.
-
Qui è casa Fordham.
Lasciate un messaggio dopo il segnale.
-
Mamma, mamma...
-
Mamma.
-
Mamma, Mamma...
-
Sono Hanzel, Mamma.
-
Non rispondi al telefono?
È tuo figlio.
-
Mamma?
-
Mamma?
-
Sono Hanzel... Mamma...
-
Mamma...
-
Mamma...
-
Se solo gli avessi parlato al telefono.
-
Non potrò mai...
-
... perdonarmi per
cià che gli è accaduto.
-
Se gli avesse parlato...
-
... cosa avrebbe detto?
-
Cosa pensava quella notte?
-
Avrebbe chiesto...
-
... di tornare a casa.
-
So che pensava a quello.
-
Ritorno a casa.
-
È troppo tardi per Hanzel.
-
Spero non sia troppo tardi
per i miei altri quattro bambini.
-
Non so ancora se lasciarli
sia stata la cosa giusta.
-
Pensa che ciò che ho fatto sia giusto?
-
Siamo buoni genitori?
-
Non so.
-
Sei pronto, Johnny?
-
Ci vediamo martedì allora.
-
Puoi sempre cambiare decisione.
-
Marlene... Sono Johnny.
-
Ciao, come stai?
-
Domani staccano la spina
al respiratore di mamma.
-
Hai bisogno di me?
-
No, la cremeremo subito.
-
Farò una messa per lei e lo
dirò ai bambini. Tutto bene?
-
Non lo so...
-
È una mia scelta, no?
-
Non lo so Johnny.
-
Vuoi parlare con i bambini?
Sono fuori a giocare. Te li chiamo.
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Marlene...
-
Johnny?
-
Marlene, ritorna.
-
Stiamo meglio così.
Ho già la mia vita.
-
Perdonami.
-
Ti ho già perdonato.
Scordiamo i momenti bui.
-
Aiutami solo a crescere i bambini.
-
Marlene...
-
Rispetta la mia decisione,
Johnny. Ti prego.
-
Tutto ok?
-
Stai bene?
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Li conoscevi?
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No, ma sono filippini.
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È terribile. Ferite multiple,
una ragazza, una bambina...
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Sono state stuprate.
-
Non riesco a credere che qualcuno
abbia fatto tutto questo.
-
Che cazzo ci fai qua? Vattene!
-
E non tornare!
-
Cazzo! Frederick!
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Sono stati Dindo e Frederick.
-
Avevano in gestione il negozio per...
molto tempo, più di una settimana.
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Dindo pensava che i vicini li
spiassero, da molto tempo.
-
È impazzito.
-
Li ho sentiti litigare su
ciò che avevano fatto.
-
È stato Dindo. Si è rasato la testa.
-
L'ho sentito mentre diceva
di voler uccidere la bambina.
-
Aiutatemi vi prego.
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Va tutto bene, calmati.
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Gli ha parlato prima che sparisse?
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Prima di andarsene?
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Ha detto che andava ad Atlantic City.
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E che non sarebbe tornato.
-
Le ha dato un motivo?
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Ringrazio Dio che sia andato via.
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Ha detto che ha rubato molti soldi.
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Ha preso tutta la gioielleria...
... anche quella di Gordon.
-
Ha preso anche...
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... cinquantamila dollari.
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E ha rubato una delle macchine.
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Nessuna minaccia?
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La intimidiva?
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Mi ha minacciata per tanto tempo.
-
Non si preoccupi... trasmetterò
il caso alla rete di polizia nazionale.
-
Lo prenderemo.
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Lei è la sua quinta vittima.
-
Bartolo è un truffatore
e un opportunista.
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È una sanguisuga, un animale.
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Punta alle filippine abbienti.
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Filippine facoltose della zona.
-
Nel caso la chiamasse
dicendole dove si trova...
-
... ci chiami a questo numero.
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Dove è Mr. Fordham?
-
All'ospedale.
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Ha avuto un altro attacco.
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Ok... si riprenda.
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Direi che è finita, amico.
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Che farai ora?
-
- Non lo so.
- Stammi bene.
-
Come va l'indagine su Hanzel?
-
Mi sono dimesso.
-
Se ne occupa Falcon ora.
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Perché?
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Ero a un vicolo cieco.
Non ne potevo più.
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Se avessi continuato...
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... avrei ucciso un sacco di filippini.
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Come va il documentario?
-
Al solito... Sa...
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È una ricerca...
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Ripresa su ripresa.
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I documentari sono questo.
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Una scoperta...
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... mistero...
-
... fatica...
-
... ma c'è anche orgasmo.
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Quello su Hanzel, come va?
-
Un limbo.
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Troppo materiale.
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Ora mi interessano più
le vite di quelli come te.
-
Come setacci un caso
in cerca della verità.
-
Un investigatore non
cerca solo la verità.
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E cos'altro?
-
Menzogne.
-
Giusto .
-
Abbiamo proprio ruoli
differenti nella vita...
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... io un regista, tu un detective.
-
Ex-detective.
-
Posso invitarti a vedere i miei lavori?
Documentari, cortometraggi....
-
Sì certo.
-
Bene, diamoci un'appuntamento.
-
Vieni dentro un attimo.
-
Solo un minuto.
-
Questo è il mio mondo.
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Sono il custode del dipartimento
cinema della scuola.
-
Ecco perché ho tutta
questa attrezzatura.
-
Tutta gratis.
-
Siediti. Guarda questo
corto che ho fatto.
-
Oltre l'ombra di Helena
-
di Taga Timog (L'uomo del sud).
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Piccole case nella nostra nazione
-
Un documentario di Taga Timog
-
Lavoro in questo edificio, per il figlio
di un milionario che studia alla Columbia.
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Lavoro cinque giorni a settimana.
Mi pagano cinquecento dollari...
-
Nel weekend sto nella loro
casa nel Connecticut...
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Sono gentili. Brave persone.
-
Sono a posto...
-
Devo andare ora. Ciao!
-
Abito in America
da molto tempo ormai...
-
... circa sette anni.
-
La mia vita è ok...
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Ho uno stipendio decente...
-
... la mia paga è di cinquecento
a settimana, anche se non sono in regola.
-
Faccio la domestica nell'Upper
West Side, a Manhattan.
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Ho permesso ai miei fratelli di andare a
scuola e presto si diplomeranno.
-
Sono molto, molto felice.
-
Sono molto felice per loro.
-
Quando finiranno gli studi, starò bene.
-
Prima di venire qui, sono
stata in Arabia Saudita.
-
La vita è difficile là.
-
Molto difficile.
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Ci ho lavorato per tre anni...
-
... e per tre anni il mio datore
di lavoro mi ha tenuta prigioniera.
-
Mi ha preso il passaporto, i documenti.
-
L'ambasciata mi ha ignorata.
Anche se gli ho scritto.
-
Gli ho scritto molte volte
per chiedere aiuto.
-
Perché ti ha imprigionata?
-
La verità è che...
-
... mi ha messo incinta.
-
Era il mio datore di lavoro,
ma ero anche sua moglie.
-
E il mio bambino...
-
Che è successo?
-
Ha ucciso il mio bambino...
-
Davvero?
-
Quando ho partorito...
-
... disse che non era suo.
-
Poi mi ha lasciata andare.
-
A patto che non raccontassi nulla.
-
Che ne pensi?
-
Vieni dentro.
-
Scusa se fa freddo.
-
Ma almeno è gratis.
-
- Caffè?
- Non preoccuparti.
-
- Un po' di vino?
- No grazie.
-
Il mio vero nome è Antonio Pareño.
-
Quando sono arrivato in America...
-
... ho cambiato nome.
-
Ho cambiato faccia.
-
Ho fatto una plastica facciale.
-
Dopo West Point nel 1970...
-
... sono tornato nelle Filippine.
-
Sono stato ingaggiato subito
come un infiltrato nelle università.
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Mi unii ai gruppi progressisti.
-
La mia prima vittima fu Porfirio
Dumagdag della University of the East.
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Era un ragazzo brillante.
Attivista impegnato, campus leader...
-
... redattore del giornale universitario.
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Diventammo amici.
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Andavamo insieme ai cortei.
-
Poi, venne l'ordine di ucciderlo.
-
L'ho torturato e seppellito vivo a Tanay.
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Ne uccisi altri tre alla
University of the Philippines nel 1971.
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Ne arrestai molti altri.
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Alla University of Santo Tomas...
-
Ho torturato, stuprato, e ucciso
due attiviste.
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Un professore e cinque studenti morirono
quando lanciai una granata su un corteo.
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Alla University of Manila...
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Mi feci amico Andres Soliman...
-
... presidente del consiglio studentesco.
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Mi trasferii a casa sua.
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Gli sparai in testa
in un rifugio a Marikina.
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Sottotitoli: Renato Loriga